Biennale delle arti dal vivo

VENEZIA – Sono le scelte, i programmi, il pensiero di Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte), Wayne McGregor, Lucia Ronchetti a comporre la Biennale delle arti dal vivo che si snoderà da giugno a ottobre con il 52esimo Festival Internazionale del Teatro (15 > 30 giugno), il 18esimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea (18 luglio > 3 agosto), il 68esimo Festival Internazionale di Musica Contemporanea (26 settembre > 11 ottobre),e con le residenze dei giovani artisti di Biennale College (sono 1.120 le domande arrivate). Una fabrica della nuova creatività che, accanto alla ricerca di nuove forme espressive e alla testimonianza dei cambiamenti in atto, coltiva progetti che abbiano la libertà di destini futuri.

Il Presidente Buttafuoco: “I programmi di Teatro, Danza e Musica sono attestazione di profonda ricerca e competenza”

“I programmi di Teatro, Danza e Musica presentati dai rispettivi Direttori – scrive Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia – sono attestazione di profonda riflessione e ricerca sui settori di loro competenza. Le tre discipline in questione sono accomunate dall’ aspetto performativo, dalla condivisione di vibrazioni umane tra palco e platea. In Teatro, Danza e Musica – nell’alchimia propria delle tre arti – c’è un afflato di millenni che acquista senso solo nell’hic et nunc di una rappresentazione unica e irripetibile, che va oltre la scrittura, la coreografia, la partitura”.

Oltre 200 gli appuntamenti in programma con 72 novità e 600 artisti provenienti da 30 Paesi diversi che si ritroveranno a Venezia per i Festival di Teatro, Danza e Musica.

Biennale Danza: “We Humans” il titolo della 18esima edizione

Esplora la complessa area delle connessioni umane e tecnologiche il 18esimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea che si svolgerà a Venezia dal 18 luglio al 3 agosto. Intitolato We Humans, il festival è diretto per il quarto anno da Wayne McGregor, coreografo britannico che affonda le radici nella danza per investire altri ambiti – informatica, arti visive, cinema, opera, formazione.

McGregor: “Agli artisti abbiamo chiesto di lavorare sul mistero della vita umana”

Svelare la grande complessità, le contraddizioni e il mistero della vita umana – scrive McGregor – è una delle priorità della carriera dei creativi del movimento invitati alla Biennale Danza 2024. Tutti gli artisti e le compagnie di quest’anno adottano il mezzo della danza come atto filosofico di comunicazione – mettendo alla prova i fondamenti della nostra conoscenza, sfidando le nostre nozioni di realtà ed estendendo la comprensione della nostra esistenza. Attraverso il loro lavoro ci invitano a chiederci da dove veniamo e dove siamo diretti, sondando l’essenziale all’interno, il cosa e il perché della sensibilità. Al centro del loro lavoro ci sono verità fondamentali, espresse in oggetti coreografici viventi realizzati in modo unico che ci parlano profondamente, risvegliano i nostri istinti e stimolano la nostra immaginazione. Nuovi modelli di co-creazione, processi collaborativi sperimentali al di fuori dei mezzi e delle forme artistiche tradizionali, in conversazione con la natura, la scienza, la tecnologia e la politica, ci catapultano in sinergie insolite con intuizioni inaspettate. Artisti che sfruttano le capacità dell’essere umano per superarne il potenziale, mentre ci ricordano con calma, grazia e urgenza che ciò che Noi Esseri Umani condividiamo è molto più grande di tutto ciò che ci divide”.

Così lungo l’intero arco del festival si vedrà De Humani Corporis Fabrica, film/installazione di Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor, registi e antropologi che firmano documentari sperimentali noti ai maggiori festival. In cinque diversi ospedali di Parigi i due cineasti seguono le più innovative tecnologie endoscopiche con cui la medicina osserva e opera per un viaggio dentro il mistero del corpo umano che sfida limiti fisici e culturali.

Anche la danza cyborg della svizzera Nicole Seiler apre nuove strade e pone nuovi interrogativi. In Human in the Loop la Seiler sottopone a uno “stress test” l’IA, provando a farne l’innesco del processo creativo con i danzatori in scena. Uno sconfinamento tra umano e artificiale che esplora il corpo tecnologico e il corpo biologico.

Un nuovo modo di sperimentare la danza ai tempi dell’IA è offerto anche dalla formazione taiwanese Cloud Gate, che festeggia i suoi cinquant’anni con la danza cosmica di Waves,concepita dal coreografo Cheng Tsung-lung con l’artistadigitale Daito Manabe. I movimenti dei danzatori, tradotti in dati informatici, sono rielaborati dall’IA e trasmutati in nuove forme danzanti in dialogo con i danzatori in scena.

