ROMA – Ada D’Adamo non c’è più. Stanotte è volata via. Da qualche giorno le sue condizioni erano peggiorate e stanotte il suo cuore si è fermato. Sapevamo tutti che stesse male, ma come spesso accade quando sai che una persona che stimi e a cui vuoi bene sta male allontani l’idea che possa andare via. E’ morta il giorno dopo essere stata inserita nella rosa dei dodici candidati al Premio Strega per il suo libro Come d’aria.

Attenta osservatrice del corpo umano

Era nata ad Ortona, in Abruzzo, nel 1967, aveva soltanto 55 anni. Per il mondo della danza è stata una critica e una fine scrittrice, una attenta osservatrice del corpo umano che dopo essersi Diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e laureata in Lettera alla Sapienza, ha scritto e curato numerosi volumi sulla danza e sul teatro del Novecento. Ricordiamo le monografie Danzare il rito Le sacre du printemps attraverso il Novecento (Bulzoni, 1999), Mats Ek (L’Epos 2002), Il corpo insorto nella pratica performativa di Habillé d’eau (Editoria&Spettacpolo 2012), l’intervista Emio Greco/PC (L’Epos 2004) la raccolta di Mario Martone Chiaroscuri. Scritti tra cinema e teatro (Bompiani 2004). Grande esperta di libri per l’infanzia ha collaborato a lungo anche come editor con l’editore Gallucci. Una donna colta, appassionata del suo lavoro, elegante e sempre gentile. Il nostro incontro risale agli anni 2000 quando ero ufficio stampa al Teatro di San Carlo e lei veniva a recensire i nostri spettacoli.

La sua indimenticabile lettera a Corrado Augias sulla legge 194

Chi non fa parte del mondo della danza, l’ha conosciuta per la prima volta nel 2008 quando scrisse una lettera a Corrado Augias, in occasione di uno dei tanti momenti in cui è stata messa in discussione la legge 194. “L’aborto è una scelta dolorosa per chi la compie, ma è una scelta e va garantita – scriveva – Anche se mi ha tolto la vita, io adoro Daria la mia meravigliosa figlia imperfetta, ma se quel giorno avessi potuto scegliere avrei scelto l’aborto terapeutico”. Una lettera dolorosa, ma piena di consapevolezza che lasciò chi la conosceva, ma anche chi non la conosceva senza fiato per il dolore, ma anche per la forza che trasudava.

Il suo libro “Come d’aria” tra i 12 finalisti al Premio Strega 2023

Poi l’anno scorso esce il libro Come d’aria, edito da Elliot. Dedicato a Daria la figlia “imperfetta” che Ada ha avuto da Alfredo, la figlia di cui scriveva nella lettera ad Augias, il cui destino è stato segnato da una mancata diagnosi in fase di gestazione che l’ha resa pluridisabile, invalida al cento per cento. Un libro che Ada decide di scrivere quando scopre di essersi ammalata. Una scoperta devastante che in questo libro diventa occasione di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontare la loro storia. Il loro amore senza parole (Daria non parla), senza sguardi (Daria non vede) un amore fatto solo di abbracci, di carezze, di contatto. Un racconto di straordinaria forza e verità in cui Ada parla di amore, dolore, rifiuto, accettazione per come fosse cambiata la sua vita, ma soprattutto di magia dei sentimenti che insieme alla figlia Daria è riuscita a costruire. La parola disabilità nel libro non esiste. Nel suo libro non ci sono abili e disabili. Ci sono solo loro Ada e Daria, la loro storia fatta di tanto amore, ma anche di stanchezza e di lotta per rivendicare anche i diritti più semplici che nel nostro paese a chi ha dei problemi non sono assicurati.

Poi arriva la malattia di Ada e Ada scrive nel libro citando John Donne “la malattia è la miseria massima, la massima miseria della malattia è la solitudine”. Ma nella sua solitudine Ada ha trovato la forza di raccontare e raccontarsi rendendo un libro indimenticabile e necessario. “Finirò col disciogliermi in te? Sono Ada. Sarò D’Aria”. Una frase su tutte.

Come d’aria resta in gara al Premio Strega 2023 e noi ci auguriamo possa anche vincere per Ada, per Daria e per chiunque lo ha letto e lo leggerà. “Finirò col disciogliermi in te

I funerali di Ada D’Adamo saranno celebrati lunedì 3 aprile alle ore 12 a Roma nella Chiesa di sant’Eusebio all’Esquilino. Tutta la redazione di Campadidanza abbraccia Alfredo e Daria.

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Giornalista professionista dal 1987, è direttore responsabile di Campadidanza Dance Magazine, fondato nel 2015 con Gabriella Stazio. Dopo aver lavorato per quasi venti anni nelle redazione di quotidiani, ha scelto la libera professione. E’ stata responsabile Ufficio Stampa e pubbliche relazione del Teatro di San Carlo, del Napoli Teatro Festival Italia, dell'Accademia Nazionale di Danza, responsabile Promozione, e marketing del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale. Ha curato numerosi eventi a carattere nazionale e internazionale. Con Alfredo d'Agnese, nel 2015 ha fondato R.A.R.E Comunicazioni società press & communication.