C’è chi pensa che la bellezza, da sola, sia una dote sufficiente per farsi strada. Non è così per Roberta Siciliano, che solo di recente ha scoperto il mondo della moda (o meglio, è il mondo della moda ad aver puntato gli occhi su di lei). Ma Roberta è prima di tutto una ballerina, cresciuta a sbarra e libri, che ha lavorato e continua a lavorare sodo per raggiungere i propri obiettivi. Lei si definisce “determinata, perfezionista e tenace“, tre virtù che le hanno permesso di diplomarsi alla Scuola di Ballo del teatro di San Carlo, dove ha poi iniziato la sua carriera da professionista, ma anche di essere tra le protagoniste del programma Ballerini dietro il sipario, prodotto e trasmesso su MTV, e di posare per Fabrizio Ferri. Di questo e tanto altro la bellissima danzatrice parla a Campadidanza.

Roberta, quando è entrata la danza nella sua vita?

E’ entrata nella mia vita, con molta delicatezza, sin da quando ero nel grembo materno. Mia sorella, infatti, fin da quel momento appoggiava su di esso una radiolina che trasmetteva musica al cui ritmo, come mi hanno raccontato, mi agitavo al punto che sembrava che ballassi. Il ritmo, la musica, sono stati parte della mia vita dalla nascita. Fui io, a tre anni, al diciottesimo di mia sorella, ad aprire le danze, muovendomi, simulando passi di danza per tutta la grande sala. E’ per questo che mia madre pensò bene di iscrivermi ad una scuola di danza. Qui è esplosa tutta la mia passione ed il mio forte amore per quest’arte. Passione che, ancora oggi, mi travolge ed affascina.

Lei ha studiato al teatro di San Carlo: cosa le va di ricordare del suo periodo di formazione?

La prima cosa che risalta nella mia mente è l’accoglienza dell’ambiente, che mi dava la sensazione, dal primo momento, di esserci stata da sempre. Ricordo il corso basato sulla disciplina, il senso del dovere, fondamentali per la mia formazione. Ma anche la costante emozione nel vedermi crescere e progredire nei diversi ruoli assegnatimi, l’ansia dei continui esami mensili ed annuali da sostenere, che mi hanno dato un valido aiuto affinché temprassi il mio carattere. Il più importante fra tutti, quello del conseguimento del mio diploma. Feci domanda per sostenere entrambi gli esami per 7° ed 8° corso, affinché mi diplomassi un anno prima. Ad oggi posso dire di aver gioito, ricavandone soddisfazione.

Quali sono state le persone che hanno inciso in modo determinante nel suo percorso artistico?

Non posso non ricordare Antonina Randazzo, la mia prima insegnante, che mi ha dato solide basi sulle quali continuo a costruire. La direttrice Anna Razzi, che mi ha vista crescere professionalmente durante il mio percorso di studi, avvalendomi sempre dei suoi immancabili consigli. Luc Bouy, Giovanna Spalice, Gaetano Petrosino, i quali facendo il loro lavoro con amore e professionalità hanno fatto crescere la mia autostima e la mia ambizione professionale, accrescendo le doti necessarie per essere una buona artista.

Ci sono delle danzatrici che per lei sono state un modello di riferimento?

Sicuramente avere un modello che ci ispira può essere uno stimolo per tirare fuori il meglio di noi stessi. Ho trovato dei punti di riferimento che meglio mi si sono adattati, che mi hanno permesso di concentrarmi sulle mie potenzialità. Per questo è un bene conoscere, osservare chi  di per sé ha più esperienza, chi ha calcato grandi palcoscenici e con passione e talento, piuttosto che tenacia, ha raggiunto grandi livelli. Carla Fracci, Sylvie Guillem, Alessandra Ferri: loro più di tutte sono state un modello a cui ho fatto riferimento più volte, ma nessuna danzatrice in particolare lo è stata in assoluto per me.

E’ stata tra le protagoniste del programma “Ballerini dietro il sipario”, prodotto e trasmesso su MTV. Come ha vissuto questa parentesi televisiva?

Con molta semplicità. Credo sia il termine più adatto! Felicemente onorata di essere stata scelta fra i protagonisti, in quanto immagino i ragazzi che avrebbero voluto essere al mio posto, così come al posto degli altri. Chi avrebbe immaginato di ritrovarsi folle di ragazzi ad aspettarti fuori al Teatro per vederti, chiederti una foto o un autografo! Ricordo il piacere di ricevere numerosi messaggi di apprezzamento, che hanno avuto un grande valore per me, ma non ho mai permesso che questo divenisse motivo di distrazione. Né ho mai pensato potesse essere motivo per sentirmi importante, come erroneamente e al contempo quasi giustificatamente, può capitare, data la visibilità che la televisione dà.

Ha posato per il grande fotografo Fabrizio Ferri, ci racconta questa esperienza?