Cinema d’animazione, teatro, musica, danza sono compresenti in Antechamber, opera degli artisti e musicisti Romain Bermond e Jean-Baptiste Maillet, noti come Stereoptik. Lo spettacolo è il making of di un corto, che narra il risveglio alle meraviglie del mondo di un ragazzo, e immerge il pubblico nel prender forma delle idee, nel materializzarsi di un personaggio, nell’evolversi di una storia, svelando il processo creativo della coppia.

L’idea del processo creativo come performance è anche alla base di Find Your Eyes del pluripremiato fotografo britannico Benji Reid, che ha battezzato la sua pratica artistica choreo-photolist, facendo coesistere nelle sue creazioni fotografia, danza, teatro, racconto. Find Your Eyes s’ispira alla sua vita – esplorando vulnerabilità, tragedia e successo attraverso la lente del fotografo. Coreografando tre performer, Reid trasforma il palcoscenico nel suo studio fotografico e crea davanti al pubblico vere e proprie fotografie in movimento.

All’incrocio fra danza contemporanea e radici afro si colloca la ricerca del coreografo colombiano e attivista Rafael Palacios, allievo di Germaine Acogny e Irène Tassembédo, che in vent’anni di carriera ha affermato la diversità della danza afro-colombiana. Con la sua compagnia Sankofa Danzafro, per la prima volta in Italia, Palacios presenta Behind the South: Dances for Manuel, ispirato al romanzo epico di Manuel Zapata Olivella, Changó, el Gran Putas, sull’esperienza diasporica africana tra mitologia, spiritualità, radici ancestrali.

Riattiva il mito classico Ruination, che la compagnia britannicadi teatro danza Lost Dog, per la regia e la coreografia del fondatore Ben Duke, porta in scena con spirito anticonformista e in chiave contemporanea. Il mito di Medea trova espressione in un dramma giudiziario, riscritto con fantasia e umorismo in un mix di danza, musica, teatro.

Il programma di commissioni, produzioni e coproduzioni della Biennale Danza, che destina risorse alla nuova creazione coreografica attraverso bandi nazionali e internazionali e attraverso Biennale College, ma anche attraverso la collaborazione con festival e istituzioni internazionali, vedrà in scena al 18esimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea, nomi in ascesa accanto a nomi già consolidati della scena contemporanea.

Il dinamico duo Miller de Nobili (MdN), vincitore del bando nazionale per una coreografia inedita, con una visione che mescola break dance, danza contemporanea e danza urbana a tecniche teatrali, presenterà There Was Still Time, ispirato al mondo di Samuel Beckett.

Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali, alias Vidavé, anche loro vincitori del bando nazionale per una nuova coreografia, scavano nel passato con Folklore Dynamics,fra storie, proverbi, giochi, superstizioni e gesti delle diverse tradizioni che prendono forma nel movimento.

Accanto a loro Melisa Zulberti, regista, coreografa, artista visiva argentina e vincitrice del bando internazionale per nuove coreografie, porterà alla Biennale il suo progetto interdisciplinare, Posguerra.

I giovani artisti di Biennale Collage – 16 danzatori e 2 coreografi

Cuore pulsante del festival sono i giovani artisti di Biennale College – 16 danzatori e 2 coreografi – che dal 6 maggio al 3 agosto saranno in residenza a Venezia con un programma dedicato di apprendistato artistico che sia occasione di trasmissione di saperi, ma anche di confronto e cimento delle proprie esperienze e della propria creatività, un programma che culminerà nella presentazione di nuove coreografie commissionate dalla Biennale. Si tratta della nuova creazione in prima mondiale di Wayne McGregor, pensata per la Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido e realizzata in collaborazione con gli stessi danzatori del College unitamente ai componenti della Company Wayne McGregor. Sempre in prima mondiale The Bench di Cristina Caprioli, Leone d’oro alla carriera, che sarà maestra e creatrice per e con i danzatori del College. Infine due nuove creazioni originali ideate dai coreografi che verranno a breve selezionati, condivise e realizzate con gli stessi danzatori del College.

Tra le coproduzioni spicca “Tangent” di Shiro Takatani

Fra le coproduzioni della Biennale Danza spicca Tangent di Shiro Takatani,cofondatore e direttore artistico di Dumb Type, un nucleo di artisti che della ricerca tecnologica ha fatto uno stile di vita e impiega media diversi nel proprio lavoro, che trova espressione in mostre d’arte e installazioni museali, performance, produzione di audiovisivi, vantando collaborazioni con Ryoji Ikeda e Ryuichi Sakamoto. Tangent, con cui Shiro Takani dopo quasi dieci anni torna al lavoro per il palcoscenico, esplora lo spazio liminale tra arte, scienza e tecnologia.

In controtendenza, Alan Lucien Øyen sceglie un approccio analogico per Still Life, interpreti Daniel Proietto e Mirai Moriyama. Regista, coreografo e artista, esponente di punta di un’area fertile per le arti performative come il Nord Europa, Alan Lucien Øyen è uno dei due coreografi chiamato a creare per il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, oltre che coreografo stabile all’Opera e al Balletto nazionale norvegese e fondatore di un collettivo di artisti, “winter guests”.

