Susanna Egri

ROMA – Si celebra quest’anno il 70esimo compleanno della Rai – Radio Televisione Italiana. Infatti le prime trasmissioni andavano in onda proprio 70 anni fa, domenica 3 gennaio 1954, a partire dalle 11.00 del mattino. Un compleanno importante, una data epocale che ha cambiato l’Italia e, nel bene e nel male, gli italiani.

Il 3 gennaio 1954 debuttava la danza nella tv italiana con Susanna Egri

Quando le trasmissioni iniziarono ufficialmente in quella data fatidica una danzatrice italiana c’era: Susanna Egri. La Egri, figlia di Ernest Egri Erbstein l’allenatore del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga, lavorava in televisione già da prima che la televisione nascesse ufficialmente poiché dal 1949 si trovava a sperimentare la propria danza e quella che sarebbe diventata la danza televisiva negli studi Rai di Torino. In occasione dell’inaugurazione dello studio televisivo di via Montebello danzò un valzer su musica di Chopin consentendo all’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi di vivere l’esperienza di ammirare contemporaneamente un atto performativo dal vivo in studio e in diretta su un teleschermo[1].

Il 3 gennaio, però, «accese la tv con un passo di danza»[2], esibendosi in un pas de deux classico con Norman Thompson, sulla musica del celebre film Luci della ribalta (1952) di Charlie Chaplin, all’interno del programma di varietà musicale Settenote[3].

Tutto avvenne in diretta e purtroppo non è rimasta traccia del balletto se non in alcune foto. Avevo un bellissimo tutù corto di un rosso sfavillante, che non si poteva vedere perché le trasmissioni erano in bianco e nero. […] Erano anni bellissimi, c’era un genere da inventare. Per me rappresentò un’opportunità e venni addirittura utilizzata come “merce di scambio”: la tv italiana mandava me a danzare a Parigi e in cambio quella francese inviava i suoi cameramen a insegnare il mestiere ai nostri. Inizialmente andammo io e Fulvia Colombo che sarebbe poi diventata la prima “signorina buonasera”: fu lei a leggere il messaggio di inaugurazione delle trasmissioni domenica 3 gennaio 1954 alle ore 11.

La donna che accese la tv con un passo di danza, intervista di Franca Cassine a Susanna Egri apparsa su La Stampa il 3 gennaio 2014 in occasione dei 60 anni dalla nascita dalla televisione italiana.

Nel 1952 la Egri ha dato vita alla prima vera creazione di danza trasmessa dalla televisione italiana, Le Foyer de la Danse, una coreografia particolarmente incentrata sull’immaginario sognante creato dall’atmosfera dei quadri di Degas e su musiche di Rossini. Quella coreografia ebbe lunga fortuna non solo sui teleschermi (con una nuova edizione ripresa in teatro nel 1965), ma anche sui palcoscenici italiani e stranieri[4].

Egri: una carriera tra tv e teatro

La Egri poi, con una rinnovata fiducia da parte dei dirigenti, ha creato altre coreografie per lo schermo, all’interno di lavori musicali di vario genere, come per Amahal e gli ospiti notturni di Giancarlo Menotti[5] trasmessa nel 1956[6] e poi tutta una serie di creazioni per La TV dei ragazzi (dal 1955 al 1968), nonché per i programmi serali: Incontro (1960), Tutti in pista (1961), Negro Spirituals (1962), Renar (1962), Jazz Play (1962). Nel 1963 la Egri creò un trittico di balletti per gli studi televisivi, dalla Bohème tratta dal romanzo di Murger a Turandot dalla fiaba di Gozzi, fino a quella Cavalleria Rusticana, ispirata alla novella di Verga e ambientata in una Sicilia del dopoguerra, con musica jazz appositamente commissionata e composta da Mario Migliardi, che le è valso il Prix Italia, l’Oscar della TV nel 1963[7].

