TAN
"ROOM 22" di e con Marianna Moccia e Valeria Nappi per FUNA

NAPOLI – Prosegue TANZ: la rassegna di danza contemporanea al TAN – Teatro Area Nord, con la direzione artistica di Antonello Tudisco e l’organizzazione di Interno 5. Sabato 13 maggio in scena due compagnie campane: FUNA e Borderline Danza. Atteso inoltre l’appuntamento del 24 e del 25 maggio: un workshop condotto dal coreografo inglese Anthony Lo-Giudice in collaborazione con Corporeamente e CPRB.

Una serata dedicata alla danza campana

Un altro sabato all’insegna della danza contemporanea per il teatro sito in via Nuova Dietro la Vigna. Dopo le esibizioni di Petranuradanza con Sciara (genesi) e DNA con White Noise, sabato 13 maggio è la volta delle compagnie campane. Saranno infatti il collettivo tutto al femminile FUNA e la compagnia salernitana Borderline Danza a calcare il palco del TAN.
Aprirà la serata, alle ore 19:00, l’ensemble diretto da Claudio Malangone con una produzione dal titolo Sustrayak. La performance, un duo interpretato da Alessandro Esposito e Maite Rodgers Gastaka, esplora il movimento della natura che si riappropria istintivamente di ciò che le appartiene. Arrivando così ad affondare le sue radici sino allo spirito dell’essere umano che tanto cerca di sradicarle.

La serata proseguirà poi con ROOM 22, coreografia e interpretazione di Marianna Moccia e Valeria Nappi. Prodotto da FUNA con il sostegno di ArtGarage e L’Asilo, ROOM 22 è un progetto nato dall’esperienza diretta delle danzatrici durante il lockdown del marzo 2020. Partendo dalla costrizione di uno spazio limitato, la performance è incentrata sul concetto di comunicazione tra gli individui. L’intento è rendere visibile lo spazio interiore – una stanza nel mondo – che le due performer costruiscono cercando di rimanere in equilibrio e in connessione tra loro. A ogni tentativo di comunicazione i corpi si coordinano nel costruire una nuova armonia. Ma il limite dello spazio – inteso come lontananza – lo rende impossibile decostruendo il gesto fino a renderlo esasperato, vuoto. Solo nel momento in cui i due corpi trovano il contatto fisico e lo spazio torna a essere profondo, le due performer riescono ad unirsi in una danza d’insieme. Simbolo della più primordiale forma di linguaggio e di comunicazione universale.

Alessandro Esposito e Maite Rodgers Gastaka in “Sustrayak” per Borderline Danza

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