8 Novembre 2017, Teatro Galleria Toledo, Napoli.  Nell’ultima serata della rassegna Second Hand – di seconda mano, edizione XIV, va in scena “VOXsolo” della compagnia AiEP, una performance interattiva tra corpo e tecnologia.
In un ambiente digitale, saturo di simboli e lettere, si intravede figura. Una interazione timida tra una mano e un segno, tra un movimento e lo spazio, un’ombra che scavalca la bidimensionalità per farsi corpo.
Un corpo che dimostra la sua presenza attraverso la voce, e che scopre la sua relazione con l’ambiente proprio tramite quella. Sibili, versi graffiati, striduli, sonorità gutturali producono un effetto visivo bello e coinvolgente, sull’universo che Claudio Prati e Ariella Vidach propongono agli spettatori di VOXsolo: l’ambiente pulsa, si torce, respira insieme al corpo della performer, la Vidach stessa.
L’interazione tra lo spazio e i suoni non è soltanto visivo, ma pare significativo: VOXsolo è costruito da sonorità primitive, lontane da costrutti linguistici, così come i simboli, che ricoprono l’ambiente, appaiono lontani da ordini logici, forse per suggerire allo spettatore che non ci sono messaggi da decodificare, se non quello di abbandonarsi alla visione, alla ricerca della relazione tra tecnologia e danza. Relazione di cui l’AiEP ha fatto il suo tratto distintivo, ricercando l’incontro tra corpo, umanità, materialità e tecnologia.
Assistendo allo spettacolo si ha l’impressione di star sbirciando dentro una scatola abitata; la Vidach danza e risuona in questa scatola, il suo corpo longilineo non è mai mortificato dallo spazio, né quando si fonde con questo né quando diventa protagonista assoluto in una luce rumorosa.
Se da un lato questa costruzione ambientale affascina, dall’altro si fa spazio una domanda: perché qui e adesso convivono arte e tecnologia?
Al termine della performance, è messo a disposizione degli spettatori un momento in cui conoscere la pratica di  ricerca della compagnia: la strumentazione, l’applicazione tecnologica, come i danzatori, con la voce e i movimenti, possono diventare autori di uno strato della performance.
Dalle parole recitate in sala, si evince e si apprezza un metodo, che non a caso si può definire scientifico. La speranza é quella che l’AiEP, nella sua ricerca, possa esplorare una più profonda e convincente sintesi tra Arte e Scienza, che mai si escludono l’una con l’altra.
Giada Ruoppo
 VOXsolo
idea e regia
Ariella Vidach, Claudio Prati
coreografia e danza
Ariella Vidach
interazione e composizione audio
Paolo Solcia
interazione e composizione grafics
Sebastiano Barbiere
set design
Claudio Prati
Costumi AiEP
Produzione 2014/ Compagnia Ariella Vidach – AiEP

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