Le posizioni di grande distensione, come gli affondi, sono il risultato di un lavoro costante e paziente che modella il corpo, agendo contemporaneamente sulla psiche. Sequenze di movimenti e respirazioni sviluppano un flusso regolare di energia, contrastando blocchi e tensioni, causa di diversi malesseri. Molti problemi di salute possono essere così evitati, attivando inoltre quell’impulso al progresso che dalla cura del corpo si evolve e si espande all’infinito.   

Impariamo ad eseguire la posizione di affondo laterale, skandasana. Skanda è il dio della guerra, figlio di Shiva e Parvati, conosciuto anche come Kartik o Kartikeya. Skandasana è la posizione–asana  di  Skanda.  Quest’asana, nella variante in chin e jnana mudra, è di livello intermedio-avanzato e richiede un riscaldamento precedente.

Affondo laterale a destra

Affondo laterate a destra

Inizio: in piedi con le gambe divaricate e distese, le mani unite in anjali mudra, il gesto della preghiera. Esegui 3 respirazioni profonde visualizzando i piedi radicati a terra e il contatto tra le mani.  

Dinamica a destra: inspira, espirando piega le ginocchia; il peso del corpo è bilanciato al centro. Inspira, espirando sposta e scarica il peso a destra ed esegui un piegamento massimo fino ad arrivare nella posizione semiseduta sul  piede destro. La gamba sinistra si distende con il piede in flessione. Porta le mani in appoggio a terra per mantenere l’equilibrio.

Livello avanzato: esegui con la mano destra chin mudra, pollice e indice uniti, le altre dita rivolte verso la terra e con la mano sinistra jnana mudra,  pollice e indice uniti, le altre dita rivolte verso il cielo.

Statica: esegui 3 respirazioni profonde in skandasana, con le mani in appoggio a terra, più semplice, oppure in chin e jnana mudra.  Concentrati sul peso, sul mantenimento della colonna eretta, sullo stiramento profondo della gamba sinistra.

Ritorno: inspirando spingi le mani a terra  e  ritorna nella posizione con le ginocchia piegate, il peso del corpo è al centro, le mani unite; stendi le gambe.

Affondo laterale a sinistra

Affondo laterale a sinistra

Dinamica a sinistra: espirando piega le ginocchia; il peso del corpo è bilanciato al centro. Inspira, espirando sposta e scarica il peso a sinistra ed esegui un piegamento massimo fino ad arrivare nella posizione semiseduta sul  piede sinistro. La gamba destra si distende con il piede in flessione. Porta le mani in appoggio a terra per mantenere l’equilibrio.

Livello avanzato: esegui con la mano sinistra chin mudra, pollice e indice uniti, le altre dita rivolte verso la terra e con la mano destra jnana mudra,  pollice e indice uniti, le altre dita rivolte verso il cielo.

Statica: esegui 3 respirazioni profonde in skandasana, con le mani in appoggio a terra, più semplice, oppure in chin e jnana mudra.  Concentrati sul peso, sul mantenimento della colonna eretta, sullo stiramento profondo della gamba destra.

Ritorno: inspirando spingi le mani a terra  e  ritorna nella posizione con le ginocchia piegate, il peso del corpo è al centro, le mani unite; stendi le gambe.

Finale: esegui 3 respirazioni profonde nella posizione con le gambe divaricate e distese, le mani unite in anjali mudra. Visualizza l’appoggio e i battiti del cuore nei polpastrelli.  

Attenzione: non eseguire skandasana se hai lesioni alle ginocchia, alle caviglie o problemi alle anche.

Consigli: la pratica di skandasana deve essere preceduta da un breve  riscaldamento, preparando il corpo con allungamenti e aperture. 

Benefici: la posizione di affondo laterale favorisce l’apertura delle anche, attiva i muscoli del pavimento pelvico, rafforza l’addome, distende i bicipiti femorali, stira i muscoli del polpaccio e dell’interno coscia, potenzia le caviglie, sviluppa equilibrio.

Mudra: jnana e chin mudra simboleggiano l’unione dell’anima individuale (indice) con il divino (pollice). Le 3 dita allungate rappresentano i 3 guna, qualità che caratterizzano la vita: tamas, rajas, sattva.  Tamas è manifestazione di torpore, indolenza, oscurità; rajas contraddistingue il desiderio, l’attività; sattva è la purezza, la saggezza, la virtuosità.   

La disciplina yogica richiede dedizione e allenamento quotidiano per garantire graduali e significativi miglioramenti.

“Per chi si impegni allo stremo, la meta è prossima”.  (Yogasutra 1.21)

Fotografie di Pinella Palmisanowww.pinellapalmisano.it

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Danzatrice, coreografa, docente, membro di AIRdanza. Ideatrice della Tribal, danza e tamburi e del Nataraja Yoga, una forma di yoga in danza, che insegna presso Movimento Danza e presso lo IALS. Conduce laboratori per danzatori e attori. Laureatasi in Discipline dello Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma, collabora come docente con Enti di Formazione per le materie: Storia della Danza, Storia del Teatro e Antropologia della Danza. Curatrice di Festival e Rassegne di danza. Lavora come coreografa per il teatro e per la televisione.