Serata Balanchine
Il Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo in "Serenade" di Balanchine. Foto di Luciano Romano

NAPOLI – C’era un pubblico internazionale ad assistere alla Serata Balanchine/Petipa, mercoledì 26 luglio, che ha riempito il Teatro di San Carlo nonostante il clima vacanziero. Platea piena dunque grazie anche a chi sostiene il Massimo napoletano da sempre proprio come Anna Barnaba, abbonata storica. Prima dell’inizio dello spettacolo, infatti, si è svolta una commovente cerimonia di consegna della Targa d’Onore conferita alla signora Barnaba – nel giorno del suo onomastico – conferita dalle mani del Direttore Generale Emmanuela Spedaliere.

“Vi invito a venire sempre a teatro”, ha dichiarato Barnaba, “come faccio io perché, nonostante le mie 98 primavere, posso affermare con certezza che la musica rende giovani. Cerco infatti di essere presente a ogni spettacolo, perché mi dà vita. Ogni volta che decido di venire al San Carlo c’è qualcuno che mi domanda ‘Come, vai anche stasera?’. Certo, a costo di andare anche con una gamba sola, io ci sono. Oltretutto, sento di essere un po’ un’amica di questo Teatro. Vorrei che molti di noi, tante volte. decidessimo di rinunciare a qualche altra cosa per venire in questo Teatro”

Anna Barnaba è quindi un esempio da seguire, una presenza costante e fedele al Teatro di San Carlo da decenni. La Responsabile dell’Archivio Storico e del Memus, Giovanna Tinaro, ha così letto la motivazione della consegna:

“Ad Anna Barnaba, in riconoscimento del tuo amore e dedizione al Teatro di San Carlo. Grazie per la tua fedeltà e per averci ispirato con la tua passione. Il tuo contributo al mondo delle arti è un faro luminoso che guida generazioni presenti e future verso la bellezza e l’emozione del palcoscenico. Il Teatro ti onora con profonda gratitudine e ammirazione”

Il potere evocativo di Serenade

Il sipario si è sollevato su 17 ballerine del Corpo di Ballo del San Carlo, schierate nella posa che forse più di tutte identifica questo capolavoro di George Balanchine. Serenade, punto di svolta nella storia della danza e allo stesso tempo sintesi del percorso intrapreso dall’arte coreutica fino ai primi del Novecento.

Nelle pose e nei gesti delle ballerine sancarline è possibile infatti rintracciare frammenti di famosi balletti del repertorio: da Giselle a Lago dei cigni, passando per movenze spagnoleggianti e non solo. Una coreografia, quella originale di Balanchine ripresa da Sandra Jennings per il San Carlo, che ridefinisce lo spazio scenico attraverso rigorosi disegni geometrici, canoni precisi e concatenazioni innovative.

Un’atmosfera da chiaro di luna, incantata, sostenuta da un’esecuzione sublime. Il Corpo di Ballo tutto – étoiles, solisti e tersicorei di fila – hanno incarnato la musica originale di Čajkovskij in un sincrono perfetto e interpretando con espressione i cambi di ritmo: ora serrato e incalzante, ora melanconico e soave.
Il valzer è stato interpretato con maestria dalle étoiles Anna Chiara Amirante e Alessandro Staiano, coppia sul palco e nella vita.

Struggente il finale: nell’Elegia – posta da Balanchine alla fine della coreografia e non come, nelle intenzioni di Čajkovskij, penultimo movimento – la danza astratta e tecnicamente virtuosa si carica di intensità espressiva. Un quadrilatero amoroso – messo in scena dall’étoile Anna Chiara Amirante, dal solista Stanislao Capissi e dalle tersicoree Martina Affaticato e Claudia D’Antonio – rievoca l’antico conflitto tra cuore e mente. Pose che rimandano in modo chiaro alla scultura Amore e Psiche di Canova.
Un’altra interessante interpretazione dell’enigmatico finale è fornita dalla studiosa e docente di storia della danza Roberta Albano nel programma di sala. L’Elegia potrebbe essere anche un omaggio che Balanchine dedica a un’amica e collega, scomparsa anni prima della creazione di Serenade e identificabile nella ballerina dai capelli sciolti.

