anbeta toromani

Per tutti i suoi fans, un numero stratosferico dal nord al sud dell’Italia, lei è “Anbeta”. Tout- court. Schiva, ironica, instancabile lavoratrice e raffinata ballerina dalla grazia infinita, Anbeta Toromani, albanese, è una splendida artista che, nonostante il successo l’abbia consacrata come idolo della danza televisiva d’eccellenza, ha alle spalle un lungo percorso teatrale.

In scena al Teatro San Carlo per “Lo Schiaccianoci” al fianco di Alessandro Macario, suo compagno anche nella vita, ha riscosso un notevole successo personale, al di là della sua interpretazione, tecnicamente perfetta e densa di interiorità ed eleganza. La sua caratteristica più significativa.

Com’è entrata la danza nella sua vita?

Ho cominciato a cinque anni come ginnasta, in vacanza con mio padre mi sono rotta il braccio e dopo l’infortunio ho deciso di fare l’audizione per entrare all’Accademia di Tirana. Da lì è iniziato tutto.

Quali sono state le difficoltà?

Si impara fin da piccoli ad essere disciplinati, si cresce nel rigore. Il corpo ha la necessità di essere plasmato e quando si è bambini è più duttile, è quasi impossibile affrontare le difficoltà della danza classica da grandi, senza un lungo percorso che pian piano ti abitui a determinati sforzi. La gradualità è fondamentale. Una volta adulto devi continuare a lavorare sodo per mantenere un buon livello conquistato con anni e anni di fatica. Il lavoro fisico non mi ha mai creato problemi, penso a qualche rinuncia fatta nel periodo dell’infanzia, non poter fare alcuni giochi per paura di farmi male, non poter andare in bicicletta o in motorino con gli amici. Ma ne è valsa la pena.

C’è una persona in particolare che ha segnato il suo percorso artistico?

La mia famiglia, in assoluto. E’ composta dai miei primi fans e anche dai miei più grandi critici. È una risposta banale ma vera. Per il resto tutti i maestri che ho avuto fanno parte della mia piccola carriera, ciascuno di loro mi ha insegnato qualcosa.

Che cosa rappresenta l’Italia per lei?

Non era un mio obiettivo arrivare in Italia, è successo per caso. Il mio amico Kledi Kadiu venne all’Opera di Tirana, dove ballavo e mi chiese di partecipare alla trasmissione “Amici”. Io stavo bene, avevo il mio lavoro, la mia vita, decidere di lasciare la mia casa, la mia famiglia è stata dura. Ho deciso di partecipare pensando di riuscire a portare avanti i miei obiettivi, credevo che dopo un mese mi avrebbero mandato via perché con il carattere che ho non pensavo di resistere…mi sono sempre chiesta chi mai potesse guardare la danza classica in televisione, chi mai avrebbe potuto darle il valore che merita, invece è successo tutto il contrario di quello che avevo previsto. Ed è stato tutto molto strano per me.

Quali sono i suoi obiettivi da realizzare?

Intanto sono soddisfatta di fare quello che mi piace, abbinare il teatro alla televisione mi dà una felicità in più.

Che cos’ è il talento?

Il vero talento è nella testa, non solo per un ballerino ma per un artista in generale. Non è rappresentato dalle doti fisiche o dalla tecnica, è dall’intelligenza che parte tutto il resto. Certo le attitudini sono necessarie ma poi quello che ti fa sognare nella danza è l’atmosfera magica, sembra tutto così leggero, impalpabile, invece dietro c’è tanta fatica, tanti sacrifici.

C’è una ballerina in particolare a cui si ispira, un mito, un modello?

No, non ho mai avuto un riferimento unico, mi piace tutto ciò che è bello, che è fatto bene. Cerco la qualità, mi lascio coinvolgere da ciò che mi emoziona, non sto a guardare il fisico, le doti, la tecnica, la danza mi deve arrivare dritto al cuore.

Qual è la dote più importante per un danzatore?

Si comincia da bambini, quando non si sa ancora che cosa siano la tecnica, l’espressività, le emozioni. Queste sono cose che si imparano crescendo. Quando ci si presenta ad un’audizione, la prima selezione è quella fisica, si viene scelti per le eventuali doti, nessuno guarda se hai gli occhi azzurri. Chi si avvicina alla danza a livello amatoriale, impara tante cose: la disciplina, il senso del gruppo, la musica, la postura corretta che è bello avere anche nella vita di tutti i giorni, indipendentemente dalla danza. Si impara ad amare l’arte e a diventare un pubblico sempre più competente in materia di danza. E non è poco.

Che cosa ha cambiato la trasmissione “Amici” nella sua vita artistica?

Niente e tutto. Niente, perché io sono sempre la stessa, forse ora sono un po’ più matura… Tutto, perché quello televisivo è un mondo completamente diverso dal mio, che io non conoscevo assolutamente, a cui mi sono dovuta abituare. Quando arrivi in teatro fai tutte le tue cose con comodo, i tempi televisivi sono molto veloci, e nella velocità tutto deve essere perfetto, la tecnica, l’espressività, tutto deve funzionare in quei pochi minuti di esibizione. Questo mi ha molto aiutato perché io sono tendenzialmente un po’ lenta…

Qual è il suo ruolo preferito?

Ho un’indole più romantica che brillante, il mio balletto preferito è “ Il lago dei cigni” ma ho interpretato anche Kitri in “Don Chisciotte”, un ruolo che mi piace tantissimo.

Chi era Anbeta Toromani prima di diventare la stella di “Amici”?

Una ballerina classica! Dopo il diploma all’Accademia Nazionale di Danza di Tirana, dove sono nata, mi sono perfezionata a Baku, in Azerbaijan. Sono ritornata a Tirana, al Teatro dell’Opera, dove, appena entrata in compagnia ho ricoperto ruoli principali di balletti del repertorio tra cui “Giselle”, “Don Chisciotte”, “Paquita”, “Carmen”, “Cenerentola”. Il teatro è la mia grande passione, oltre ai tanti gala in giro per l’Italia, l’anno scorso sono stata ospite con Alessandro Macario all’Opera di Bratislava per “Romeo e Giulietta” di Massimo Moricone, la gente non lo sa perché è più facile seguirmi in quella piccola scatola che tutti guardano!

Che persona è Anbeta?

Una persona sicuramente molto tosta. Nella vita di tutti i giorni sono allegra, mi piace scherzare ma nel lavoro sono molto concentrata. Difficilmente mi distraggo.

Che cos’è la danza per lei?

Tutto. Se mi fermo per due giorni mi manca il contatto con la sbarra, mi sento male fisicamente e mentalmente. Si sa come funziona la vita di un ballerino…dal momento in cui inizi a quello in cui decidi di smettere passi la tua vita tra la sbarra, le prove in palcoscenico e gli spettacoli, senza mai fermarti. La danza per me è tutto, è parte integrante della mia vita, è un impegno quotidiano fin da quando ero piccola. E’ imprescindibile da me.

Elisabetta Testa

 

Iscriviti alla Newsletter