Susanna Egri con una caleidoscopica vitalità ha condotto programmi culturali dentro il teleschermo – come Orizzonte, Storia della danza, Aspettando l’alba con Giorgio Albertazzi e altri, coreografie per opere liriche, partecipazione a programmi di varietà Canzonissima[8], Refrain, Asolo – e fuori con l’attività di insegnante e divulgatrice: «Essere “dentro la tv” faceva cadere qualsiasi pregiudizio nei confronti della danza»[9]. La Fondazione Egri per la danza[10], che raccoglie l’esperienza de I balletti di Susanna Egri, la scuola, l’alta formazione e la Compagnia Egri Bianco Danza, è attiva ancora oggi.

L’importanza di Susanna Egri in questa traccia storica della danza in tv è dovuta al suo contributo di artista, intellettuale, nel capire la rilevanza del nuovo mezzo che dovevano sommarsi al vigore espressivo della danza, fronteggiando la bidimensionalità dell’immagine[11]:

La tv ha questa particolarità, che passa da un totale a un particolare. Infatti inizialmente avevo avuto delle discussioni con il regista che voleva alternare una camera che mi prendeva il totale e un’altra che mi prendeva il particolare del viso ed io mi ero molto indispettiva e ho detto: «No, non mi prendete il viso mentre io faccio qualcosa di importante con i piedi! Ci penso io a venire a favore di quella determinata camera quando penso che voi possiate riprendere un pezzo particolare, che può essere il viso, come anche una mano, o una parte del corpo e mi metto a favore di quell’altra camera che mi prende in totale. Lasciate che sia io stessa a guidare gli stacchi». E questa è stata un po’ sempre la tecnica che ho cercato di adottare nei successivi lavori televisivi, perché solo chi conosce perfettamente il pezzo può realizzare questa cosa.

Conversazione con Susanna Egri.

Una posizione chiara, da professionista, da corpo e mente danzante in grado di essere oltre che coreografa e danzatrice, anche regista e perfino camera dance woman di sé stessa.


[1] Conversazione con Susanna Egri, Torino, 9 aprile 2009, già in AA. VV., Dieci anni di televisione in Italia: 1954-1964, Rai- Eri, Roma 1964, p. 145.

[2] La donna che accese la tv con un passo di danza, intervista di Franca Cassine a Susanna Egri apparsa su La Stampa il 3 gennaio 2014 in occasione dei 60 anni dalla nascita dalla televisione italiana.

[3] Settenote sembra essere il secondo varietà della storia della televisione italiana, poiché la Rai iniziò le trasmissioni ufficiali proprio nella stessa domenica della messa in onda della prima puntata del programma, alle ore 22:45. La regista di Settenote è stata Alda Grimaldi. Alle 15 era invece andato in onda il più antico varietà italiano in assoluto, intitolato L’orchestra delle quindici. Cfr. “Radiocorriere”, 10-16 gennaio 1954, Cfr. A. Grasso (a cura di), Enciclopedia della televisione,3aed., Garzanti Editore, Milano, 2008, pp. 22-23.

[4] Cfr. A. Testa, Discorso sulla danza e sul balletto, cit., p. 267.

[5] Oltre ad essere un compositore di fama mondiale Menotti ha creato nel 1958 il Festival dei due Mondi di Spoleto.

[6] Nell’archivio Rai Teche questo documento è conservato su pellicola 16mm.

[7] Cfr. V. Doglio, I balletti di Susanna Egri, T.G.T., Torino 1981, pp. 8-9.

[8] In quell’edizione del 1969 la Egri portò la sua scuola di ballo, mentre le coreografie delle Kessler furono affidate a Jack Bunch. La Egri poi nel 1978 curò le coreografie dell’Andrea Chénier di Umberto Giordano per la stagione di opere e balletti di Rai 2; negli anni ’80 collaborò in vesti di coreografa allo sceneggiato di Edmo Fenoglio dal titolo La Ballata di Cocciadura.

[9] La signora della danza, intervista di Claudia Allasia a Susanna Egri apparsa su “La Repubblica”, 29 aprile 2009.

[10] Notizie attuali reperite su www.egridanza.com.

[11] R. M. Fabris, Il corpo danzante fra teatro e televisione nella ricerca di Susanna Egri degli anni Cinquanta, in A. Pontremoli, A. Cava (a cura di), La danza jazz in Italia. Storia, culture, tecniche, Aracne, Roma, 2014, p. 138.

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