La forza carismatica di Raymonda

Una scenografia solo in apparenza scarna accoglie il pubblico della Raymonda. Grandi drappeggi bianchi si tingono infatti di sontuosità grazie alle luci di Nunzio Perrella e agli scarlatti costumi di Giusi Giustino

La Czardas, eseguita con vigore da 8 coppie di tersicorei capeggiati da Francesca Riccardi ed Ertugrel Gjoni, introduce subito il clima di festa del Divertissement del III atto. Sedici anche gli interpreti che hanno fatto da cornice all’atteso Gran Pas Classique Hongrois, il matrimonio trionfante di Raymonda e Jean de Brienne. I protagonisti della coreografia di Marius Petipa, ripresa dal Direttore del Balletto Clotilde Vayer, sono stati interpretati dalle stelle sancarline Anna Chiara Amirante e Danilo Notaro.

La solista Candida Sorrentino e i tersicorei di fila Giorgia Pasini, Salvatore Manzo e Carlo De Martino si sono poi cimentati in portentose variazioni.
Molto applaudita anche la variazione eseguita da Danilo Notaro, apprezzato per la notevole elevazione dei grandi salti. Ancor più acclamata Anna Chiara Amirante, vera incantatrice di serpenti nella maestosa variazione. Gli spettatori hanno trattenuto il fiato, ipnotizzati dalla forza carismatica delle braccia e degli sguardi dell’Amirante.

Coinvolgente ed energico il finale d’insieme, animato dalla suggestiva musica originale di Alexander Glazunov. Come si legge infatti nel programma di sala: “Glazunov si ispirò alla musicalità dei balletti di Čajkovskij per Divertissement di pura danza accademica” come quello della Raymonda. Questo balletto costituisce infatti, spiega l’Albano, “l’anello di congiunzione tra la dissoluzione del balletto romantico e l’avvento del balletto concertante”.

Balletto narrativo e danza astratta: scelta vincente

Vincente quindi la scelta del Teatro di San Carlo di abbinare in un’unica serata Serenade di Balanchine e Raymonda di Petipa. In Serata Balanchine/Petipa dunque il III atto della Raymonda, un balletto narrativo che contiene in sé momenti di pura danza, e Serenade, una coreografia astratta con intenti evocativi e malinconici, si rispecchiano l’uno nell’altro. 

Due capisaldi della storia della danza accomunati da una sintesi perfetta tra coreografia e musica. L’esecuzione dal vivo dell’Orchestra del Teatro di San Carlo ha conferito infatti alle musiche di Čajkovskij e Glazunov un’energia autentica. Molto coinvolto è apparso il Direttore d’Orchestra, Jonathan Darlington, nel dirigere l’organico sancarliano.

Serata Balanchine/Petipa rappresenta quindi uno spettacolo di alto livello e qualità. Fragorosi gli applausi finali, in cui il pubblico ha acclamato più volte e a gran voce il nome della Amirante.

Le prossime repliche e il progetto la Venere degli stracci

Serata Balanchine/Petipa sarà in scena al Teatro di San Carlo fino a domenica 30 luglio. Evento speciale, però, sarà la replica di sabato 29 luglio.

La Fondazione Teatro di San Carlo infatti ha promosso un’importante iniziativa dedicata alla raccolta fondi per la realizzazione di una nuova installazione della Venere degli stracci, l’opera d’arte di Michelangelo Pistoletto situata in piazza Municipio, distrutta il 12 luglio scorso da un incendio doloso. 

La Venere degli stracci è stata a lungo una delle opere d’arte più amate: è un simbolo di umanità, vulnerabilità e resilienza. L’incasso della replica di sabato 29 luglio per Serata Balanchine/Petipa al San Carlo contribuirà alla campagna per finanziare la realizzazione della nuova opera di Pistoletto.

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