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Simona Lisi: “Il danno è enorme, ma per Cinematica è solo una pausa”

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Ideato e diretto da Simona Lisi, danzatrice, attrice, autrice di spettacoli, performance e opere video, Cinematica è l’unico festival internazionale che si occupa specificatamente della relazione immagine-movimento e del rapporto corpo e nuovi media nelle arti visive, filmiche e performative. Si ispira al concetto di image-mouvement del filosofo francese Gilles Deleuze per indagare nelle diverse forme d’arte la “messa in movimento” dell’immagine e quindi dell’immaginazione e percezione attiva dello spettatore.

Fantasmagorìe, il titolo della edizione di quest’anno

Si svolge da sette anni nella città di Ancona scegliendo come centro nevralgico la cittadella sul mare della Mole Vanvitelliana per poi espandersi in diversi luoghi del capoluogo di regione. Il tema della VII edizione, che era prevista dall’8 al 15 marzo 2020, è “Fantasmagorìe”, artisti da tutto il mondo hanno inviato proposte artistiche eccellenti in seguito alla Call for artists del Festival. Proposte che andavano a comporre il programma di questa edizione, rinviata proprio alla vigilia della conferenza di stampa di lancio del festival. Abbiamo intervistato telefonicamente Simona Lisi per saperne di più sulle sorti future di Cinematica a seguito del lockdown.

L’intervista a Simona Lisi

Dal 9 al 15 marzo sarebbe dovuto tenersi il suo CINEMATICA FESTIVAL, uno dei festival più importanti delle Marche con risonanza su tutto il panorama Italiano ma anche straniero. Anch’ esso travolto dall’ emergenza Covid-19 che ha visto il blocco improvviso di tutti gli eventi dello spettacolo dal vivo sul nostro territorio. Cosa prevedeva CINEMATICA?

Cinematica avrebbe dovuto svolgere la sua settima edizione del titolo Fantasmagorìe, eravamo in procinto di lanciare la conferenza stampa e la sera prima si è manifestata la problematica dell’emergenza sanitaria in tutta la sua gravità.

La decisione del rinvio

Nei giorni seguenti, in accordo con le Istituzioni che ci sostengono e gli artisti che sono stati avvisati e interpellati, abbiamo preso la decisione di rinviare il Festival, prima che intervenisse il lockdown da parte del Governo. Non nascondo la drammaticità di quei momenti che hanno vanificato lo sforzo di mesi e mesi di lavoro. Il Festival, come ogni anno, prevedeva appuntamenti di danza contemporanea, cinema sperimentale, video danza e musica elettronica. Inoltre un folto programma di laboratori anche per bambini sempre sul tema dell’immagine movimento. Non mi soffermo sui nomi degli artisti in programma e sui singoli appuntamenti perché spero vivamente che il Festival si possa effettuare nei prossimi mesi o comunque entro l’anno.

Un danno consistente

Quali sono stati gli sforzi organizzativi fino ad ora per CINEMATICA e l’entità del danno della non realizzazione?

Ovviamente il danno è stato piuttosto consistente. Da ottobre a febbraio abbiamo lavorato intensamente per costruire il programma di questa settima edizione, non solo io ma tutte le persone che lavorano con noi e che in questo momento sono sospese in attesa di sapere come e quando il loro lavoro verrà retribuito e il festival realizzato. Per quanto riguarda l’entità del danno dal punto di vista economico non so ancora quantificare. Ho una stima dei costi già effettuati, come tutti i biglietti e i titoli di viaggio e la maggior parte dei materiali di stampa, alcuni anticipi per artisti e per l’ufficio stampa e posso dire che per la maggior parte queste spese non saranno recuperabili. Molto difficile farsi rimborsare i biglietti acquistati, soprattutto dalle compagnie aeree.

Un posticipo e non un annullamento

Si prevede un posticipo o un annullamento?

Per ora stiamo pensando a un posticipo e non ad un ‘annullamento.

In qualità di direttrice del Festival ha messo subito in atto strategie che mantenessero in vita alcune iniziative previste dal Festival?

