tissi 2 Tutti lo vogliono, ma lui ha scelto di volare all’estero in cerca di esperienze internazionali per il suo incipit artistico. Bello, dotato e preparato, il suo talento fiorisce grazie allo studio serrato all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano: l’eccellenza di un prodotto tutto italiano. C’è chi, come al solito, vorrebbe vedere in lui il novello “Bolle”, per la concomitanza di fattori indiscutibili nella sua persona, ma, come si sa, i paragoni sono sempre fuorvianti e inappropriati. Oltre che impertinenti. Lui è il giovanissimo Jacopo Tissi e porterà in scena se stesso. Con diligenza risponde alle nostre domande, molte delle quali canonicamente d’obbligo per un neodiplomato, ma necessarie a sottolineare i cardini di una formazione dura e di una adolescenza sacrificata, per inseguire il proprio sogno.

Parlaci del tuo percorso scolastico. Come ti sei avvicinato alla danza?

Mi sono avvicinato alla danza a cinque anni e mezzo circa, affascinato da un balletto visto in televisione. Ho chiesto ai miei genitori di iscrivermi a un corso di danza classica. Ho quindi studiato per cinque anni nella scuola privata del mio paese in provincia di Pavia, Landriano, con Valentina Marchionni. All’età di undici anni ho fatto l’audizione per entrare alla Scuola di Ballo del Teatro Alla Scala, dove ho seguito l’intero percorso di otto anni e mi sono diplomato lo scorso giugno, sotto la direzione di Frederic Olivieri. Il mio insegnante principale è stato Maurizio Vanadia.

Le difficoltà maggiori negli anni di studio alla scuola della Scala?

Come per gli altri, è stato difficile conciliare l’Accademia e il Liceo Linguistico, in quanto entrambi richiedevano molto impegno e gli orari erano molto pesanti. Iniziavamo la giornata in Accademia tra le 9 e le 10 del mattino con la lezione di danza classica, seguivano poi le altre lezioni e le prove fino alle 16; tra le 16 e le 17 iniziavano le lezioni al Liceo e finivano alle 21.25 circa. Arrivavo a casa più o meno alle 22 e dovevo ancora mangiare e spesso studiare. L’ultimo anno, in particolare, è stato molto impegnativo a causa della preparazione alla maturità, delle audizioni per le diverse compagnie e del diploma in Accademia. Non è  stato facile portare avanti entrambe le scuole, ma ho sempre cercato di fare tutto al meglio, in quanto credo che sia molto importante avere un bagaglio culturale anche al di fuori dell’ambito della danza.

Raccontaci i momenti più belli e il diploma

Ho dei bellissimi ricordi legati all’Accademia, dall’emozione che ho provato quando sono stato ammesso, fino al momento del diploma. Tra i momenti più belli ci sono tissi 3sicuramente gli spettacoli e le tournées che ho avuto la possibilità di fare con il Maestro Olivieri, che mi ha permesso di ballare su palcoscenici molto importanti, anche in ruoli principali. Ho poi avuto la possibilità di confrontandomi con maîtres di fama internazionale. Negli ultimi anni si era creato un ambiente quasi familiare con tutte le persone che lavorano all’interno dell’Accademia. Molto importanti sono state tutti i compagni del mio corso maschile e femminile, con i quali ho condiviso la mia avventura e con cui ho instaurato bellissimi rapporti di amicizia che durano ancora, nonostante le distanze. Il diploma è un momento unico, non per sensazione mia, ma perché lo è realmente. Con il diploma si è concluso un percorso artistico e personale che è durato ben otto anni, è stato un giorno di infinite emozioni: tanta felicità e gioia, malinconia, ma grandissimo entusiasmo in quanto è stato un nuovo punto di partenza dal quale è iniziata la nostra carriera di professionisti.

Cosa ti aspetti dal mondo del lavoro e dove sei impegnato ora ?

Attualmente faccio parte del Wiener Staatsballett, l’Opera di Stato di Vienna. Ho appena cominciato il mio percorso lavorativo e la strada è ancora lunghissima, spero di lavorare tanto e di avere sempre più possibilità di ballare sul palcoscenico.

Hai già le idee chiare su dove puntare?

Non credo si possa puntare ad arrivare da qualche parte nella danza, spero di fare carriera cercando di pretendere sempre il massimo da me stesso, vedremo come andrà, come ha detto Elena Bottaro, l’importante sarà essere felice.

Qual è la qualità più importante per un allievo di una Scuola così?

Un allievo deve possedere tante qualità che costituiscono un blocco importante per l’apprendimento: costanza, impegno, spirito di sacrificio, coraggio, umiltà, disciplina, intelligenza…

Jacopo TissiConsapevole dei tuoi pregi, quanto conta, per un danzatore così dotato e preparato, mantenere l’umiltà per continuare ad apprendere?

 Grazie per il “dotato e preparato”! L’umiltà e il costante apprendimento sono fondamentali nel mondo della danza.

Quanto è importante l’istruzione per un danzatore?

Credo che la cultura e l’istruzione siano importanti per tutti, non solo per i danzatori. Esse ci permettono di conversare, di collocare nella storia e di muoverci anche all’estero.

C’è un Maestro che ti è rimasto nel cuore?

Tutti i maestri dell’Accademia e i maîtres con cui ho avuto il piacere di lavorare hanno arricchito il mio percorso di formazione. Potendone ricordare uno, cito il maestro che mi ha accompagnato per l’intero percorso Accademico, Maurizio Vanadia, il quale ha sempre creduto in me e mi ha sostenuto e aiutato. Con lui ho instaurato un bellissimo rapporto.

Qual è la cosa più bella che hai imparato?

Ho imparato che bisogna cercare di pretendere sempre il massimo da se stessi e cercare di non arrendersi mai, così non importa dove arrivi, perché sai che hai fatto del tissi - bottaro2tuo meglio.

Perché, a tuo giudizio, la danza maschile sta riscuotendo più successo di quella femminile?

Non credo che la danza maschile stia riscuotendo più successo, credo che stia cambiando l’opinione pubblica sul mondo della danza classica, che prima era considerata prettamente femminile e ora sta integrando la presenza maschile.

E noi auguriamo a Jacopo di portare in alto il nome della danza italiana nel mondo, perché da secoli  – e più di quanto comunemente si creda – le nostre eccellenze arricchiscono il panorama artistico internazionale con grande talento e ineguagliabile senso artistico. Foto di Rudy Amisano © e  Maki Galimberti ©

Sotto il video del Passo a Due “Gymnopédie” di Roland Petit,  interpretato da Jacopo Tissi ed Elena Bottaro al Palazzo del Cremlino di Mosca

 

Maria Venuso

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