NAPOLI – Lettera aperta delle rappresentanze campane delle associazioni nazionali dello spettacolo ANEC (Associazione nazionale esercenti cinema), ARTEC (Associazione regionale teatrale della Campania), SISTEMA Med (Associazione di categoria Sistema Musica e Danza Campania www.sistemamedcampania.it) e ANESV (Associazione nazionale esercenti spettacoli viaggianti): una riflessione sulla situazione dello spettacolo e sulle condizioni che si trovano a vivere i lavoratori del settore, in vista della ripartenza.

ANEC, ARTEC, Sistema MED, ANESV provano a centrare lo sguardo sul futuro dello spettacolo in Campania e nel resto del Paese. Gli scenari che si presentano ai nostri occhi sono davvero preoccupanti. Senza alcuna retorica né vittimismo riteniamo che il nostro settore sarà tra quelli su cui si abbatterà con maggiore intensità il cosiddetto “ritorno alla normalità”. Inutile negarlo, svolgiamo un lavoro che difficilmente si coniuga con il distanziamento: non a caso siamo stati, per senso di responsabilità, i primi a chiudere e, temiamo, gli ultimi a riaprire.

Apertura di un tavolo di crisi

Chiediamo l’apertura di un tavolo di crisi per discutere delle emergenze del settore, in un confronto diretto con il nostro Assessore regionale di riferimento, il Presidente Vincenzo De Luca.  Lo stato attuale vede un intero settore in ginocchio: lo spettacolo nel suo insieme in Campania è composto da un numero significativo (circa 13mila addetti), che accomuna in questo momento artisti, personale tecnico e amministrativo, docenti per la formazione degli artisti, service, fonici, macchinisti, scenografi, costumisti, runner, trasportatori.In alcunicasi senza alcuna garanzia assicurativa o ammortizzatore sociale.

Si aggiungano le imprese, società, cooperative, associazioni culturali, consorzi, fondazioni e luoghi fisici come teatri piccoli, medi e grandi, cinema, sale danza, auditorium.

Ad oggi nessuno è in grado di sapere come andranno le cose. Ci sarà ancora voglia di cultura, di spettacolo, e in che misura? Come si farà spettacolo, come si parteciperà? Siamo l’attività culturale che più di altre vivrà un paradosso: ci collocheremo in una società dove saranno d’obbligo le misure di “distanziamento sociale”, mentre le  arti nascono “per” il sociale. Le persone non supereranno in breve tempo la paura del contagio. Il ritorno alla normalità temiamo non sarà sostenuto da una economia diffusa che permetterà al pubblico di tornare ad impegnare parte del proprio denaro in attività culturali e ludiche. Una disoccupazione diffusa sarà il dato emergente.

Nella lettera aperta si chiede di rendere sicuri i luoghi di spettacolo

I luoghi di spettacolo saranno visti come non sicuri. Perderemo pubblico. Cosa servirà a renderli sicuri e praticabili? Quali dispositivi dovremo mettere in atto? Attuare il “distanziamento” non produrrà solo una diminuzione di pubblico per replica e dunque un aumento dei costi, ma comporterà anche un necessario ripensamento funzionale dei luoghi e delle sedi operative e di formazione. Tutto questo significherà tempo e denaro. Con un paradosso finale: meno pubblico e più costi. Domande queste a cui nessuno oggi è in grado di dare una risposta. Ma se non salveremo l’arte, la cultura, lo spettacolo, perderemo la nostra identità personale e collettiva. Quindi ci corre l’obbligo di chiedere che le nostre considerazioni vengano raccolte, prima che diventino problemi di una società intera.

Necessità di misure urgenti ed eccezionali

Il tempo non è nostro alleato, abbiamo necessità di misure urgenti ed eccezionali. Per questo scriviamo questa lettera aperta nella quale abbiamo quindi disegnato una road map necessaria alla situazione di emergenza attuale e che andrà aggiornata in base all’evoluzione dell’emergenza Covid-19 per il nostro settore. Nel 2020 e 2021 sarà necessario un intervento straordinario che dovrà essere affrontato anche con strumenti normativi diversi da quelli attuali o comunque rivisti.  Chiediamo alla Regione, così come stiamo chiedendo al MIBACT, di essere in grado di mettere in campo per il 2020 e per il 2021 uno sforzo economico straordinario.

Le richieste della lettera aperta punto per punto

  1. Finanziamento, già più volte richiesto, che deve portare la legge 6/2007 ad una dotazione che in grado di sostenere le necessità di tutti in considerazione delle spese sostenute e delle mancate entrate per il 2020 e per il 2021.
  2. Approvazione con procedura di urgenza delle modifiche Legge regionale 6/2007 già approvate con delibera di Giunta e attualmente ferme in commissione.
  3. Intervento straordinario per far fronte alla sistemazione degli spazi a campagne di sensibilizzazione del pubblico, a programmi di rilancio con forti investimenti nella digitalizzazione dei contenuti, sanificazione dei luoghi di spettacolo e il loro ammodernamento.
  4. Cassa integrazione in deroga prorogabile per il settore spettacolo fino a dicembre 2020.
  5. Reddito minimo per tutti i lavoratori dello spettacolo, nessuno escluso.
  6. Fondo di garanzia per il credito alle imprese.
  7. Adeguato finanziamento della legge 30/2016 su cinema e audiovisivo.
  8. Semplificazione delle procedure amministrative sia per le assegnazioni che per le liquidazioni dei contributi 2020.
  9. L’impegno che le imprese potranno assumere in presenza di dette misure straordinarie è il mantenimento di tutti gli impegni contrattuali sia quelli in scadenza che quelli programmati nel 2020, in modo da salvaguardare tutti gli organici.
  10. Riprogrammazioni di tutte le attività culturali gestite in forma diretta dalla Regione Campania per un piano di emergenza a servizio del territorio e degli operatori della Campania.

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