Ho vissuto un’esperienza emozionante e gratificante, seppure piuttosto pericolosa. Mi riferisco ad alcuni scatti fatti sul Vesuvio, nella bocca del vulcano. A distanza di tempo ho compreso che è stata una tappa della mia vita professionale di rilevante importanza, che mi ha portata a scoprire anche una piccola parte di me: lo spirito avventuriero ed un ancora  sconosciuto coraggio latente, la propensione verso esperienze adrenaliniche come questa. Ciò ha sorpreso anche me stessa, al punto che – ne sono certa – ho dato più di quanto io stessa pensassi di poter dare o fare. Mi sono lasciata coinvolgere ed entusiasmare dagli splendidi scenari che hanno dato da sfondo al mio lavoro: Pompei ed il Vesuvio. Oggi posso dire che, per la mia modesta esperienza, credo di essermi lasciata guidare dall’istinto e dall’entusiasmo che vince qualsiaisi paura, anche quella più banale di farsi male. Resa protagonista immortalata dalle mani sapienti di un grande artista, mi sono abbandonata con fiducia e simpatia verso l’obiettivo, sentendomi libera e godendomi l’emozione di essere sospesa nel vuoto, come se stessi per spiccare il volo. Probabilmente si era stabilita una giusta empatia con il fotografo, che mi ha “salutata” al termine del lavoro, gratificandomi con queste parole, incise come poche nel mio cuore:”Sei stata anima di questo indimenticabile lavoro“.

Che cosa ama del mondo della danza e cosa, invece, non sopporta?

Quello che amo nella danza è la sua totale essenza, lo spirito desideroso di regalare generosamente emozioni al proprio estimatore, sudare per lo sforzo di superare il proprio limite, le proprie difficoltà, o semplicemente fare del proprio difetto un piacevole e gradevole distintivo. Amo anche la cura del dettaglio, la sana competizione che spinge a ricercare in se stessi il meglio. Siamo tutti differenti e per quanto i passi, spesso, siano gli stessi, ognuno li svolge in maniera del tutto personale, anche se impercettibilmente. E’ una disciplina, per me, così bella che personalmente la posso solo amare incondizionatamente.

Nonostante gli impegni professionali è riuscita a portare avanti gli studi alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Com’è riuscita a conciliare lavoro ed università?

Con impegno,  forza di volontà e una dose giusta di sacrificio, in quanto ho limitato i piaceri come le uscite con gli amici. Sono dell’opinione che se si ha una vera motivazione per fare qualcosa, non ci si accorge dei sacrifici che si fanno per raggiungere la meta. Soprattutto, si è capaci di mettere in pratica tutta la pazienza, la tenacia e l’abilità necessarie per arrivare all’obiettivo. Non ho mai scartato l’idea di voler proseguire il mio percorso di studi dopo il liceo. Quando qualcosa ci piace o ci gratifica particolarmente, siamo disposti infatti a trascurare qualsiasi altra attività pur di poterci dedicare alla nostra “passione”.

Un’altra sua passione è la moda. Ce ne parla?

Essendo stata coinvolta, mio malgrado, in progetti artistici improntati sull’enfatizzazione dell’immagine, ho scoperto di avere un particolare piacere ed interesse verso questa forma artistica. Ho trovato un’affinità con la danza. Entrambe vogliono comunicare attraverso il corpo, veicolo di espressione, il loro messaggio. L’una con il movimento, l’altra con l’abito. E’ piacevole sapere di dare un valido contributo al valore dell’arte, che sia un vestito, in questo caso, piuttosto che una performance danzante. La moda è una forma d’arte che va vissuta, personalizzata, interpretata secondo il proprio carattere. Ciò che più mi piace è che hanno come comune denominatore la grazia e l’eleganza.

Sia per lavorare nel mondo della danza che in quello della moda è fondamentale avere un bel corpo. Lei che rapporto ha con il suo?

Sto bene con il mio corpo, lo reputo un dono di Dio e come tale va curato, a maggior ragione quando questo è lo strumento del nostro mestiere. Ringrazio di averlo sano e piacevole, per me stessa ed anche per chi esternamente lo ha apprezzato a livello artistico sia per la danza che per la moda. Ho riflettuto più volte riguardo a questo argomento. Spesso capita di desiderare di essere qualcun altro. Questo desiderio, secondo me, può essere d’aiuto, perché può spronare ad essere migliori, ma diventa pericoloso quando si regge solo sulla menzogna, perché non si è sinceri con se stessi. Meglio, allora, preoccuparsi di accettarsi con onestà, mostrandosi, anche agli altri, in modo autentico. Credo, infatti, che si possa essere più apprezzati mostrandoci in tutto il nostro essere: sincere, vere, spontanee.

Attualmente in cosa è impegnata e quali sono i suoi progetti per il futuro?

Preferirei parlarne al momento opportuno.Non tanto per scaramanzia, come è solito sentirsi dire da chi fa questo mestiere, quanto per il piacere di parlarne a fatto compiuto. L’importante per me è non arenarsi e non spaventarsi del cambiamento qualora fosse necessario, guardare in più direzioni e realizzare il mio progetto principe che risiede nel regalare emozioni al pubblico.

Angela Lonardo

Iscriviti alla newsletter di Campadidanza

Iscriviti alla Newsletter