Polvere

AVELLINO – Lo scorso sabato 9 ottobre, al Palazzo Ducale Orsini di Solofra, si è svolta una serata tutta al femminile per Ra.I.D. Festivals. Acclamate le performance di Gabriella Stazio per Movimento Danza e di i Virginia Spallarossa per Déjà Donné e Borderline Danza. Un coro di ovazioni alle due interpreti: Sonia Di Gennaro e Giada Ruoppo.

L’incoerenza della polvere

A un primo sguardo Sonia Di Gennaro potrebbe apparire, banalmente, una casalinga annoiata che ascolta la radio mentre fa le pulizie e sogna di essere una modella di Vogue. Ma presto allo spettatore attento non sfugge l’altro interprete della coreografia firmata da Gabriella Stazio: la polvere. Microscopiche particelle che si insinuano in ogni interstizio e danno vita a momenti di incoerenza. Incoerenza che ha in realtà un’accezione positiva, di liberazione come ha ben intuito il pubblico selezionato per il questionario di fine spettacolo.

Gli spettatori hanno apprezzato, infatti, le eccellenti doti interpretative di Sonia Di Gennaro. La danzatrice, con ilarità e bravura, ha messo in scena i barlumi di contraddizioni e gli sprazzi di libertà che animano la vita quotidiana. Dando così vita a un’euforia, una gioia di vivere, contagiosa.

Polvere: minutissime particelle incoerenti
Di Gabriella Stazio
Con Sonia di Gennaro
Produzione Movimento Danza

Sonia Di Gennaro in “Polvere”. Foto di Alessandra Rosa.

Il dolore che sgretola la pietra

Il filo conduttore della serata, la polvere, diventa ancor più tangibile nella seconda performance in cui Giada Ruoppo interpreta una scultura che si anima e prende vita. Una performance, ideata da Virginia Sapallarossa, che racconta un mito di sofferenza e maternità rubata. Un dolore tale da pietrificare la carne e, viceversa, disgregare la materia.

L’eleganza dell’interprete, dalle eteree movenze plastiche, ben si sposa con la soavità della musica adottata. Un coro di archi e violini dalle note settecentesche che rompe la rigidità della statua, liberandola dall’immobilità caratteristica. La compostezza che si infrange in movimento e corsa.

Nullos movet aura capillos
(il vento non le muove un capello)
Concept e coreografia Virginia Spallarossa
Con Giada Ruoppo
Coproduzione Déjà Donné e Borderline danza
Consulenza musicale Davide Fensi

Giada Ruoppo in “Nullos”. Foto di Francesco Carbone.

Il confronto col pubblico

Come per le serate precedenti, anche questa si è conclusa con la sezione Noi critici/noi pubblico. In un confronto, moderato dal giornalista Enzo d’Anna, le due coreografe hanno dialogato con il pubblico, che si è espresso attraverso un questionario.

Gabriella Stazio, riguardo la propria creazione, ha rivelato che il titolo corrisponde alla definizione che la Treccani dà della polvere. Ha raccontato, poi, che si tratta di una delle danze pandemiche: un progetto più ampio nato lo scorso anno. Per cui uno degli obiettivi è proprio narrare l’incoerenza di quel periodo.

Virginia Spallarossa, invece, ha sostenuto che la sua performance è stata costruita in sinergia con la danzatrice. Le movenze e i passi, dunque, sono nati tenendo conto delle doti artistiche di Giada Ruoppo. Ha spiegato poi, il mito a cui si è ispirata: la storia di Niobe e di come gli dei abbiano assassinato i suoi figli, rappresentati in scena da una serie di scatole colorate.

Sonia Di Gennaro in “Polvere”. Foto di Alessandra Rosa.

Danza in video e Noi siamo Ra.I.D.

Per la sezione Danza in video, invece, abbiamo visionato Smart working lost control di e con Valeria Maria Lucchetti, selezionato al Cam/Cam dance for camera.
Mentre per Noi siamo Ra.I.D. sono state proiettate le creazioni video in cui le interpreti della serata danzano nei luoghi caratteristici di Solofra e di Palazzo Orsini.

Il prossimo appuntamento è venerdì 15 ottobre al Palazzo Ducale Orsini di Solofra, mentre sabato 16 si svolgerà l‘ultima serata del festival.

Giada Ruoppo in “Nullos”. Foto di Francesco Carbone.

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