I processi performativi occidentali sono molto diversi da quelli asiatici. Mentre in Occidente il testo letterario, la trama, l’intreccio è ciò che valorizza un’opera, così come è descritto nella Poetica di Aristotele, in Oriente è presente una forma di teatro totale, in cui ogni componente dello spettacolo ha pari rilievo all’interno della rappresentazione scenica. Danza, canto, musica strumentale, recitazione sono elementi performativi che interagiscono sinergicamente, supportati dai bellissimi costumi, dai trucchi sapientemente applicati, dalle decorazioni e dagli ornamenti.

In India l’arte del teatro e della danza hanno origini divine

Generata dal dio Brahma, per desiderio degli dèi, e trasmessa al saggio Bharata, la Scienza del Teatro-Danza, in sanscrito Natya Veda, è il modo per impartire insegnamenti, per rallegrare l’animo degli uomini e delle divinità, per ricordare e tramandare, attraverso la messa in scena di eventi mitici, la cultura di un popolo.

Il Natya Veda o Natyasastra, attribuito al saggio Bharata, capolavoro sull’arte teatrale, comprende la descrizione, nei minimi particolari, di tutti gli elementi utili alla rappresentazione scenica. Scritto tra il II sec a.C e il II sec. d.C., il Natyasastra è il più importante testo di riferimento per la danza classica indiana.

Qui troviamo descritti due termini riferiti alla danza, nritta, la danza pura, e nritya, la danza pantomimica. La danza pura, evocatrice di bellezza, astratta, non ha significato; la danza pantomimica traduce invece in linguaggio gestuale le parole di un testo o di un canto, estrinsecando concetti e contenuti. Attraverso i gesti delle mani, accompagnati da espressioni facciali, prendono vita oggetti, personaggi, divinità, animali, stati d’animo. In questo modo l’interprete trasmetterà al pubblico il sapore della rappresentazione.

Kudiyattam

Il Kudiyattam è l’unica forma di teatro-danza in lingua sanscrita conservata fino ad oggi. Sviluppatosi in Kerala, nel sud dell’India, il Kudiyattam deriva da una danza religiosa, eseguita all’interno dei templi. Questo aspetto originario si riscontra tuttora nelle rappresentazioni. Prima di iniziare lo spettacolo, vengono eseguiti, infatti, alcuni rituali non visibili al pubblico,  come ad esempio la danza in omaggio alle divinità, per il buon andamento della rappresentazione, e la danza di saluto e ringraziamento rivolta ai musicisti.

E’ molto evidente nel Kudiyattam l’influsso del Natyasastra, a cui si sovrappongono elementi della cultura popolare. Kutiyattam deriva dalla parola kudi-insieme; e attam-recitare, danzare. Gli attori-danzatori e le attrici-danzatrici narrano, attraverso il linguaggio del corpo, le antiche storie dell’epica indiana riprese dal Mahabharata, Ramayana e Purana, in cui ad episodi eroici s’intrecciano storie d’amore e di bellezza.

Il Teatro dello sguardo

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La tecnica interpretativa dei danzatori prevede un allenamento lungo e intenso in cui si svilupperà una vera padronanza di ogni singola parte del corpo. Il Kudiyattam è conosciuto come Teatro dello sguardo. Il danzatore-attore deve imparare per prima cosa l’uso degli occhi, sviluppandone una particolare vitalità.  Gli occhi si esercitano muovendoli in senso orizzontale, verticale, diagonale, in semicerchio, ruotandoli in cerchio e disegnando la linea di un otto. E’ necessario inoltre aggiungere i movimenti delle sopracciglia, delle palpebre, della bocca per poter riflettere sul volto le emozioni dominanti: sarcarsmo-hasya; amore-sringara; tristezza-karuna; rabbia-raudra; eroismo-veera; paura-bhayanakam; disgusto-bhibastam; meraviglia-adbhutam; pace-shantam.

Nel Kudiyattam sono 24 i gesti delle mani, mudra, che  possono essere usati in modo astratto, come puro abbellimento per la danza, oppure come espressione di contenuti veri e propri. Ogni mudra può avere vari significati e traduce il testo degli inni in sanscrito, sloka. L’esecuzione dei gesti delle mani coinvolge tutto il corpo. Re, elefante, mare, sole, luna, tutti i gesti sono codificati e diventano parole per raccontare leggende mitiche.

La postura base degli interpreti è in piedi con le gambe unite e i piedi dritti. In questa posizione, a volte, il peso è scaricato sulla parte esterna dei piedi. Spesso gli attori-danzatori prendono una posizione molto simile ad un plié alla seconda, con le gambe aperte, le ginocchia piegate e piedi rivolti verso l’esterno.

Camminate, giri, salti, passi ritmici dei piedi in accordo con le percussioni sono gli elementi del linguaggio del corpo. Le braccia si muovono nello spazio in coordinazione con i gesti.

Trucco, costume e musica

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Trucco e costumi rafforzano la caratterizzazione della rappresentazione. Il volto dell’attore è dipinto con colori che rendono riconoscibili i personaggi. Il verde ad esempio si usa per rappresentare personaggi dalle qualità morali ed eroiche, il rosso e il nero per caratteri collerici.

Gonne ampie e lunghe e copricapi particolari danno un tocco di originalità ai costumi del Kudiyattam.

L’orchestra è costituita dai mizhavu, tamburi di rame suonati con le mani, l’Idakka, piccolo tamburo cilindrico percosso da un sottile bastone e dai cimbali.  

Una lampada sacra, chiamata Nilavilakku, viene posta sul palcoscenico e rimarrà accesa per tutta la rappresentazione. Le sue tre sporgenze stanno a rappresentare le tre divinità, Bhrama, Vishnu e Shiva. E’ credenza infatti che durante la rappresentazione del Kudiyattam le divinità scendano sulla terra per assistere allo spettacolo.

In India si riconosce all’arte un grande potere benefico. Danzatrici, musicisti, cantanti, costumisti, tutti gli artisti insieme rallegrano la vita e comunicano insegnamenti profondi attraverso suoni, colori, movimenti, generando armonia e momenti di incontro sociale, fondamentali per la comunità. Per questo motivo, in ogni regione, sono presenti scuole specifiche per la diffusione delle arti. Il Kerala Kalamandalam è un’istituzione nata per la trasmissione e l’approfondimento delle arti originatesi in Kerala. In questa scuola, allievi e allieve possono studiare  Kudiyattam, ma anche altre forme d’arte come Kathakali e Mohini Attam.  

Nel 2001 il Kudiyattam viene dichiarato dall’Unesco Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità. Un teatro rituale e simbolico, espressione di sentimenti universali.

Lezioni di Kudiyattam, tenute online dalla maestra Kalamandalam Sindhu, sono organizzate da Teatro Danza Occidente Oriente.

www.westeastdancetheatre.it  

teatrodanzaoo@gmail.com

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Danzatrice, coreografa, docente, membro di AIRdanza. Ideatrice della Tribal, danza e tamburi e del Nataraja Yoga, una forma di yoga in danza, che insegna presso Movimento Danza e presso lo IALS. Conduce laboratori per danzatori e attori. Laureatasi in Discipline dello Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma, collabora come docente con Enti di Formazione per le materie: Storia della Danza, Storia del Teatro e Antropologia della Danza. Curatrice di Festival e Rassegne di danza. Lavora come coreografa per il teatro e per la televisione.