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Il movimento, il movimento umano, il movimento danzato

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il movimento umano
Shen Wei - Connect Transfer Paint 1

Il nostro corpo è in continuo movimento.

Anche quando sembriamo apparentemente fermi, il nostro corpo continua a muoversi in un susseguirsi di micro – movimenti che non sono altro che aggiustamenti ed adattamenti al mondo che ci circonda, alla forza di gravità, al calore, alla luce, ai suoni, alla percezione che abbiamo di noi stessi. Poche volte ci soffermiamo a pensare, o forse mai, al movimento, cos’è, cosa significa, a cosa “serve”.

Eppure il movimento è la prima ed immediata manifestazione di ogni organismo vivente inteso come sistema dinamico. La totale assenza di movimento, anche di quello cellulare, sta a significare che l’ organismo vivente è morto. Il movimento quindi è la vita stessa che si manifesta.

Cos’è il movimento

Il movimento umano è “tecnicamente” lo spostamento volontario o involontario del corpo o di una parte di esso nello spazio e nel tempo agito da una determinata forza che ne determina la velocità, la dinamica, la forma. Il movimento umano inoltre, e forse cosa più importante, è il dato immediato che esprime la reazione organizzata di un corpo situato nel mondo.

Ogni movimento nasce dal bisogno conscio o inconscio che l’organismo attiva quando sopraggiunge uno squilibrio fra l’organismo stesso ed il suo ambiente. In questo modo l’essere umano spinto da  una forte motivazione è indotto ad una determinata condotta di movimento, che si traduce nello stato di tensione che precede e mette in movimento l’organismo stesso e che è caratterizzato dall’ aumento della tensione muscolare, la quale permane fino a quando la tensione non si sia ridotta e non sia stato ristabilito l’equilibrio. Potremmo dire che il movimento è la nostra risposta all’essere al mondo, all’essere qui ed ora, è il dialogo permanente che il corpo instaura con sé stesso e la sfera che lo circonda.

Fray Faust – La-rivoluzione del movimento

Non esiste un essere umano che non abbia  motivazione al movimento, poiché essendo un bisogno primario è insito nell’uomo stesso. Così come non esiste un movimento umano privo di significato, conscio o inconscio che sia, poiché ogni movimento è il significante di sé stesso. L’uomo conosce sé stesso e l’ambiente che lo circonda tramite la propria corporeità ed il movimento, ed ogni nuova conoscenza, ogni nuova esperienza, si inscrive nel corpo, che modificato, determinerà ogni conoscenza successiva.

Infatti è proprio attraverso il corpo e la sua manifestazione di sé, il movimento, che si attua ogni conoscenza umana, che è prima di tutto corporea. Ed il corpo umano come un unità psicofisica inscindibile, è il soggetto/oggetto della conoscenza stessa. E’ il bisogno di conoscere, di esplorare che fa muovere il corpo e vista in questa prospettiva la danza si inserisce anche essa come conoscenza/educazione estetica sia di sé, come dell’altro da sé.

Movimento umano

Una delle caratteristiche principali del movimento umano è che non si ripete mai due volte uguale a sé stesso poiché si esaurisce e finisce nel suo compiersi. Non può mai vivere due volte, poiché una volta compiuto, muore pur possedendo in sè la possibilità delle sue successive ripetizioni. Ed ogni movimento successivo, anche se avrà il medesimo obbiettivo, non potrà mai esserne una mera ripetizione, ma piuttosto la differenza, la diseguaglianza del medesimo atto.

La ricerca della differenza, e non della ripetizione priva di senso, è , o almeno dovrebbe essere, la motivazione prima della ricerca del movimento umano.

Si è cercato di individuare i movimenti umani grazie alle loro caratteristiche e di classificarli in base a queste caratteristiche. Ogni movimento si può caratterizzare per una maggiore o minore fisicità, come da una maggiore o minore espressività o capacità di comunicare ed è in base a questa pregnanza che solitamente è possibile farne una “catalogazione”.

Qualora sia il lato obiettivo del movimento ad avere una maggiore importanza  si parlerà quindi di movimento vero e proprio  come lo spostamento oggettivo volontario e non, di tutto il corpo o di una parte di esso. Qualora sia l’aspetto espressivo a prevalere parleremo invece di gesto.

