In tutte le librerie è già presente il Manuale di Storia della Musica (volume 1), a cura di Flavia Sabia, coadiuvato dal prezioso apporto di Valeria Morselli, come anticipa il sottotitolo “Con approfondimenti in ambito coreutico”. La bibliografia dedicata agli studi musicali si arricchisce così di un nuovo e stimolante lavoro. Concepito per gli studenti dei licei coreutici, il volume si rivela un’ottima guida altresì per i cultori nel campo musicale, grazie anche all’impostazione non unicamente riferita all’ambito della danza.

Un quadro chiaro dei principali fenomeni musicali

L’autrice presenta i temi fondamentali per la comprensione della storia della musica in generale, assumendo una nuova prospettiva del percorso storico della musica d’arte in Occidente a cui affianca il percorso storico della danza. Senza una pretesa enciclopedica, il volume offre le coordinate per acquisire un quadro chiaro dei principali fenomeni musicali, ordinati cronologicamente in base a generi e stili, considerando le opere e gli autori maggiormente significativi.

Un lavoro nato dall’esperienza fatta in 10 anni di docenza in licei coreutici

Il Manuale di storia della musica è il frutto di un’esperienza decennale nella docenza della storia della musica nei licei coreutici impreziosito dai contributi di una feconda autrice di volumi di Storia della danza quale è Valeria Morselli. Abbiamo qui il piacere di incontrarle entrambe, una piacevole occasione per saperne di più sulla stesura del volume e su alcune criticità vigenti riguardanti l’insegnamento delle discipline coreutiche e musicali nei licei.

Incontro con l’autrice Flavia Sabia

Flavia Sabia in concerto. Foto di Vito D’Andrea.

Questo volume 1 della sua opera quanto tempo ha richiesto per la stesura? Per la stesura ha richiesto circa un anno. La progettazione, invece, è avvenuta molto prima per una necessità legata all’attività di docenza al liceo coreutico. Ciò che mi ha spinta è stata una grande curiosità per un campo vastissimo ma poco contemplato o non capito. Negli anni mi sono trovata a sperimentare una disciplina “cenerentola” che, non solo non ha mai avuto un libro di testo dedicato, ma si pone anche come un ponte di collegamento con la danza, arte gemella alla musica ma non presente nei percorsi formativi conservatoriali o musicologici.

Suoni e movimenti nascono insieme

Cosa ha significato per lei la stesura del volume?

È stato un percorso che ha arricchito notevolmente anche le mie consapevolezze da strumentista e ho cercato di proporre una strada all’apparenza nuova ma che invece, in realtà, è quella all’origine della nostra cultura: suoni e movimenti nascono insieme. L’esperienza diretta ha cambiato il mio punto di vista: rapportarsi con colleghi e allievi del mondo coreico è molto dissimile dall’ambito prettamente musicale, ovvero il pianeta da cui provengo.

Ha incontrato difficoltà durante la scrittura del Manuale? Se sì, di che tipo?

Più che problematiche sono state opportunità e stimoli. L’aspetto che mi ha da sempre affascinata è stato la possibilità di trovare e analizzare repertori “di nicchia” rispetto alla canonica storia della musica e ma anche riscoprire sotto un’altra veste la personalità e lo stile di alcuni autori ben noti. Per chi ama la ricerca credo che non avere solidi punti da cui partire sia la cosa più complessa ma al contempo anche la più ricca di fascino.

La collaborazione è un prezioso aiuto

Quale è stato il punto di partenza?

Ho cominciato dalla cultura greca e da lì ho proseguito con un occhio tutto diverso per comprendere l’evoluzione della musica con la danza scoprendo e confermando che il contributo coreico è stato determinante anche per le composizioni di musica “pura” (senza danza) dell’occidente. Con Valeria abbiamo dovuto formulare un linguaggio idoneo ai fruitori e compiere delle scelte per selezionare un percorso realmente attuabile al liceo coreutico. Per questo la sfida maggiore è stata concepire un prodotto di qualità ma anche semplice ed esaustivo che potesse essere impiegato con una sola ora di lezione settimanale. Ci tengo a sottolineare Valeria è stata (ed è) di grande e prezioso aiuto, una professionista rara che stimo profondamente. Molti dei “problemi” che ho incontrato per la scrittura si sono risolti grazie a lei.

