Home Blog Curiosità e Storia della danza Il piede della ballerina…curiosità e consigli

Il piede della ballerina…curiosità e consigli

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Il piede della ballerina è una struttura vigorosa, rapida, forte, stabile, particolarmente sensibile e precisa. Esso è una ultrastruttura molto complessa, essendo formato da ben 26 ossa e 29 articolazioni.

Il piede si adatta al suolo sfruttando la sua conformazione capsulo-legamentosa e il lavoro muscolare. Basti pensare a cosa accade al piede durante la normale deambulazione, con scarpa piana o con scarpa con tacco, fino al suo uso in pratiche sportive specifiche come la danza classica, dove è richiesta una straordinaria coordinazione e scaltrezza tecnica.

Il piede quindi modifica il suo atteggiamento adattandosi al fondamentale tecnico eseguito. Passa quindi da un appoggio bipodalico a uno monopodalico ridistribuendo il carico a livello delle volte del piede; passa da un relevè in demi-pointe a un relevè en pointe; è momento propulsivo di un salto o di un giro.

Per fare degli esempi, la figura 2 rappresenta la distribuzione del carico in appoggio bipodalico. Come si vede l’area sottesa ai due piedi è molto ampia.

Modificando la posizione dei piedi (atteggiandoli, ad esempio, in prima posizione, in terza, in quarta o in quinta posizione) l’area sottesa si modifica, tendenzialmente si riduce. Per questo occorre avere una grande capacità di controllo della caviglia, così da garantire il costante controllo dell’aplomb dell’arto inferiore e di tutto il tronco durante l’esecuzione dei fondamentali tecnici.

Un piede non stabile predisporrà a innumerevoli patologie, sia a livello del piede che delle articolazioni superiori. Il ginocchio è infatti spesso lesionato a seguito di posture incongrue impostate a partire dal piede, per cedevolezza della caviglia che “cade” verso il lato interno del piede (fenomeno del rolling in).

A livello del piede e della caviglia possiamo ritrovare due grossi gruppi di patologie:

– dermatologiche
– ortopediche/traumatologiche.

Queste possono essere connesse all’attività stessa (trauma) o all’erronea esecuzione tecnica (technical faults).

All’interno della patologia dermatologica ricordiamo:

a) bolle (vesciche): sono scollamenti bollosi della pelle, di origine meccanica, dovute a sfregamento. Se non adeguatamente protette e pulite possono infettarsi. Utile manovra preventiva è la pratica di pediluvi con acqua tiepida e successive massaggi delle zone più critiche con alcol denaturato, così da indurire queste regioni del piede. Consigliamo di bucare le vesciche e di drenare il contenuto liquido di queste, senza scollare la cupola di epidermide. utile, infine, l’uso di cerotti durante la pratica della danza, al fine di proteggere le parti sottoposte a maggior trauma. Questo è particolarmente efficace a livello delle dita dei piedi.

b) Calli e duroni: sono dovuti a microtraumi ripetuti, secondari a sovraccarichi pressori e/o sfregamenti ripetuti nella stessa area. Si riconoscono a livello delle dita, della regione metatarso-falangea del primo dito, del calcagno, della pianta del piede. Determinano danno estetico e funzionale, essendo causa di dolore. Consigliamo di proteggere la zona con cerotti imbottiti e correggere le cause che determinano il sovraccarico funzionale localizzato.

c) Verruche: è una lesione infettiva, legata a un virus, capace di determinare lesione rotondeggianti ed “escavate (a differenza di ciò che accade nelle mani, dive le verruche sono più di frequente escrescenze cutanee). Si consiglia di proteggere la parte, infatti sono contaggiosse, e provvedere alla loro asportazione chirurgica e/o farmacologia.

d) Onicopatie: assai frequenti, si distinguono in traumatiche e infettive. Le ballerina che usano la scarpa da unta arrivano anche a perdere l’unghia per suo distacco. Frequenti sono gli ematomi subungueali e le distrofie ungueali, provocate da traumi diretti a livelli dell’ultima falange, connessi quindi al trauma da puntale della scarpa da punta. Le forme infettive sono a provocate da dermatofiti, muffe e lieviti, capaci di insediarsi prevalentemente a livello ungueale.

