Luciana Novaro e Carla Fracci

MILANO – Nello stesso giorno in cui chi ama la danza si sente orfano di Carla Fracci, ci lascia Luciana Novaro, altra prima ballerina scaligera. Nata a Genova nel 1923, tredici anni prima di Fracci, Luciana Novaro ha vissuto gli anni di formazione e i primi della carriera nella difficile situazione che ha preceduto la Seconda Guerra mondiale, diplomandosi nel 1941. Sono gli anni in cui, grazie all’attività coreografica di Aurel Milloss e di Léonide Massine, si afferma, finalmente anche in Italia, l’eredità culturale dei Ballets Russes. Debuttò a sedici anni nelle danze dal Principe Igor di Aleksandr Borodin. La si segnala anche in una versione di Bella Addormentata alla Scala nel 1940 nell’adattamento di Nives Poli, rimaneggiata rispetto a quella che noi oggi conosciamo.  

Il Boléro in coppia con Ugo Dell’Ara

La Novaro era particolarmente apprezzata per ruoli brillanti e “spagnoleggianti” come per Il Tricorno, proposto da Milloss con scene di Nicola Benois con le musiche di Manuel de Falla nel 1946 nel Palazzetto dello sport di Milano, in fase di ricostruzione dopo essere stato distrutto dai bombardamenti del 1943. Ma il suo successo più grande lo ebbe, nell’anno successivo nel Teatro alla Scala appena recuperato, con Ugo Dell’Ara nella “Donna indemoniata” e nel Boléro di Ravel con le coreografie di Milloss. Nell’ottobre del 1948, sempre in coppia con Dell’Ara, danzò in Dafni e Cloé di Fokine – Ravel, ricostruito da Serge Lifar, con cui danzò in Gaitè parisienne, e comparve ancora una volta nel Cappello a tre punte

La Sagra di Léonide Massine

Nel 1950 Léonide Massine la scelse come protagonista nel ruolo della Vergine Eletta della sua Sagra della Primavera e insieme a lei danzò anche Capriccio Spagnolo. Interprete appassionata e vivace, fu la prima ballerina non spagnola con cui ballò il famoso Antonio che in genere compariva in coppia con Mariemma e che in quegli anni furoreggiavano alla Scala.

Mentre si accingeva ad emergere la nuova generazione, che vedrà come protagonista Carla Fracci, Luciana Novaro si avviava ad una importante attività di coreografa. Nel 1956 crea Sebastian, primo balletto composto nel 1944 da Gian Carlo Menotti, il fondatore del Festival di Spoleto, a cui partecipa anche Fracci.

Coreografa e direttrice

Nel 1962 Luciana Novaro cura la coreografia per una nuova versione di un’importante produzione scaligera: La Giara di Alfredo Casella che nel 1943 aveva debuttato nella versione di Bianca Gallizia. Dal 1962 al 1964 ha diretto il corpo di ballo del Teatro alla Scala e ha curato numerose coreografie per le opere, tra cui si ricorda una indimenticabile Traviata con Maria Callas per la regia di Luchino Visconti.

Collaborò con Igor Stravinsky, nella revisione del soggetto di Jeu de Cartes, e con Massine che da lei prese l’idea di Fantasmi al Grand Hotel, grazie alla sua vicinanza a Dino Buzzati e Luciano Chailly. Luciana Novaro ha sposato Nino Nutrizio, fondatore del quotidiano «La Notte» e lascia una figlia Cristina Nutrizio, autrice televisiva. Lascia anche la memoria di un periodo ricco di incontri culturali e di trasformazioni della danza italiana che lei seppe interpretare con eleganza e intraprendenza. Ricorda e sottolinea la sua forza personale ed artistica anche la grande Luciana Savignano che, molto giovane, ha interpretato alcune sue coreografie.

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Docente di Storia della danza all’Accademia Nazionale di Danza di Roma è laureata al DAMS dell’Università di Bologna in “Semiologia dello Spettacolo”. Docente di danza classica abilitata all'AND, è critico di danza, studiosa e autrice di saggi e monografie sulla danza. Dal 1990 al 2014 è vicedirettrice dell’associazione Movimento Danza di Gabriella Stazio. E’ inoltre socio fondatore di AIRDanza - Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza.