Dancing Together Again
DTA meets Italian Dance Community (1) | Internazionalizzazione, confronto e inclusione

NAPOLI – Fertile scambio di idee e pratiche artistiche, a Movimento Danza, per “Dancing Together Again!“. Domenica 10 marzo, si è svolto infatti l’incontro “DTA meets Italian Dance Community”: i dodici creativi coinvolti nella penultima tappa del progetto hanno dialogato con la comunità danzante napoletana. La mattinata si è conclusa con la lecture del professore Levan Khetaguri sul tema della “International Cooperation”. Un tassello fondamentale per la creazione coreografica delle performance restituite al pubblico sabato 16 e domenica 17 marzo, presso lo Spazio Körper – Centro Nazionale di Produzione della Danza.

Il programma delle residenze creative

Il progetto “Dancing Together Again! Creative residencies program” – realizzato nell’ambito del programma “Europa Creativa” – è così giunto alla sua penultima tappa, l’Italia. Movimento Danza di Gabriella Stazio è infatti uno dei quattro organizzatori coinvolti, insieme all’Arts Research Institute of Tbilisi in Georgia, alla TRAFIK Dance Theatre Company di Rijeka in Croazia e al capofila, l’Istituto Nazionale di Musica e Danza Varsavia in Polonia.

Dancing Together Again ha preso il via nel giugno 2023 in Georgia, presso il Arts Research Institute di Tbilisi, dove i 12 creativi selezionati per la prima tappa – 3 per ogni nazione coinvolta – hanno approfondito ed elaborato lo studio dei modelli di sviluppo del pubblico. Un’indagine in cui i creativi, guidati dai professori Levan Khetaguri e Iuri Mgebrishvili, hanno raccolto dati basati su interviste con la comunità locale trasformandole poi in modo originale in creazioni artistiche.

Dancing Together Again è proseguito, quindi, nei bellissimi spazi della TRAFIK Dance Theatre Company situati a Rijeka, Croazia. Qui, nel settembre 2023, si sono incontrati i 12 partecipanti del secondo appuntamento – scelti sempre tra danzatori, curatori e critici – che hanno trattato il tema della sostenibilità vista attraverso la lente della danza e delle arti dello spettacolo. La residenza, curata da Žak Valenta, ha mirato a sviluppare una strategia congiunta per la protezione ambientale, con particolare attenzione alla regione del Mar Adriatico.

Imperdibile opportunità di arricchimento

Domenica 10 marzo, dunque, i dodici partecipanti alla terza residenza – iniziata il 4 marzo e conclusa il 18 marzo – hanno incontrato la comunità della danza italiana, confrontandosi sul tema dell’inclusività nelle arti performative con particolare attenzione allo scambio intergenerazionale e interculturale. Un’imperdibile opportunità di arricchimento per gli artisti coinvolti nel progetto e non solo: le idee raccolte durante lo scambio sono confluite nelle creazioni coreografiche, oggetto della residenza partenopea e presentate al pubblico tra sabato 16 e domenica 17 marzo, allo Spazio Körper.

I 36 creativi coinvolti nelle tre residenze, Georgia, Corazia, Italia – ha ricordato infine la Stazio – si incontreranno nell’ultima tappa ad agosto 2024: presso il National Institute of Music and Dance di Varsavia, in Polonia, capofila del progetto. Quella di Napoli costituisce, quindi, la penultima residenza prima della conclusione di Dancing Together Again!

Dancing Together Again
Alcuni degli organizzatori di DTA durante la serata del 16 marzo allo Spazio Körper. Foto di Pasquale Ottaiano

Insieme di nuovo

Gabriella Stazio, coreografa, direttrice artistica di Movimento Danza e curatrice della residenza italiana del Dancing Together Again, ha aperto la mattinata ripercorrendo le tappe del progetto che hanno condotto fino a Napoli. È un progetto che riguarda lo scambio culturale, le arti performative e la danza con un’enfasi sulla creazione artistica integrata nel contesto locale in cui si sono svolte, man mano, le residenze.