Per quanto riguarda le patologie ortopediche e traumatologiche, il piede offre purtroppo una più grande varietà di lesioni:

a) tendinopatia: si intende una lesione a livello del tendine o della sua inserzione all’osso caratterizzata da fenomeni infiammatori delle giunzioni osteo-tendinea. Essa è causata da un sovraccarico funzionale. La tenosinovite, invece, è la risultante di microtraumatismi tipica dei tendini dotati di guaine sinoviali e si manifesta con fenomeni infiammatori a carico dei foglietti di scorrimento dei tendini stessi. Nella danza è tipica la tendinopatia del tibiale posteriore, del flessore lungo dell’alluce, dell’achilleo, dei peronieri, dell’estensore lungo dell’alluce. La terapia consiste nel riposo, antidolorifici e, cosa più importante, correzione del gesto atletico/artistico. Spesso infatti si è in presenza di atteggiamenti incongrui della caviglia o del ginocchio che predispongono l’insorgenza di tale potologie. Un esempio: eseguire il relelvè in mezza punta con caviglia non sostenuta, creando quindi un over-lavoro della muscolatura e dei tendini laterali della gamba (peronoei).

b) Alluce valgo: si intende per alluce valgo un particolare atteggiamento del primo dito, caratterizzato dalla deviazione verso le alter dita dell’alluce, tumefazione dolenti e più o meno arrossate a livello della articolazione interfalangea dell’alluce o, più spesso, della articolazione metatarso-falangea. Provoca dolore e, con il tempo, limitazione funzionale. Nella danza, l’alluce vago è più comunemente dovuto ad un metatarso varo, ad un piede egizio (cioè con il primo dito più lungo rispetto agli altri quattro, la cui lunghezza risulta iessere in decrescendo), o alla brevità anatomica del primo raggio metatarsale. In tutti questi casi, la ballerina sosterrà il peso del proprio corpo sfruttando il II o il III dito, portando il valgismo il primo e da qui lo sviluppo dell’alluce valgo.

Esiste un altro errore tecnico che predispone ad alluce valgo: il fenomeno del rolling in. Se la caviglia non è ben sostenuta, il piede andrà in pronazione e ciò determinerà la rotazione del primo raggio e conseguente stress a livello della metatarso falangea, fino a lesione delle strutture capsulari del primo dito.
Altre condizioni predisponenti la patologia, si possono associare all’uso di scarpine inadatte, ad un prematuro inizio di lavoro sulle punte.

Fratture da stress: si localizzano di solito a livello del II e III metatarsale, raramente a livello degli altri. Spesso il piede colpito è caratterizzato da un II metatarso lungo o un I metatarso corto. Fattori predisponesti sono anche la debolezza di muscoli intrinseci del piede, i pavimenti rigidi e privi di elasticità, un improvviso aumento dell’attività, in particolare quella sulle punte, scarpe con la tomaia troppo morbida.

d) Fascite plantare: infiammazione della fascia plantare, una robusta formazione posta a livello della pianta del piede, tesa da calcagno a teste metatarsale. Può essere associata a un piede cavo, ad una muscolatura del piede debole, dall’uso di scarpete troppo corte.

e) Osteocondrosi: sono patologie dei nuclei di accrescimenti delle ossa del piede, e colpiscono quindi in età di crescita ossea. Si localizzano a livello delle teste del II e II metatarsale, a livello dello scafoide, della tuberosità del calcagno. Generano dolore e impotenza funzionale. la loro corretta diagnosi è fondamentale in quanto la loro disconoscenza potrebbe portare ad uno sviluppo alterato le ossa colpite. Occorre quindi prestare un adeguato periodo di riposo, scaricando dal peso il segmento osseo colpito e favorire il normale processo di guarigione dell’osso.

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