Apriamo un nuovo luogo di incontro e di dibattito per ospitare un tema importante come quello della Questione Meridionale della Danza, in cui poter pubblicare i contributi di quanti, operatori ed artisti, desiderino confrontarsi su questo argomento.  Continuiamo con la riflessione di Mario Crasto De Stefano, Presidente Vicario Federdanza – Agis e Presidente e Direttore Artistico CDTM – Circuito Campano della danza

Fare danza costa, farla al sud costa di più

“E’ un fatto ormai consolidato che la gran parte delle  compagnie che operano oggi in Italia, abbiano raggiunto un indiscusso primato nazionale ed internazionale grazie alla loro qualità artistica e culturale. Prova, non ultima, le quattro recenti edizioni della NID Nuova Piattaforma della Danza Italiana che hanno invitato e ospitato un grande numero di operatori italiani e stranieri dando così la possibilità alla produzione italiana di danza di qualità di farsi vedere.

Siamo però consapevoli che molte di queste compagnie soffrono in Italia più che all’estero di una vera sindrome di “invisibilità”.

Le loro produzioni, i loro spettacoli che tanto successo hanno all’estero, ambasciatori della qualità  italiana, ospiti  nei più importanti festival   internazionali, rischiano di non essere viste in Italia. Questo è un insopportabile paradosso, noi come operatori viviamo una vera e propria frustazione.

La danza per esistere deve essere vista e il lavoro degli operatori è quello di mettere le compagnie in condizione di avere pubblico, attraverso una strategia meditata che ognuno di noi  costruisce sul proprio territorio.

Questa attività apparentamente molto semplice si rivela  invero molto  difficile, e atteso che le centinaia di  danzatrici e danzatori che frequentano le scuole di danza non fanno i teatri pieni se non in eventi di grande richiamo, il pubblico bisogna andare a prenderlo e fidelizzarlo con un costante lavoro di informazione e comunicazione.

Questo dato di per se allarmante e clamoroso ha evidenziato la necessità di una nuova attenzione con la creazione dei circuiti multidisciplinari fondamentali per la vitalità economica del settore, ma anche per le loro funzioni di formazione del pubblico.

Non è però cosi semplice ed automatico pensare di forzare i cartelloni teatrali con contaminazioni di genere danza che non siano condivise e comprese dal pubblico teatrale. Possono esserci azioni di rigetto dalla quale avere solo danni.

Bisogna allora che  produzione e distribuzione si affianchino facendo maggiore sinergia, a cominciare dai costi tecnici ai premontaggi ma anche ai titoli e alle composizioni . Benefici effetti si vedono nelle regioni del centro italia dotate di teatri attrezzati e disponibili. Un esempio su tutte l’ emiliana Monica Casadei dove nel suo recente repertorio ha tutti titoli operistici.

Completamente diversa la situazione nel sud dove a cominciare dai linoleum alla quadrature nere, tutte le attrezzature sono noleggiate a caro prezzo.

Fare danza costa, farla al sud costa di più.

Per finire alcuni dati:

Poche le  compagnie sovvenzionate dal Mibact, 9 in tutto il sud, isole comprese, su 60 nazionali.

– n. di spettacoli: SUD circa 1600 CENTRO 2400 NORD 4300

Mi sembra quanto mai distante la differenza tra Sud e Nord, che va riequilibrata con maggiori investimenti e/o premialità da parte delle istituzioni sull’intero comparto. Uno strumento su tutti la nuova legge sul spettacolo dal vivo.”

Mario Crasto De Stefano

Presidente e Direttore Artistico CDTM – Circuito Campano della danza e Presidente Vicario Federdanza – Agis

 

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