La multimedialità è una chiave di successo

La pubblicazione del suo Manuale di storia della musica è affiancata anche da un’edizione multimediale che permette di usufruire di contenuti extra sul web. Come stanno rispondendo gli alunni alla sua proposta? Ha già avuto feedback?

L’edizione multimediale offre la possibilità di ingrandire virtualmente il testo e di suggerire degli ascolti. Ho avuto feedback da alcuni allievi che hanno trovato gli approfondimenti on-line come una sorta di “sorpresa”, non si aspettavano che fossero così lunghi e dettagliati. In merito ai rimandi audio, ho proposto alla redazione di inserirli perché non si può parlare mai di musica senza ascoltarla ma mi rimetto al gusto e alla creatività di chi avrà il testo tra le mani: che non si intenda come una playlist imposta, ma un semplice spunto da cui partire per ascoltare anche altro.

Le indicazioni nazionali

Gli attuali programmi ministeriali di Storia della musica per i licei coreutici rispondono effettivamente alle esigenze dei docenti per una completa acquisizione delle competenze storico-musicali degli alunni? L’attuale programma di storia della musica porta il nome di “indicazioni” nazionali così come per tutte le discipline liceali. In questo il Ministero ha proposto le linee generali di un percorso senza scendere in particolari e dettagli. Se si consultano, si vedrà – com’è giusto che sia – che le indicazioni sono diverse tra la storia della musica del musicale rispetto al coreutico. Inaspettatamente invece si è soliti trovare licei coreutici che adottano il testo del musicale.

A cosa servono allora le indicazioni ministeriali?

Posso dire che le indicazioni sono generalmente utili perché contemplano un sapere stilistico e formale vario che attiene alla formazione generica sulla materia. Quando calano la storia della musica nell’ambito coreico nominano spunti che un docente dovrebbe approfondire per conto proprio e non sempre c’è la possibilità di farlo a causa di varie ragioni. Per questo un testo dedicato al giorno d’oggi è di assoluta necessità e spero sia da stimolo per altri a continuare su questa strada. Tengo inoltre a ringraziare l’editore Dino Audino per la fiducia che ha riposto in me.

Incontro con Valeria Morselli, coautrice del Manuale di storia della musica

Valeria Morselli

Cara Valeria, quale importanza attribuisce attualmente il Miur all’insegnamento di Storia della danza all’interno dei licei coreutici e delle accademie?

L’importanza attribuita attualmente dal Ministero è presto per dirlo, dato che il nuovo governo è in carica da pochi mesi, ma posso dire che negli ultimi anni è stata pari a zero. La Storia della danza, nonostante sia inserita tra le materie di indirizzo fin dall’atto dell’istituzione dei Licei coreutici, solo durante i primi anni sperimentali ha goduto di una posizione dignitosa, perché in seguito alla riforma delle classi di concorso del 2016 è stata trattata alla stregua di uno scomodo ingombro da collocare non importa come.

Un trattamento oltraggioso verso la materia Storia della danza direi, individuabile in quali punti?

Il vulnus purtroppo è a monte e consiste nelle poche ore di insegnamento. Non si capisce perché la Storia della musica nei licei musicali è prevista fin dal primo anno, mentre la Storia della danza nei licei coreutici compare soltanto a partire dalla terza classe. Ora poi, il suo inserimento nelle classi di concorso denominate “tecnica della danza” è indicativo del fatto che non viene considerata come una disciplina storico-umanistica con una sua dignità, ma come una sorta di “jolly” utile al completamento orario dei docenti delle tecniche.

Quali titoli vengono richiesti ai docenti di Storia della danza in realtà docenti di Tecnica?