Dancing Togheter Again è nato durante il Covid: un momento in cui tutti gli spettacoli e le arti performative erano costrette a fermarsi. Il progetto è diventato quindi un’occasione di ripartenza e in questo senso anche il nome: “Dancing Toghether Again” ovvero “danzare insieme di nuovo“, un concetto che sembrava quasi impossibile solo pochi anni fa.

Gabriella Stazio ha invitato quindi il professore Levan Khetaguri a condividere con la comunità danzante presente l’esperienza del DTA vissuta in Georgia.

Dancing Together Again: un progetto unico

Direttore dell’Arts Research Institute della Georgia, Levan Khetaguri ha esordito ricordando che Dancing Together Again è un progetto sostenuto da Europa Creativa: “Quando, in collaborazione con gli altri tre partner del progetto, abbiamo deciso di candidarci a Europa Creativa, ci siamo interrogati su come rendere unico il nostro progetto”.

In Europa infatti ci sono già dei progetti simili – come ha poi illustrato nella lecture successiva – incentrati sulla danza e le arti performative. Progetti che mettono in contatto persone di nazionalità differenti. Ma Dancing Totgether Again presenta alcune particolarità, che lo rendono un unicum: è un programma che si articola in tre residenze e che riunisce non solo danzatori, bensì anche curatori e critici, selezionati di volta in volta e provenienti dai quattro paesi organizzatori. E soprattutto: è l’unico progetto in cui ogni residenza ha un tema specifico.

La residenza in Georgia, esperienza multi-disciplinare e multi-culturale

“In Georgia, per esempio”, prosegue il professore Khetaguri, “abbiamo affrontato i modelli di sviluppo del pubblico e la relazione tra lo spettacolo, gli artisti e le comunità locali. A questo fine, ci siamo spostati spesso per far visita alle comunità locali: per primo abbiamo incontrato il Vescovo che vive al confine con la Russia. Una persona autentica, che non teme di rischiare pur di difendere la propria gente. Infatti nel 2008 è stato arrestato, ha passato tre anni in reclusione”.

Khetaguri ha raccontato poi dei borghi medievali e dei luoghi multi-cultura, multi-etnici, multi-religiosi visitati durante la residenza, occasioni per incontrare persone con background differenti e condividere arte e cultura. Ed ha infine illustrato il multidisciplinare International Animation Festival di Tiblisi: un vero e proprio scambio fra tutte le arti. La residenza in Georgia ha visto quindi l’interessante collaborazione non solo dei 12 creativi selezionati, ma anche di tutti gli artisti locali incontrati. Un’esperienza ricca, che sarà raccontata in un film documentario, presto corredato anche di sottotitoli in inglese.

Dancing Together Again

Fuga di cervelli e riequilibrio territoriale: problematiche tutte italiane

Eleonora Tempesta, project coordinator di DTA per l’Italia, ha poi introdotto la giornalista Raffaella Tramontano, che si è detta onorata di essere presentata come membro della Commissione consultiva per la danza del Ministero della Cultura. In questa veste, ha rivelato Tramontano, intende lavorare sul riequilibrio territoriale in Italia, tema poco noto in altri paesi europei poiché il divario tra Nord e Sud è una problematica tutta italiana. Così come è pressoché sconosciuta all’estero la cosiddetta “fuga di cervelli” – nel caso della danza “fuga di gambe” ha commentato con amara ironia la Stazio. Un’emergenza che purtroppo va avanti da molto tempo: sono sempre più numerosi i giovani che si recano all’estero per migliorare la propria formazione, nella danza e non solo, e poi scelgono di non rientrare perché hanno ormai trovato condizioni lavorative e di vita migliori.