Il movimento danzato

Il movimento danzato è una scoperta relativamente recente, oppure no. Da un punto di vista antropologico il movimento danzato, simbolico, rappresentativo lo ritroviamo già nelle pitture rupestri del Paleolitico. Da un punto di vista della cultura coreutica della danza occidentale, sembrerebbe invece essere una “scoperta” iniziata solo dagli inizi del ‘900. Come è possibile?

Étienne-Jules Marey-Camminando-1883

Per comprendere questa affermazione bisogna andare a fondo nella differenza tra la ricerca del movimento proprio della sperimentazione del ‘900 ed il balletto.

Il balletto occidentale infatti vede nelle posizioni, nelle pose e nei passi predefiniti dal codice stesso della  danza classica accademica, l’elemento costitutivo  della danza. Sebbene la danza sia un movimento, non tutti i movimenti sono individuati o considerati come danza. Se per la danza moderna i confini tra il movimento e la danza come rappresentazione possono essere labili, mutabili e mutuabili, estendibili, per il balletto classico che fa riferimento al repertorio classico e quindi esclusivamente al codice della tecnica classica accademica, sono le posizioni, le pose ed i passi gli elementi di base attraverso i quali si costruisce l’azione danzata, la coreografia, la rappresentazione stessa della danza.

Nella danza moderna la dinamica del movimento lega indissolubilmente il succedersi del movimento stesso, in cui è la fase centrale dello sviluppo del movimento, il disequilibrio, la fase più importante. Il movimento nella danza moderna è inteso piuttosto come una dinamica di movimento che come uno spostamento e poiché si pone alla base del linguaggio danzato, ne rappresenta il “materiale da costruzione”, il building material – Paul Love – da cui emerge, viene fuori, l’intera struttura della danza.

Nel balletto è l’apice del movimento, l’equilibrio, che viene sottolineata e messa in evidenza con una posa o una attitudine, poiché tale prospettiva risponde alla ricerca di virtuosismo, verticalizzazione, propria di questa tecnica. Inoltre nella tecnica classica accademica per movimento si intende il singolo movimento dell’arto inferiore che libero dal peso del corpo si sposta nello spazio senza produrre spostamenti di peso. Si suddivide in movimento semplice e movimento composto

E’ importante notare come il movimento danzato non può essere definito solo da un punto di vista cinestetico, ovvero in base alla posizione delle articolazioni ed al grado di forza applicata, e la cui complessità non può ridursi ad un frazionamento o ad una scomposizione dei fattori che lo compongono.

Volendo definire alcune delle caratteristiche del movimento danzato, possiamo dire che il movimento danzato è un movimento prima volontario, ovvero sovrasieduto dal sistema nervoso centrale e preceduto dalla sua rappresentazione mentale, per poi divenire automatico, ovvero che seppur memorizzato conserva il carattere dell’immediatezza, quindi appreso, ovvero acquisito ed adattato alla richiesta, alla situazione esterna, transitivo, ovvero efficace e coordinato, cioè avviene come un atto istintivo e che attraverso la ripetizione è  suscettibile di aggiustamento ed accomodamento, vigile, ovvero reattivo, espressivo ovvero un segno da cui traspare la soggettività del soggetto, sociale ovvero modificato e modificabile dalle influenze sociali e culturali, comunicativo con l’intenzione di comunicare ed attivatore di uno scambio, quindi rappresentativo fino a divenire astratto.

Il movimento danzato, come il gioco, stimola il movimento in sé, l’attività fine a sé stessa, il movimento come bisogno non finalizzato ad un fine pratico e/o utilitaristico. Ciò non vuol dire che il movimento danzato manchi di intenzionalità poiché infatti non è mai casuale.

Inoltre il movimento danzato non può essere inteso come un singolo movimento, quanto come un sistema di movimenti coordinati in vista di un risultato e/o di una intenzione, il cui carattere transitivo, simbolico ed estetico definisce il movimento stesso in un atto motorio unico, essenziale, in cui la risposta fisiologica e finalizzata, non può essere separata da quella sociale, culturale, comportamentale.

