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Berlino – Dopo Minute papillon del 2015, in Tempus Fugit – cosi come suggerisce il titolo – ancora una volta Toula Limnaios torna ad affrontare il tema del tempo.
Questa volta ad essere coinvolti non sono soltanto vista e udito degli spettatori, ma anche altri sensi.
Il palco, infatti, è ricoperto da foglie secche che vengono mosse di continuo dai sette danzatori che entrano in scena l’uno dopo l’altro in un canone regolare.
A ogni loro passaggio le foglie si alzano dal suolo. L’aria si riempie di un odore tipicamente invernale e le mani si ricoprono dei pulviscoli che volteggiano lievi nei coni di luce che attraversano e disegnano lo spazio.
Le splendide musiche di Haydn, Mahler e Ollertz accentuano il pathos della performance fatta di una danza a tratti geometrica, con tempi e ripetizioni dei movimenti che suggeriscono l’idea di un tempo che passa inesorabile, senza mai fermarsi.
After Minute papillon of the 2015, with Tempus Fugit – as the title suggests – Toula Limnaios once again deals with the theme of time.
In this choreography the senses involved are not just sight and hearing, but also all the other senses of the spectators.
The stage, in fact, is covered with dry leaves that are constantly moved by the seven dancers who come on stage one after the other in a regular canon.
At each step the leaves rise from the ground. The air is filled with a typical winter smell and the hands cling to the pulviscoli that swirl lightly into the light cones that cut through and draw the space.
The wonderful music by Haydn, Mahler and Ollertz emphasizes the pathos of the performance made by geometric dance, with repetitions of movements that suggest the idea of a time that goes on inexorably without ever stopping.