Attesa per “l’ode alla vita e alla sua fragile atmosfera” della catalana Maria Campos e del libanese Guy Nader

Infine, sempre in coproduzione con la Biennale, la compagnia indipendente con sede a Barcellona GN|MC, ovvero la catalana Maria Campos e il libanese Guy Nader, presenta un nuovo lavoro, “un’ode alla vita e alla sua fragile atmosfera”, un incontro fra danzatori che impiegando schemi di movimento ripetitivi e ciclici, evoca un’atmosfera ipnotica che altera la nostra percezione visiva trasformandola in un paesaggio di entità viventi.

Tra i più seguiti coreografi della sua generazione, il destinatario del Leone d’argento Trajal Harrell, che ha portato le sue creazioni tanto in luoghi d’arte come in festival e teatri – fra cui MoMA, Stedelijk Museum, Biennale di San Paolo, Biennale di Gwangju, Festival di Avignone, The Kitchen di New York – inaugurerà e concluderà il festival con Sister or He Buried the body e Tambourines. Due lavori esemplari di quella “archiviazione fittizia” con cui Harrell rigenera materiale storico e forme della danza pre-esistenti.

Percorrerà il Festival un tributo al Leone d’oro alla carriera Cristina Caprioli,danzatrice, coreografa, teorica sperimentale, accademica e curatrice,che con i suoi lavori esprime un’idea di coreografia come “discorso critico in continuo movimento”, in cui l’atto creativo non è mai disgiunto dalla riflessione. Deadlock, Flat Haze, Silver sono fra i suoi ultimi lavori, cui si aggiunge The Bench, che Cristina Caprioli stessa, facendosi mentore d’eccezione, creerà per e con i danzatori e coreografi selezionati di Biennale College.

Tanti laboratori incontri e conversazioni

Arti e saperi. Come ogni anno il festival sarà accompagnato da laboratori per specialisti ma anche aperti a tutti con alcune delle compagnie ospiti. Incontri e conversazioni permetteranno di avvicinare il pubblico agli spettacoli in programma. Infine, Indigo Lewis e Ravi Deprees, maghi dell’obiettivo fotografico l’una e del video il secondo, testimonieranno lungo l’intero arco del festival, compagnie e artisti invitati per l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale.

Gli spazi a Venezia, ma anche a Marghera e Mestre

Anche quest’anno i Festival di Danza, Musica, Teatro dai luoghi deputati di Venezia, si estenderanno a Marghera e Mestre, nel cuore di alcune delle aree più vitali della terraferma veneziana.

Spettacoli, concerti e tutti gli appuntamenti in programma avranno luogo negli spazi unici della Biennale di Venezia all’Arsenale (Teatro alle Tese, Tese dei Soppalchi, Sale d’Armi, Teatro Piccolo Arsenale),  nella sede di Ca’ Giustinian e nella Biblioteca ASAC ai Giardini; nei teatri storici della Fenice e del Malibran; nella Chiesa della Pietà; nel Salone Sansoviniano della Biblioteca Marciana; negli spazi all’aperto in Via Garibaldi; al Teatro del Parco a Mestre e al Padiglione 30 a Forte Marghera,spazio storico ormai acquisito alla città davanti a un ampio bacino navigabile; infine, per la prima volta, per la danza sarà utilizzata anche la Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido.

La sostenibilità ambientale del Festival

Dal 2021 La Biennale ha avviato un percorso di rivisitazione di tutte le proprie attività secondo principi consolidati e riconosciuti di sostenibilità ambientale. Anche per il 2024 l’obiettivo è quello di ottenere la certificazione della “neutralità carbonica”, conseguita nel 2023 per tutte le attività programmate dalla Biennale: la 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, la 18. Mostra Internazionale di Architettura, il 51. Festival Internazionale del Teatro, il 17. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea (si veda scheda allegata).

A partire dal 22 aprile sarà possibile acquistare biglietti e abbonamenti per tutti gli spettacoli e i concerti in programma alla Biennale Danza, Biennale Musica, Biennale Teatro

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Giornalista professionista dal 1987, è direttore responsabile di Campadidanza Dance Magazine, fondato nel 2015 con Gabriella Stazio. Dopo aver lavorato per quasi venti anni nelle redazione di quotidiani, ha scelto la libera professione. E’ stata responsabile Ufficio Stampa e pubbliche relazione del Teatro di San Carlo, del Napoli Teatro Festival Italia, dell'Accademia Nazionale di Danza, responsabile Promozione, e marketing del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale. Ha curato numerosi eventi a carattere nazionale e internazionale. Con Alfredo d'Agnese, nel 2015 ha fondato R.A.R.E Comunicazioni società press & communication.