Purtroppo da parte del Miur non c’è stata la minima preoccupazione di verificare se coloro che possiedono i titoli di accesso alle suddette cdc conoscano effettivamente la disciplina che adesso hanno la facoltà di insegnare. Certo, passare dai 30 cfu richiesti nei primi anni di vigenza dei licei, ai 4 cfa posseduti dai docenti delle tecniche costituisce di per sé un abisso! Quanto alle accademie, mi risulta che a livello statale la materia sia prevista solo all’Accademia Nazionale di Danza, per il resto è affidata all’iniziativa e alla buona volontà degli enti privati, come ad esempio l’Art Village Centro di danza Balletto di Roma, diretto dal coreografo Luciano Cannito, dove la insegno dal 2019.

Una ferrata scrittrice di manuali di storia della danza

Trattare argomenti di storia della danza all’interno di un Manuale di Storia della musica ha richiesto un cambiamento di prospettiva?

Di sicuro ha richiesto (e continua a richiedere, dato che al momento stiamo preparando il secondo volume) l’impegno a valutare i fatti storici a partire anche dalla prospettiva dei musicisti. Tuttavia questa esperienza mi ha consentito di allargare le mie conoscenze nel campo musicale, inoltre mi ha stimolato a rendere evidente l’importanza del ruolo sostenuto dalla danza nel percorso storico dell’arte dei suoni, e a farlo in modo chiaro e soprattutto corretto, dato che troppo spesso nei testi di Storia della musica questo aspetto viene trascurato o trattato in modo superficiale se non addirittura errato.

Quali sono i suoi progetti futuri come autrice? Al momento desidero proporre una nuova edizione dei miei tre volumi di Storia della danza (La danza e la sua storia, Dino Audino editore, Roma, 2018 e 2019), perché avendo approfondito numerose conoscenze grazie a questa collaborazione con Flavia Sabia, sento la necessità di aggiornarli e magari anche di ampliarli in alcuni aspetti.

Le autrici

Flavia Sabia

Musicologa e flautista, laureata in Musicologia e Beni Culturali all’Università La Sapienza di Roma. Diplomata e specializzata nello strumento e nella didattica al Conservatorio e all’Accademia Italiana del Flauto, è anche docente titolare della cattedra di Storia della musica al Liceo musicale di Matera.

Valeria Morselli

Insegnante di danza diplomata all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e laureata in DAMS indirizzo teatro. Già docente di Storia della danza nei licei coreutici, con Dino Audino editore ha pubblicato La danza e la sua storia (3 voll., 2018-2019) e Dizionario terminologico della danza contemporanea (con Demy Giustarini, 2020).

Manuale di storia della musica (volume I)

Il primo volume, dopo le nozioni introduttive sulla disciplina, illustra i principali aspetti musicali della Grecia classica. Passando poi al Medioevo, tratta le origini della musica scritta dal canto gregoriano fino alla nascita e lo sviluppo della polifonia sacra e profana. Prosegue nel ’400 e ’500 con il rinnovo della musica liturgica e l’emancipazione strumentale, nonché lo stretto legame tra musica e danza nelle corti. Infine descrive gli esordi della monodia accompagnata e gli spettacoli aulici che dagli intermedi italiani portano alla nascita del ballet de cour in Francia e del melodramma in Italia, con uno sguardo anche sull’oratorio.

Piano dell’opera: Volume I – Dalla Grecia classica al primo Barocco; Volume II – Dal Barocco al primo Romanticismo; Volume III – Dal tardo Romanticismo ai nostri giorni.

https://www.audinoeditore.it/libro/9788875275242

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Giornalista e critica di danza, danzatrice, coreografa, docente di materie pratiche e teoriche della danza, docente di Lettere e Discipline Audiovisive. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo e specializzata in Saperi e Tecniche dello Spettacolo all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Dal 1990 è direttore artistico e insegnante del Centro Studi Danza Ceccano e curatrice del ”Premio Ceccano Danza". E’ inoltre direttrice e coreografa della CREATIVE Contemporary Dance Company.