E’ impossibile infatti scindere il movimento unico in movimenti separati e giustapposti fra loro aventi un preciso inizio ed una precisa fine. E’ impossibile da un punto di vista anatomico-fisiologico poiché la struttura corporea umana è un complesso integrato di funzioni e funzionalità, per cui non c’è una capacità motoria che esista e/o si sviluppi indipendentemente dalle altre ed è impossibile da un punto di vista sociale, culturale, poiché il mio movimento è anche quello della mia specie, della società a cui appartengo, della mia famiglia, dei miei genitori, della mia cultura.

Così come è impossibile scindere il movimento nella/dalla sua forma temporale, ritmica, spaziale per cui ogni movimento si definisce ed è definito dalla direzione, dalla velocità, dalla modalità stessa del movimento.

Il movimento danzato inoltre è anche il controllo del movimento che significa poter iniziare, continuare, fermare, modulare, ripetere, riprodurre un movimento secondo una intenzione predeterminata e questo vale non solo per un movimento tecnico, complesso per cui è necessario un alto livello di vigilanza, attenzione, concentrazione, anche per un movimento semplice, di valenza simbolica, gestuale.

Il movimento, ogni movimento anche il più semplice, è quindi già coordinato nel senso che esiste sempre il coordinamento di strutture nervose, che seppur sfuggendo apparentemente allo stato di vigilanza, sono in grado di coordinare i movimenti dei segmenti che nel loro insieme costituiscono un unico atto motorio.

In quante forme infatti può presentarsi un sussulto?

La coordinazione motoria

La coordinazione motoria è la funzione dell’organismo umano che ordina, collega e coordina tutti gli elementi che costituiscono il movimento e non è possibile pensarla separatamente, prima, dopo o durante il movimento stesso, poiché sovrasiede ad esso.

Il movimento danzato quindi da un lato assume un significato gestuale, sia proprio che comune, sia sociale che individuale, dall’altro, attraverso la ripetizione attuata dalle tecniche di danza diviene codice, sistema ed in alcuni casi, a prescindere dagli stili, accademizzazione, poiché  sottraendosi all’ utile e/o al piacere in sé, si riduce ad esercizio motorio e mnemonico attraverso la ripetizione virtuosistica delle regole.

Il movimento danzato in base alle forze da cui è agito può essere sospeso, spinto, pesante; è un flusso ininterrotto,continuo,dinamico;in base allo spazio può essere angolare, curvo, ondulato, squadrato;in base al tempo può essere lento, veloce, continuo, interrotto, e tanto altro ancora. Le possibilità dinamiche, qualitative, espressive del movimento teatrale danzato, sono oggi infinite; le frontiere, le separazioni, le contaminazioni sono state tutte, o quasi tutte, abbattute, alla continua, quasi frenetica ed estenuante, ricerca del nuovo, del diverso.

Le possibilità anatomico-morfologico-funzionali del corpo umano invece sono sempre le stesse; quello che si muove sulla scena è sempre un corpo, lo stesso corpo, con una schiena, una testa, due braccia, due gambe, due piedi. Dal paleolitico superiore ad oggi.

Il corpo umano non ha ancora subito mutazioni genetiche che gli permettano di eseguire oggi movimenti che non avrebbe potuto eseguire ieri, movimenti possibili oggi, impossibili ieri. La possibilità o l‘impossibilità del movimento è tutta culturale, sociale: cento, duecento, cinquecento anni fa il corpo, il movimento non aveva ancora acquisito quelle conoscenze, quei saperi tecnici, pratici, e stilistici, quella coscienza di essere/avere corpo di oggi che gli permettevano di potersi esprimere secondo molteplici codici di movimento. Come dice Wiliam Forsyte il vocabolario è sempre lo stesso, è la letteratura che cambia e qualsiasi sia il movimento, la letteratura, la danza, che si intende creare , sarà sempre e comunque un opera d’arte contemporanea, per il semplice motivo che è creata oggi.

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Direttore artistico, manager ed insegnante del centro internazionale "Movimento Danza”, fondato a Napoli nel 1979 ed accreditato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come "Organismo di Promozione Nazionale della Danza”. Coreografa e direttore artistico della pluripremiata "Compagnia Movimento Danza" e del "Performing Arts Group". Direttore artistico ed event manager di rassegne, festival, eventi e bandi di danza contemporanea. Promotrice italiana e direttore artistico della "Giornata Mondiale della Danza". Editore di "Campadidanza Dance Magazine". Presidente di "Sistema MeD - Musica e Danza Campania", associazione aderente all’Unione Regionale Agis Campania.