CORPO RESILIENTE: 1° Studio

 

19 e 20 settembre 2015

26 e 27 settembre 2015

Con il workshop-audizione di Claudio Malangone si intende creare un gruppo non formale di danzatori  che possa andare in scena con creazioni coreografiche di matrice performative ed improntate alla contemporaneità. La resilienza è la capacità di un sistema di superare un cambiamento, di assorbire energia di deformazione, di ritornare al suo stato iniziale dopo essere stata sottoposta ad una perturbazione che l’ha allontanata da quello stato. Etimologicamente “resilienza” viene fatta derivare dal latino “resalio”, indicando l’atteggiamento di risalire, di andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà. Concetti questi applicabili all’interazione dei “corpi in azione”.

Pertanto il progetto CORPO RESILIENTE si sviluppa attraverso un laboratorio intensivo il cui focus è l’esplorazione e la ricerca di quali risorse i corpi in azione (ad es. andatura, corsa, caduta, incontro, scontro, ecc.) dispongono per fronteggiare una difficoltà e/o raggiungere un obiettivo. Saranno prese quindi in esame le variazioni interne ed esterne che caratterizzano l’azione, creando l’opportunità di armonizzare e integrare impulso, desiderio e necessità. E soprattutto verificare se ne scaturisce una drammaturgia.

Nella fase di laboratorio aperta a tutti, nei giorni 19 e 20 settembre 2015, verrà selezionato infatti un gruppo di danzatori che parteciperà al laboratorio del 26 e 27 settembre 2015, in cui si lavorerà alla realizzazione di una performance che verrà presentata sabato 3 ottobre nella rassegna “Second Hand – Di seconda mano” presso il Teatro Stabile d’innovazione – Galleria Toledo, Napoli.

Ai danzatori in scena verrà corrisposto un compenso pari alla paga sindacale prevista dal CCNL.

Il lavoro si articolerà in 4 fasi:

1) Training sul corpo basato su concetti energetici del movimento elaborati da esperienze della danza contemporanea e dell’ideochinesi e dell’integrazione funzionale, per indurre uno stato fisico di estrema ricettività;

2) Acquisizione dei materiali coreografici da utilizzare come pattern di partenza per la fase 3;

3) Processo di ricerca: strutture d’improvvisazione (con sistemi di regole) e processi di trasformazione; riorganizzazione dei nuovi materiali di movimento/suono;

4) Realizzazione della performance come outcome finale dell’intero processo.

L’intero percorso sarà poi documentato attraverso materiale documentaristico per creare e lasciare una traccia dell’esperienza attraversata.

 

è gradita la prenotazione

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