MILANO – Dal 12 giugno al 15 luglio torna con la sua XXVI edizione DA VICINO NESSUNO È NORMALE, festival estivo organizzato dall’Associazione Olinda nello spazio dell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano.

Come possiamo ritrovare il movimento dei pensieri, la profondità dei sentimenti, la lentezza dei corpi?

Il titolo della manifestazione, slogan adottato dall’ex Ospedale Psichiatrico di Trieste negli anni ’80, è la strofa di una canzone di Caetano Veloso. Queste parole sono esplicative del lavoro dell’Associazione e del tema costante della programmazione: la fine dell’emarginazione, che si parli di persone con problemi di salute mentale, di stranieri, di rifugiati, di persone con disabilità o di giovani senza aspirazioni.

“La capacità umana di adattarsi a cambiamenti drastici può essere stimolante quanto deprimente. Chi poteva prevedere che, trovandoci di fronte a un flusso continuo di immagini di morte e distruzione così vicino a noi, non saremmo scoppiati in lacrime e non saremmo crollati? Siamo sempre più connessi e sempre più soli, imprigionati in una rete di solitudine, senza accorgerci di essere rinchiusi. Come possiamo ritrovare il movimento dei pensieri, la profondità dei sentimenti, la lentezza dei corpi? Attraverso gesti che mettono al centro ogni singola persona, che fanno sentire ogni singolo battito del cuore, che ci ricordano ogni piccola cosa.” È in questo modo che il Festival individua il fil rouge di quest anno. Non appare una sfida facile, ma si può dire che Olinda si occupi proprio di questo: ritrovare e ricostruire identità.

Da subito si comincia con un momento importante, domenica 12 giugno dalle 10.00 alle 24.00, ALL YOU NEED IS POP: dopo due anni di pausa forzata l’appuntamento con Radio Popolare e la sua comunità di ascoltatrici e ascoltatori. “ALL YOU NEED IS POP è la nostra Festa, è il momento in cui finalmente ci ritroviamo a parlare di noi. Parlare di noi vuol dire trattare con i nostri ospiti di politica, cultura, arte e spettacolo.”

Non manca la danza

Numerosi gli altri progetti, incontri, esperienze di musica, teatro e non manca la danza. Il pubblico avrà infatti occasione di incontrare la Compagnia Abbondanza/Bertoni che porterà in scena, il 18 e il 19 giugno, il Premio Ubu 2020-21 per il miglior spettacolo di danza, DOPPELGÄNGER – Chi incontra il suo doppio, muore. Una riflessione sull’alterità, il doppio, l’opposto che dà origine al mistero che passa attraverso il contatto tra i corpi dei due interpreti, Francesco Mastrocinque, attore con disabilità e Filippo Porro, giovane danzatore.

Il 7 luglio toccherà alla Sosta Palmizi con il lavoro WALKING MEMORIES di e con Elisa Pol. Lo spunto è la montagna, luogo di ascensione, silenzio e solitudine, rischio ed ebrezza, di relazione intima tra soggetto e paesaggio. Un progetto che indaga il mondo dei ricordi e delle dimenticanze. Un’escursione nei territori di confine fra teatro e danza, letteratura alpinistica e biografia.

Ma la Compagnia tornerà poco dopo, il 12 luglio, con X (Per), creazione che nasce dall’incontro tra la coreografa e danzatrice Olimpia Fortuni e la sound artist, dj, live performer Katatonic Silentio. La danza diventa materializzazione di una narrazione sonora che non si irrigidisce mai in una struttura assoluta, perché ogni volta cambiano spazio, tempo e persone. Si tratta di uno studio compositivo che vuole essere inteso come un dono X chi partecipa e X lo spazio ospitante.

Un festival che non ha paura

Olinda nasce nel 1996 con l’obiettivo appunto di superare l’ex OP. Il punto di partenza è stato quello di ricostruire le identità delle persone da un lato e riconvertire gli spazi chiusi in luoghi aperti dall’altro. E poi Sogno di mezza estate, una festa cittadina, il primo progetto pubblico; il primo incontro con la città. Finchè nel 2008 il Festival ha dato vita anche al TeatroLaCucina, inaugurato nel 2008 nell’ambito del trentennale della Legge Basaglia/180, nella vecchia cucina da cui prende il nome. Olinda ha dato vita a un ampio sistema culturale per la cittadinanza sociale: un mix di impresa sociale, cultura e welfare locale con ristorante e catering, ostello e abitazioni, teatro ed eventi. Così DA VICINO NESSUNO È NORMALE è una realtà necessaria, che non ha paura di usare parole quali politica, alterità, vita.

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