NAPOLI – Due interessanti coreografie quelle viste domenica 24 settembre nel suggestivo SpazioKörper di Gennaro Cimmino in via Vannella Gaetani.

Ad aprire la serata il Performing Arts Group, Compagnia Giovani di Movimento Danza con Viceversa firmata da  Luna Cenere, una coreografia  ispirata al saggio di Eleonora Marangoni pubblicato nel 2020 con il titolo Viceversa. Il mondo visto di spalle.

“Viceversa” la coreografia firmata da Luna Cenere

Una performance  che parte dall’ascolto interiore mettendo grande attenzione al respiro, al gesto, alla postura che di volta in volta i danzatori assumono muovendosi spesso di spalle e sempre con un fazzoletto in testa che li incappuccia. L’ascolto interiore non prevede che ci si guardi negli occhi. Il risultato è una danza lenta, un movimento rallentato che conduce lo spettatore a lasciarsi cullare dalla bella musica di Vadislav Delay per perdersi nel gesto. Per perdersi nei pensieri che il gesto danzato fa emergere.

Bravi tutti i danzatori della Compagnia Alessia Esposito, Federico Contella, Giorgia Menichini, Isabel Ouattara, Martina Nappi. Convincente il lavoro svolto da Luna Cenere, mai banale nelle sue coreografie.

“Pandemik Mambo” la coreografia di Gabriella Stazio

Altra atmosfera per la seconda coreografia intitolata Pandemik Mambo firmata da  Gabriella Stazio.

Lo spunto del lavoro nasce a Berlino nell’agosto 2020 quando la Stazio visitando l’Hamburger Bahnhof, una ex stazione ferroviaria oggi trasformata in museo, vede  un ragazzo ed una ragazza, giovanissimi, in fila all’ingresso del museo con indosso un salvagente colorato.  Fermati dalla sicurezza che chiede loro spiegazioni sul particolare accessorio, i ragazzi rispondono che quello era il modo che avevano scelto per mantenere il distanziamento sociale per visitare il museo. 

“Pensai subito di trasformare quell’episodio in una coreografia. Perché la decisione di quei due ragazzi riassumeva in qualche modo il bisogno che c’era in quel momento di riprendere a fare una vita normale. Si sentiva tanto l’esigenza di tornare ad andare nei musei, nei teatri, nei cinema, nelle palestre. Si sentiva la necessità di incontrarsi,ma c’erano ancora tante restrizioni. E quei due ragazzi presentandosi nel museo con quei ciambelloni enormi avevano dimostrato di volersi attenere alle regole, ma di volerlo fare anche tornando a sorridere” racconta Gabriella Stazio.

Pandfemik Mambo fa parte di una trilogia intitolata “Le danze pandemiche”, coreografie create durante la pandemia e quindi con il distanziamento sociale. Nella prima versione messa in scena di Pandemik Mambo i ballerini non si toccavano mai. I loro corpi si muovevano in sintonia, i loro occhi si osservavano attentamente, ma i loro corpi non entrano mai in contatto grazie proprio ai grandi salvagenti che indossavano. La coreografia vista a domenica è una versione rivisitata, una coreografia che potremmo definire del post-Covid.

La storia è sempre quella ispirata ai due ragazzi di Berlino, protagonisti Sonia Di gennaro e Michele Simonetti bravissimi e in perfetta sintonia che indossano sempre dei grandi salvagenti, ma man mano che la coreografia va avanti si liberano dalla loro costrizione per toccarsi, rotolarsi, abbracciarsi. La coreografia ha tutto un altro sapore. Emerge anche l’ironia. A rendere particolarmente riuscita la performance oltre alla bravura dei due ballerini in scena, le musiche originali e il sound design di Francesco Giangrande e le luci di Alessandro Messina.

Il cameo della travolgente Emanuela Tagliavia


Ad introdurre Pandemik Mambo un cameo di Emanuela Tagliavia docente illustre nel panorama nazionale e internazionale della danza contemporanea, ballerina travolgente per la sua energia. Un cameo tratto sempre dalla trilogia Le danze pandemiche che ha reso ancora più speciale una serata ben riuscita.

foto di Maurizio De Nisi

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