Davide Romeo presenta Imprinting al Teatrocittà di Roma con la compagnia Uscite di emergenza.

ROMA – A Teatrocittà, teatro che porta avanti da diversi anni, con coraggio, in una zona della periferia di Roma che per molti anni è stato sinonimo di degrado, una programmazione di teatro e danza, percorsi di formazione e occasioni di incontri, la compagnia Uscite di Emergenza con la direzione artistica di Davide Romeo ha presentato il 9 e 10 marzo lo spettacolo “Imprinting, Esporsi non è mai la stessa cosa”, lavoro originale del repertorio della compagnia, che ritorna a Roma dopo date in Francia e Belgio. 

Sorpresa: lo spettacolo comincia nello spazio antistante al teatro



L’inizio della performance ci coglie di sorpresa in quanto avviene nello spazio esterno e antistante al teatro: la danza inizia impromptu e ci proietta immediatamente nell’universo poetico del lavoro che indaga movimento e relazione. I danzatori, vestiti di bianco, si muovono creando disegni spaziali e corporei individuali o di gruppo, e prendendo anche spunto dai gesti e le posizioni dei corpi del pubblico, diventando a tratti nostri riflessi. 

Il coinvolgimento del pubblico, una soluzione che funziona sempre

Dopo di che siamo condotti tutti assieme nel teatro, direttamente sulla scena ornata con un grande tappeto orientale (il teatro ha la platea rialzata). Una scatola bianca che scende dall’alto e fissata a una struttura mobile che la fa roteare a mezz’altezza sotto la spinta dai danzatori che a tratti sembrano giocare con essa, a tratti sembrano temere il contraccolpo del suo volteggio.

Veniamo a questo punto divisi in gruppetti e ogni gruppo viene invitato a seguire un performer in uno spazio diverso, specifico e nascosto alla vista degli altri. Un momento quasi privato ed intimo per pochi spettatori. A me è toccato di nuovo uscire nello spazio esterno al Teatro con la danzatrice Valeria Pelino che ci ha coinvolti in una danza con dei piccoli campanellini, attaccando delicatamente ai nostri polsi o caviglie queste cordine sonore e invitandoci a creare il tintinnio a cui lei ha risposto con il suo movimento. Una piccola danza leggera che ha visto il pubblico coinvolto in un delicato processo di instant composition

L’emozione condivisa, un momento sempre speciale

Tornati dentro il teatro, accomodati in sala e ancora pieni del momento appena vissuto – e con una punta di curiosità su cosa avranno visto gli altri gruppi di spettatori negli altri spazi e con gli altri performer – veniamo nuovamente coinvolti dalla musica, le luci ma ora con il tatto: i performer si avvicinano a noi e ci invitano a toccare testa e cuore in un attimo di emozione collettiva condivisa. Questi esperimenti di relazione molto intensa con il pubblico, hanno funzionato molto bene e chiaramente anche il contesto di un teatro raccolto ha aiutato questa parte relazionale rendendola intima ed efficace.

Quando una stampante diventa protagonista della scena

Si cambia registro e la transizione viene affidata a un tappeto sonoro di voci derivanti da documentari naturalistici e scientifici che chiariscono ed introducono il tema che ha dato nascita al titolo dello spettacolo: l’imprinting in alcune specie animali. Siamo accompagnati da un’altra presenza ricorrente della serata: una stampante appoggiata su una colonna laterale del palco che apre la parte coreografica della serata stampando una serie di fogli, con le sue luci e i suoi rumori meccanici. Il tema dell’imprinting si collega immediatamente al “printing”, la copia generando un cortocircuito semantico. Il fenomeno naturale dell’imprinting del mondo animale da un lato, la copia meccanica e apparentemente senza vita dall’altra. E noi umanità, dove decidiamo di collocarci?  

In tutto lo spettacolo ritornano questi temi. La relazione, la copia, il riflesso, il conflitto, l’omologazione, l’identità e la sua mancanza in questo susseguirsi di momenti di gruppo, duetti, assoli sostenuti da tracce musicali forti. Tanti gli oggetti in scena, come le scatole bianche dentro cui nascondersi e scomparire – le numerose paperelle di gomma prodotte in serie – nel secchio pieno d’acqua che i performer prendono con i denti tuffandovisi coraggiosamente alla fine.

Ironia e sperimentazione sono i termini che vengono in mente alla fine dello spettacolo che ha lasciato il pubblico entusiasta. Lo stile di Davide Romeo è energico e molto fisico. I fogli stampati rimasti sul palco durante tutta la serata, vengono accartocciati e lanciati sul pubblico che finalmente può leggere cosa vi è scritto: “Quando ci permettiamo di rinascere, un nuovo imprinting ci cattura. Esporsi non è mai la stessa cosa.”

In scena danzano: Giorgia Agata Bafera, Rosa Fontana, Valeria Pelino, Matteo Vairo e Davide Romeo, assistenza tecnica e disegno luci di Alessandra Messina, le scenografie e oggetti di Scena sono a cura di CORPI MOBILI

https://uscitediemergenza.wixsite.com/dancecompany/prossimo-evento 

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Manager culturale con una lunga esperienza nell'organizzazione e nello sviluppo di progetti di arte e danza contemporanea. Responsabile di produzione per la compagnia Movimento Danza di Gabriella Stazio, Napoli. Curatore indipendente di performance e critico di danza contemporanea. Fondatore e socio di GoldenRuler, agenzia di arte e artigianato, dal 2013 al 2018, Roma. Fondatore e vicepresidente di EveryDay a.s.d, associazione che promuove l'educazione dei bambini alla danza, dal 2015 al 2020, Roma. Assistente di Roberta Escamilla Garrison, danzatrice e coreografa americana, dal 2010, Roma. Consulente di comunicazione con esperienza pluriennale presso aziende e agenzie pubblicitarie. Docente di Arts Management e Comunicazione presso diversi istituti, Roma.