Assorbito il colpo, ho cercato di essere subito attiva, sia in rete che nella comunicazione – dice Simona Lisi. Innanzitutto lanciando un hashtag #contagiocreativo e pensando di contaminare sia la rete che altri festival della città di Ancona con le nostre iniziative.  Questo almeno era l’intento iniziale anche perché avevamo già stampato alcuni manifesti. All’ ultimo momentocabbiamo deciso di far inserire questo hashtag sostituendo le date dove è stato possibile per non sprecare completamente l’investimento fatto. Da qui però è iniziata una strategia creativa. Abbiamo scelto di non rimanere passivamente a guardare, ma di rispondere in modo attivo a quello che sta succedendo. Sulla pagina Facebook del Festival Cinematica https://www.facebook.com/events/227872588594104/ abbiamo lanciato una piccola call non competitiva, ovvero senza vincitori, per piccole danze casalinghe che abbiamo chiamato “Small contest for small dances”.

Strategia creativa

 Ogni settimana lanciamo un nuovo tema su cui danzatori coreografi e artisti dell’arte in movimento o anche videomaker sono chiamati a rispondere con un breve intervento di videodanza. U argomento specifico, in genere molto semplice e legato all’ambiente casalingo, (argomenti come “la sedia”, “la luce”, “il tappeto”. Speriamo così di continuare a stimolare la creatività degli artisti che ci seguono e anche di fungere da momentaneo contenitore di testimonianze creative. Questo da un lato ci aiuta a non demoralizzarci e a non essere passivi rispetto a tutto quello che sta succedendo, dall’altro ci stimola per ulteriori azioni successive.

La paralisi

L’emergenza Covid-19 ha paralizzato ogni settore nel nostro paese, quali saranno secondo lei le ripercussioni nel prossimo e lontano futuro sul mondo dello spettacolo dal vivo e in particolare dei Festival di danza? 

Questa è una domanda molto difficile e a cui posso tentare di rispondere secondo la mia esperienza e le mie intenzioni personali.  Come artista e direttrice di un Festival, credo che da questa esperienza potrebbero venir fuori nuove strategie creative e anche nuovi modi di comunicare un contenuto artistico, se cerchiamo di essere curiosi e attenti alle modalità in cui poter reagire.

L’importanza della rete

Credo che la rete possa essere utilizzata in tantissimi modi e che ancora non sia esplorata nelle diverse e molteplici potenzialità. Non pensare solo alla rete come sostituto del contatto con il pubblico, ma anche come mezzo in sé. Per quanto riguarda il settore dello spettacolo dal vivo ci saranno dei periodi molto duri e dobbiamo essere consapevoli. Rimboccarci le maniche come abbiamo sempre fatto e rispondere alle esigenze del momento. Non trascurerei neanche il fatto che l’arte e la cultura sono un modo per creare ponti, continuare a sperare, lenire la solitudine e l’isolamento. E quindi prendersi in carico in qualche modo questa funzione importante dell’essere artisti. Per poi essere consapevoli dei nostri diritti che spesso non prendiamo in considerazione, tutti occupati nel vortice del lavoro e delle infinite progettualità.

La ripartenza

Che tipo di strategia pensa di utilizzare Simona Lisi per ripartire quando tutto questo sarà finito?

Non mi metto nell’ottica di ripartire quando tutto questo sarà finito. Ma cerco di continuare a progettare e a creare in modo da non trovarmi impreparata nel momento in cui l’emergenza sarà alle nostre spalle. Quindi cerco di “nutrire” il mio immaginario e quello degli altri, perché se una cosa ci insegnerà questa brutta storia è di non considerare mai la nostra esistenza e/o sussistenza separata dall’ambiente e dagli altri.

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Giornalista e critica di danza, danzatrice, coreografa, docente di materie pratiche e teoriche della danza, docente di Lettere e Discipline Audiovisive. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo e specializzata in Saperi e Tecniche dello Spettacolo all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Dal 1990 è direttore artistico e insegnante del Centro Studi Danza Ceccano e curatrice del ”Premio Ceccano Danza". E’ inoltre direttrice e coreografa della CREATIVE Contemporary Dance Company.