Pubblichiamo degli interventi dei vincitori del bando My lesson, my body _ Nuovi codici della danza ed. 2016. Una iniziativa nata da un bando indetto da Movimento Danza, con l’obiettivo di dare la possibilità ai giovani insegnanti di esprimere la propria tecnica di danza attraverso la ricerca e la sperimentazione di nuovi linguaggi del corpo. 

Il warm up,o riscaldamento, è la pratica preliminare ad ogni prestazione fisica che consente di poterla svolgere nelle migliori condizioni, preparando il corpo e la mente alle migliori prestazioni,agli sforzi che dovrà affrontare e riducendo i rischi di lesioni che potrebbero verificarsi sollecitando muscoli ed articolazioni ‘a freddo’. Il termine “riscaldamento” si riferisce all’ effetivo aumento della temperatura corporea, uno o due gradi, che permette un netto miglioramento dell’attività muscolare. Il warm up agisce sui muscoli, sui tendini, sulle articolazioni, sull’apparato cardiovascolare, così come sulla capacità di concentrazione, memorizzazione, coordinazione.

Nella danza il riscaldamento è una fase fondamentale della preparazione dell’allievo e del professionista. Abbiamo affrontato l’argomento con Martina Belloni, una delle vincitrici del bando My Lesson, My Body _ Nuovi codici della danza 2016, e che ha presentato la sua idea di Warm Up , nato da una sintesi di esperienze, alla Giornata Mondiale della Danza 2016.

 

” Il 30 aprile, presso Movimento Danza, si è svolta un’intensa Giornata Mondiale della Danza, interessante, divertente, che ha favorito incontri e scambi tra professionisti e allievi.

Il nuovo e il vecchio sono entrati in contatto e hanno generato un fluire di energia. Parlo di vecchio senza dare un’accezione negativa, anzi, ma riferendomi a ciò che sta facendo storia, come il luogo che ha accolto questo evento, o come la Masterclass di Antonella Bertoni. Parlo di vecchio pensando a quei capi saldi a cui i giovani possono appigliarsi sempre, anche in momenti confusi, poco definiti, tipici di un periodo di ricerca.

Quando parlo di nuovo, invece, mi riferisco al ricambio generazionale a cui punta la Stazio, ed al progetto CUNAE – Nuove generazioni di artisti , a mio avviso una delle opportunità migliori attualmente sul territorio. Perché per quanto sia importante possedere delle radici ben salde, credo sia anche giusto lasciare spazio alle novità, anche se apparentemente strane, stravaganti, o lontane da ciò che è conosciuto.

Ecco dove mi inserisco.

Personalmente la mia missione non è ricercare qualcosa di nuovo, impresa a mio avviso troppo ardua nel 2016, ma è lavorare sulle mancanze. Svolgere, dunque, un’analisi di contesto sulle lacune del presente e, nel limite del possibile, colmarle.

Da qui nasce WARM UP, una pratica corporea che unisce la danza contemporaneaFloor Work e Release- allo Yoga ed al Tai Chi e che sto sperimentando dall’osservazione del movimento delle persone.

Di frequente accade che non vi è sensibilità né consapevolezza riguardo al movimento, ed a volte vi è troppa rigidità. Il corpo comunica bisogni e necessità ancora prima che la mente riesca a razionalizzarli, ma soggetti che non sono abituati ad ascoltarsi, non ne hanno coscienza.

Un primo obiettivo, dunque, è quello di permettere a chi voglia avvicinarsi a questa pratica, di ritagliarsi un momento per sé e per il proprio corpo.

L’intento, inoltre, è quello di ampliare l’ attenzione e coscienza del movimento, che possano essere poi riscontrate, dai praticanti, nel quotidiano. Si desidera, anche, sviluppare una nuova percezione della propria energia, che non si crea, né si distrugge, ma si trasforma.

Infine, l’intento è quello di favorire un ascolto consapevole del proprio corpo riguardo a precisi bisogni psico-somatici, che spesso vengono ignorati.

La durata della pratica è di 1h15′, suddivisa in cinque fasi, senza interruzione.

Tutta la pratica è accompagnata da un sottofondo musicale.

Al termine del percorso, i risultati testati, in esperienze precedenti e simili, sono un avvertimento di maggiori benefici nel quotidiano da parte dei partecipanti, grazie ad un corpo più disponibile e ad un ascolto più attento verso sé stessi.

Inoltre vi è l’acquisizione di una maggior capacità di percezione delle proprie esigenze psico-fisiche e dunque abilità a soddisfarle.

La pratica è rivolta anche a professionisti, danzatori-attori-performer, poiché lavorando sulla propria energia interna, che scorre e fluisce senza interruzione, favorisce una maggior consapevolezza della propria presenza scenica.”

 

Collage(ne)Martina Belloni

Martina Belloni è nata a Rho – Milano , nel 1987. Vanta nella sua formazione la partecipazione a numerosi laboratori e workshop tra cui il laboratorio di improvvisazione di David Zambrano e il P.AR.T.S. di Bruxelles con Marion Ballester. Vince la borsa di studio all’Accademia sull’Arte del Gesto diretta da Virgilio Sieni e  il progetto Teatro Urbano e studia Graham, Limon e Yoga al Peridance Capezio Center di New York.

 

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