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La street dance al Back To The Style: parla Luigi Russo, b-boy Rota

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NAPOLI – La Street Dance è uno degli ambiti della danza maggiormente devastati dall’avvento della pandemia. A soli pochi mesi dalla pandemia abbiamo provato a definirne i confini, le sfumature, le trasformazioni, le criticità e i punti di forza (https://www.campadidanza.it/la-street-dance-uno-spaccato-dimenticato-della-danza.html). A quasi un anno dal Coronavirus abbiamo invece potuto tracciare un bilancio del suo adattamento alla condizione emergenziale, le scelte e le strategie, le azioni e il reale coinvolgimento in termini di presenza, rete e associazionismo, oltre che tutela del lavoratori (https://www.campadidanza.it/la-street-dance-uno-spaccato-dimenticato-della-danza-2.html).

Una manifestazione internazionale, 10 anni di grande stile

Non ci aspettavamo che fosse tutto rosa e fiori, nemmeno che si potesse battere la fiacca. Dunque, chi ha sempre guardato a questo mondo come una cornice autoreferenziale costruita sul proprio sé, si è arenato in assenze o presenze di circostanza che avevano il solo tentativo di rivendicare ancora una timida esistenza. Chi invece ha sempre lavorato, sommessamente e silenziosamente, per alimentare una cultura di strada che resti tale ma che sappia anche emanciparsi e vestirsi di credibilità etica e civile, ha saputo esserci e perbene.

E’ il caso del Back to the Style International Graffiti Jam, una Jam con una storicità di 10 anni organizzata da Bereshit Aps. Tra le più famose al mondo e tra le più amate dagli addetti ai lavori, qui a Napoli. Con un team di organizzatori fatto di Writers e Street Artist, non c’erano dubbi che l’iniziativa acquisisse negli anni sempre più consensi.

La decima edizione è il risultato di un allineamento di forze: The Body Rock e altre realtà locali si sono messe insieme per un Back To The Style che potesse essere ancor meglio degli altri anni. Infatti, gli organizzatori del The Body Rock Hip Hop Jam e i membri della Tck Movement Aps hanno curato la Street Dance all’interno dell’evento.

Tre giorni di scambi felici sul dancefloor

L’obiettivo di queste collaborazioni è stato chiaro: vincere la pandemia e farlo insieme dimostrando che uniti si può. Dunque ne viene fuori una tre giorni intensa, dinamica, fatta di arte a 360° gradi, di aggregazione, di scambi felici sul dancefloor. Circa la danza, tanti i ballerini che si sono avvicendati, giovani e meno giovani, regalando al pubblico delle battles sfidanti, tensive, capaci di entusiasmare e coinvolgere aldilà dei vincitori e dei vinti.

Nell’ambito del focus che Campadidanza si pone di realizzare sulla Street Dance, in Campania ma non solo, aggiungiamo un nuovo nome alla lista dei protagonisti della Street Dance (l’ultimo intervistato è stato Alessio Sardiello per l’House Dance e la sua intervista può essere letta al seguente link https://www.campadidanza.it/i-protagonisti-della-street-dance-alex-sardiello-e-house-dance.html).

Questo nome è Luigi Russo, b-boy Rota, un membro della Tck Movement ed esponente storico della cultura urbana, tra i pilastri del Back To The Style. Un b-boy di quelli da far saltare le pupille dagli occhi quando lo vedi danzare e, allo stesso tempo, un cuore immenso e un’azione mai sospesa nel portare la cultura della Street Dance dove questa può divenire presidio di legalità, di riscatto sociale, di politica civile che cresce nei più giovani. Poter parlare con lui è un’occasione ghiotta, imperdibile.

“Il post-pandemia si supera tutti insieme”

Cosa rappresenta il Back To The Style per la scena Hip Hop campana?

Il Back To The Style è icona dello stile, una delle jam più ambite nel panorama Hip Hop mondiale per ciò che riguarda i graffiti.

Qual è il ruolo che la danza ricopre nella riuscita di un evento polivalente e multidisciplinare come il Back To The Style?

Il Back To The Style è una Jam di Writing con artisti provenienti da tutto il mondo. Trattandosi di un evento di cultura urbana diviene importante mantenere una visione aperta su tutte le forme di espressione: la Street Dance, per la sua spettacolarità, è una delle “facce” di un Back To The Style che vuole dare al pubblico la possibilità di decidere a cosa assistere, tra più forme artistiche.

Quali sono i valori che il Back To The Style intende trasmettere alle nuove generazioni di Street Dancers?

In primis l’amore la passione, l’impegno che bisogna avere nel momento in cui si sceglie un percorso artistico che può essere il Writing o la Street Dance. Circa quest’ultima è importante vedere collettivi di persone con esperienza nel settore capaci di lavorare insieme per offrire spazi fisici, di crescita e di confronto tra i più giovani e non solo.

Dopo la pandemia, su quali “campi” si gioca la partita del futuro della scena Hip Hop campana?

Il nostro futuro é scritto ed é lo stesso di quando, oltre 40 anni fa, abbiamo cominciato. La partita del futuro si gioca quindi sempre nello stesso “campo”: sui muri, sul pavimento, sul giradischi o con il microfono. Cambia soltanto il contesto che storicamente è sempre in evoluzione. In ogni caso, noi sappiamo dove andiamo semplicemente perché questa cultura sa bene da dove viene.

Il Back To The Style come modello pilota

La nettezza delle risposte di b-boy Rota restituisce una semplicità alla Street Culture in generale e alla Street Dance nello specifico. Le nuove tendenze, sublimate dalla pandemia, sembrano rispondere solo a dinamiche di fama che hanno invertito la rotta della conoscenza. Non sono più i curiosi ad andare dall’artista, ma è l’artista che si propone ai (non) curiosi e troppo spesso conformandosi a come questi lo desiderano.

La Street Culture deve quindi rivendicare le proprie origini, rinsaldarle e rimodularle leggendo la realtà contemporanea ma rimanendo sé stessa: sincera, di frontiera, aggregativa. L’amore, la passione e l’impegno sono tre pilastri inscindibili sui quali si fonda la cultura urbana e che non possono non essere trasmessi alle nuove generazioni con modelli coerenti che devono declinarsi nei contesti formativi informali e non formali, a prescindere dall’uso delle tecnologie e del ricorso a social media.

Il Back To The Style, dall’organizzazione della proposta alla proposta stessa, ha dimostrato che ci sono i margini per unire le forze, per fare squadra, per orientarsi insieme verso obiettivi che oggi sono più comuni che mai. Ci si vede dunque alla prossima edizione, sperabilmente con meno mascherine e più partecipanti ancora uniti dall’ideologia della Street Culture.

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Danzatore, docente di danza e chinesiologo. Opera come performer e giovane autore in Borderline Danza di Claudio Malangone e collabora come danza-educatore con enti e associazioni. Attivo nel campo della ricerca pedagogico-didattica, porta avanti un'indagine sui vantaggi della danza come dispositivo di adattamento cognitivo e sociale.