Ricordando dell’inchiesta realizzata durante il Covid – confluita nel libro “Si Cambia Danza – L’impatto del Covid-19 sul sistema danza in Italia” – Tramontano ha rievocato la storia di Simona Ferrara: giovane italiana che si è recata negli Stati Uniti per approfondire gli studi ed ora è general manager della Martha Graham Company. Una vicenda simile a quella di Giovanna Delle Donne, che adesso lavora per la Pina Bausch Company. “Ne cito solo due ma potrei citarne tantissime”, prosegue Tramontano, “Attraverso le interviste – sono una giornalista, è questo il mio mestiere principale – vengo a conoscenza di storie come queste. Proprio la settimana scorsa, per esempio, ho intervistato Emio Greco che mi ha raccontato un suo interessante esperimento che potrebbe essere esempio anche per il nostro Governo”.

L’importanza del confronto internazionale

Emio Greco è stato direttore del Balletto di Marsiglia e contemporaneamente anche direttore della propria compagnia Olanda. In quel periodo è riuscito a organizzare uno scambio totale tra le due realtà, non diverso da quelli possibili grazie da Europa Creativa e l’italiano Boarding Pass Plus. Uno scambio di esperienza incrociata che è servito tantissimo agli artisti ma che al Governo francese non è piaciuto, tanto che infatti ha frenato l’iniziativa.
“Di sicuro sono importanti i progetti istituzionali, delle singole nazioni ed europei, ma gli scambi possono essere organizzati anche in maniera più spontanea, semplice e diretta a partire proprio dagli artisti. Certo, su questo ci sarebbe da fare un’altra lunga riflessione”.

Tornando quindi alla situazione italiana: quello che è mancato probabilmente è il confronto con le altre nazioni, europee ed extra-europee. Solo in tempi recenti il Governo sta prendendo atto dell’entità di questo fenomeno e sta tentando di rimediare. Il MiC, infatti, sta puntando l’attenzione sull’internazionalizzazione: per incrementare la collaborazione tra i professionisti italiani e stranieri, organizza bandi come Boarding Pass Plus, giunto ormai alla IV edizione, e altri progetti di co-creazione.

“Non è un caso”, conclude Tramontano, “che Gabriella Stazio ha vinto questo bando: lei, nel Sud Italia, rappresenta un punto di riferimento per l’internazionalizzazione a cui lavora da molti anni”.

Dancing Together Again

Parola chiave: inclusione

“Ogni residenza del Dancing Together Again, come ricordava prima il professore Khetaguri, è incentrata su indifferente topic, ha quindi una propria key-word che nel caso della residenza napoletana è l’inclusione“, ha rivelato la Stazio riprendendo la parola. “Abbiamo scelto questa parola poiché l’inclusione ha avuto un’importanza fondamentale per Movimento Danza sin dalle origini della sua storia”

Le radici di Movimento Danza infatti affondano in una straordinaria esperienza di vita sociale, culturale e politica napoletana: la Mensa dei Bambini Proletari. Nata nel 1972 nel quartiere Avvocata, la Mensa dei Bambini Proletari aveva lo scopo di contrastare il forte degrado sociale che caratterizzava ampie aree del centro storico di Napoli, in cui molti figli di proletari morivano per malnutrizione. L’idea alla base era semplice e riscontrò infatti un immediato successo: in cambio di un pasto giornaliero, bambini e ragazzi erano tenuti a seguire una serie di attività pomeridiane di doposcuola. Dall’esperienza della Mensa dei Bambini Proletari nacquero successivamente diverse altre iniziative, tra cui la Scuola Popolare di Musica di Montesanto fondata nel 1979 negli stessi luoghi della Mensa.

“In quegli anni ero giovane e ancora sconosciuta”, racconta Gabriella Stazio, “mi proposi per un corso di danza contemporanea e l’idea venne subito accettata”
In pochi mesi il corso raggiunse circa 600 iscritti, tra giovani e adulti di ogni provenienza ed estrazione sociale, e ben presto divenne chiaro che le attività di danza avevano bisogno di un luogo dedicato e di una struttura organizzativa autonoma. Da qui l’idea di creare l’Associazione Movimento Danza, fondata proprio nel 1979.

Vai alla seconda parte del “DTA meets Italian Dance Community”

Iscriviti alla Newsletter