Quando si affrontano momenti stressanti, la mente si allontana inseguendo pensieri involutivi che causano disequilibri di diversa natura. Il respiro diventa corto e l’insufficiente ossigenazione crea uno sbilanciamento fisiologico e psichico, producendo tensioni muscolari  e suscitando stati emotivi di ansia e irritabilità.

L’allenamento quotidiano, anche se breve, è una forma di controllo che aiuta a sviluppare consapevolezza e presenza e rappresenta un momento indispensabile per riconoscere e superare velocemente le difficoltà, manifestando una rinnovata energia.

La pratica del respiro, unita a posture specifiche, rivitalizza corpo e mente e riporta il pensiero al presente, favorendo il raggiungimento di calma e serenità.

In sanscrito la posizione del fulmine è Vajra asana

Per sperimentare un rilassamento mentale profondo impariamo ad eseguire la posizione del fulmine, vajrasana,  con la campana tibetana. In sanscrito vajra  significa “fulmine”, asana si traduce con “posizione”. Per praticare agevolmente vajrasana è necessario esercitarsi sul potenziamento della muscolatura e sulla flessibilità delle ginocchia.

Prima di iniziare l’esecuzione della posizione è importante conoscere la tecnica per suonare la campana tibetana.

Come suonare la campana tibetana

La campana tibetana

Prendi la campana con la mano sinistra e con la mano destra impugna il batacchio senza rigidità. Il suono si produce in due modi:  colpendo la campana con un tocco oppure sfregandone il bordo  in modo circolare.  Il movimento, deciso e delicato, è coordinato al respiro. Questo momento sviluppa capacità di ascolto e concentrazione e permette di entrare in un profondo assorbimento di vibrazioni benefiche.

Vajrasana con campana tibetana

Inizio: siedi sui talloni con la colonna vertebrale allineata, perpendicolare al pavimento. Le gambe e le ginocchia sono unite,  gli alluci si toccano, il peso è bilanciato. Esegui 5 respiri  contraendo l’addome nella fase dell’inspirazione e dilatandolo nella fase dell’espirazione.  

Dinamica e statica: rimanendo nella posizione del fulmine colpisci con un tocco la campana ed esegui 3 respirazioni assorbendone le vibrazioni. I muscoli del viso sono rilassati.

Successivamente frega il batacchio sul bordo della campana mantenendo il respiro regolare per tutto il tempo desiderato. Il movimento circolare velocizza gradualmente fino a produrre il suono benefico. Mantieni le spalle aperte e il torace in espansione. Il respiro è calmo e dilatato. 

Finale: esegui 3 colpi distanziati sulla campana, coordinando movimento percussivo e respiro. Continua ad assorbire le vibrazioni sonore che si propagano dentro e fuori di te.

Consigli: metti una coperta ripiegata per ammorbidire la superficie e un cuscino sotto le natiche per rendere più confortevole la posizione. 

Attenzione: non praticare la posizione del fulmine se hai problemi alle ginocchia o alle caviglie. Puoi altrimenti sederti su un banchetto mantenendo la stessa postura.

Benefici: vajrasana con la campana tibetana fortifica caviglie e ginocchia; tonifica cosce e polpacci; migliora la postura; facilita la  digestione; tranquillizza la mente, stimolando sentimenti di amore e compassione; riduce lo stress e favorisce armonia psicofisica; allevia blocchi energetici; accresce la concentrazione e stimola l’espressione del potenziale creativo; amplifica sensazioni positive risvegliando stati profondi di coscienza.

Nella simbologia, il fulmine, vajra, elemento maschile, rappresenta l’illuminazione nel buio della notte e la campana tibetana, ghanta, elemento femminile, è il potere purificante di armonia universale.

“Attraverso il controllo della forma corporea, questa diviene invisibile; l’occhio non possiede più la sua chiarezza, perché è sospesa la facoltà percettiva.” (3. 21)

“In tal modo, come è stato descritto, si possono rendere invisibili le altre qualità della percezione, come il suono e le altre” (3. 22)

Patanjali, Yogasutra

Fotografie di Pinella Palmisano

www.pinellapalmisano.it

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Danzatrice, coreografa, docente, membro di AIRdanza. Ideatrice della Tribal, danza e tamburi e del Nataraja Yoga, una forma di yoga in danza, che insegna presso Movimento Danza e presso lo IALS. Conduce laboratori per danzatori e attori. Laureatasi in Discipline dello Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma, collabora come docente con Enti di Formazione per le materie: Storia della Danza, Storia del Teatro e Antropologia della Danza. Curatrice di Festival e Rassegne di danza. Lavora come coreografa per il teatro e per la televisione.