Sabato 27 Febbraio 2016, Grand Théâtre de Luxembourg

Jorge Luis Borges nel suo poema “El Tango” scrive: «Las piernas se enlazan, las miradas se funden, los cuerpos se amalgaman en un firulete y se dejan encantar. Da la impresión que el tango es un gran abrazo mágico del que es difícil salir. Porque hay algo provocador en él, algo sensual y al mismo tiempo tremendamente emotivo. El tango es un lenguaje donde conviven tragedia, melancolía, ironía, amor, celos, recuerdos, el barrio querido, la madre, penas y alegrías, olores de burdeles y pendencieros (…)». Corpi che si amalgano, abbracci magici, sguardi che si incrociano: il tango, nella sua accezione più poetica, sembra essere uno dei balli più seducenti degli ultimi anni. Come ci spiegano anche i più grandi narratori e poeti argentini, il tango è non soltanto una danza, ma un modo di essere – corrusco, aggressivo e viscerale. Ed è anche una danza di un popolo di esuli e di emarginati – come il flamenco in Spagna. È, nel profondo, ci sembra, una danza di ribellione – torva, solitaria ed “eternamente perdente” (avrebbe detto il critico Vittoria Ottolenghi, che non faceva entrare il tango nell’Olimpo della danza!). Per di più, come ci conferma il successo inaudito di centinaia di “tangherie” – scuole e sale da ballo che spuntano come funghi in tutta Italia – è tuttora un momento di espressione poderosa, e tuttavia contenuta, di emozioni spesso soffocate dalle convenzioni e, quindi, anche un momento di liberazione fisio-psichica. Il tango ci piace per la sua danza, la sua musica quasi ipnotica e, perché no, per la capacità di far socializzare; così ci piace assistere ad un suo spettacolo quando il tango, quello vero proveniente dalla Capital Federal, sale in scena e colma i teatri. Così come è accaduto lo scorso sabato nel Grand Théâtre di Lussemburgo con “Buenos Aires tango” con “Los hermanos Filipeli” e la grande orchestra El Arranque,durante una delle loro tappe del lungo tour europeo (che ha visto fin ora Francia e Belgio). Uno spettacolo, completamente “sold out”, ben strutturato, divertente e coinvolgente che in 90 minuti fa calare il suo pubblico nel vero tango quello suonato, cantato e  ballato. Non c’è alcuno spazio per il racconto, nessuna storia ma solo musica, tanta buona musica! In scena l’orchestra El Arranque, composta da otto elementi. Fondata dal contrabbassista Ignacio Varchausky e dal bandoneonista Camilo Ferrero inizialmente sotto forma di quintetto, El Arranque ha sviluppato un repertorio che ha saputo subito incontrare il gusto della comunità tanguera. Alla fine del suo primo anno, El Arranque aveva già tenuto oltre 200 concerti in teatri e milonghe in tutta l’Argentina. L’album del debutto, intitolato semplicemente “Tango” (1998) è stato patrocinato da due figure leggendarie del mondo del tango, Leopoldo Federico e Nelly Omar, raggiungendo un successo a livello nazionale ed internazionale. L’orchestra fu scelta dal Governo della Città di Buenos Aires per la notte di chiusura del primo Festival Internazionale di Tango di Buenos Aires, con un’esibizione all’aperto nella Avenida Corrientes, che, per l’occasione, si trasformò in milonga. I quotidiani argentini definirono El Arranque come “la rivelazione tanguera dell’anno”. Da quel momento l’orchestra si esibità con successo in tutto il mondo, ospite in Italia al Parco della Musica di Roma e per Roma Europa. Nel 2011, con l’album “Raras partituras 6”, inciso insieme a Leopoldo Federico, hanno vinto il Premio Gardel (Argentina) come Miglior Album di una Orchestra di Tango. In scena tre coppie: i campioni del mondo 2014 Juan Malizia & Manuela Rossi, Eber Burger & Yésica Lozano e gli spettacolari fratelli Filipeli (prossimamente in Italia nelle tappe di Roma, Milano, Firenze). Classe ’85, hanno iniziato a fare i loro primi passi già all’età di quattordici anni, studiando con grandi nomi del tango argentino come Leonardo Cuello, Roberto Herrera e Mora Godoy. Il loro è un tango attento ai particolari, mai esagerato, che rivela una grande padronanza della tecnica milonguera. Con il tempo sono riusciti a costruire la loro particolare coppia “uomo-uomo”, ricalcando i veri antenati tangueri (il tango nasce infatti come danza tra uomini) ponendo attenzione e studio su quei loro caratteri genetici che consentono movimenti e passi molto simili, passando in maniera sottile, così, dal tango scenario al tango salòn. Dopo lo spettacolo le porte del salone del Grand Théâtre hanno accolto gli appassionati tangueri tra il pubblico, per una grande milonga, ancora una volta con la musica dal vivo dell’orchestra e gli artisti: tutti avvolti in un abbraccio magico “que es difícil salir”.

 

 

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