SAN GIMIGNANO – Ci si prepara alla X edizione di Orizzonti Verticali – Arti sceniche in cantiere. Teatro, danza, installazioni, incontri e masterclass in programma dal 25 al 27 agosto nella località di San Gimignano, in provincia di Siena. Si tratta di un traguardo importante per un progetto culturale nato con l’intenzione di veicolare la sperimentazione e la ricerca dello spettacolo dal vivo. Un cantiere aperto appunto dove i linguaggi della scena contemporanea, in una commistione di stili e proposte, si incontrano con l’architettura storico medievale di una città con un centro storico dichiarato Patrimonio dell’ Unesco.

Multidisciplinarietà e artisti di spicco

Sette gli spettacoli in cartellone di cui due prime italiane, una nazionale e una regionale, accompagnati da un’installazione dell’artista visivo Sebastiano Pelli, due incontri e un laboratorio con Anna Dora Dorno, Nicola Pianzola e Anuradha Venkataraman. Il calendario propone percorsi artistici votati alla multidisciplinarietà, con la partecipazione di artisti e compagnie di spicco nazionali e internazionali. Si comincia il 25 agosto alle ore 18 nel cortile del Palazzo Comunale con un dibattito insieme al pubblico a cui prenderanno parte i Direttori Artistici e Carolina Taddei, Assessore alla Cultura. A seguire, Sebastiano Pelli presenterà Diffusori di contenuti. Dieci sculture in ferro, dieci piccoli megafoni ideati pensando a ciascun anno del festival per sottolineare la visione comune che lega Pelli a Orizzonti Verticali. Il primo megafono verrà installato proprio per l’occasione e reso disponibile durante tutta la rassegna a chiunque voglia diffondere le proprie idee in forma amplificata, dando vita così a una performance partecipativa.
Si parte poi con gli spettacoli. Al Torrione di Mangiapecore, una delle cinque torri del borgo, alle 19.30 andrà in scena Storia d’amore e di calcio di Michele Santeramo, interpretato da Fabio Facchini. Mentre alla Rocca di Montestaffoli alle ore 22 arriva la compagnia Instabili Vaganti con Dante Beyond Borders. Fra teatro e danza, fra Divina Commedia e Mahābhārata. Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola hanno realizzato un’interessante coproduzione italo indiana coinvolgendo anche la danzatrice Anuradha Venkataraman. Il lavoro esplora differenti linguaggi che spaziano dalla danza tradizionale indiana al teatro fisico e sperimentale, dalla videoarte alla musica elettronica.

Esperienze e ospiti tra i più vari

E tutto questo rappresenta solo la giornata d’apertura. Il Festival continua con esperienze e ospiti tra i più vari, come la compagnia Atacama e la IVONA. Mentre Giardino Chiuso debutta in prima nazionale con Lo spazzasuoni/Suono uno, creazione di Tuccio Guicciardini, Patrizia de Bari e Carla Tatò che prende spunto dall’omonimo racconto di J.G. Bellard. Sarà l’occasione per scoprire anche un suggestivo luogo sotterraneo di San Gimignano, ex rifugio antiaereo. E ancora, il pubblico potrà incontrare gli artisti del Teatro dell’Argine, autori di una performance in realtà virtuale, Il labirinto, che si è aggiudicata nel 2021 il Premio Speciale Ubu e il Premio rete critica. Poi la compagnia svizzera di Tiziana Arnaboldi vuole effettuare uno studio sulla Bauhaus con Autour du corps. La foto di un oggetto a forma di cono è stata la fonte di ispirazione. L’immagine, trasformata in costume, è una lunga gonna di quattro kg composta da nove anelli concentrici che costituisce il motore del gesto danzato.

I flussi delle tante maree

Gran finale con Marco Baliani e il suo Opposti flussi. Una riflessione sugli opposti, l’identità e l’alterità “partendo da storie popolari, miti, fiabe, leggende, la parola narrata compie continue digressioni e tocca altre narrazioni senza mai rinchiudersi dentro un percorso definito, ma seguendo gli stimoli e le visioni che i racconti produrranno, i flussi delle tante maree”.

Il Festival è diretto da Tuccio Guicciardini e Patrizia de Bari ed è curato dalla Compagnia Giardino Chiuso e dalla Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee. Una realtà importante. Per la valorizzazione del territorio sicuramente. Ma soprattutto per la sperimentazione e la ricerca in prima linea insieme alla partecipazione del pubblico. In un borgo medievale, in una vera e propria roccaforte trovano spazio l’apertura, la comunicazione e la libertà.


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