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Roma, al Teatro dell’Opera è in scena “Il corsaro” nella nuova versione di José Carlos Martínez

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ROMA – Il Corsaro è in scena al Teatro Costanzi di Roma dal 1 all’8 marzo in una nuova creazione coreografica di José Carlos Martínez. Il balletto, perla del tardo-romanticismo coreico, si è evoluto nel corso del tempo conoscendo versioni differenti che hanno visto spesso diverse aggiunte musicali. Il coreografo José Carlos Martínez torna allo scenario originale facendone un balletto in due atti e alleggerendolo di tutte le aggiunte fatte nel tempo. Il suo intento è però lontano da volerne presentare una ricostruzione storica, la sua idea è invece tornare alle origini creando una nuova coreografia. Il corsaro, in questa nuova veste, andrà in scena con allestimento di Francesco Zito e luci di Vinicio Cheli. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestroAlexei Baklan. Produzione del Teatro dell’Opera di Roma.

Storia di un magnifico naufragio

Il Corsaro è azione, passione e romanticismo, una trama che mette in grande evidenza le danze, e momenti virtuosistici dalla tecnica straordinaria. In un’ambientazione esotica, tra pirati e schiavi, tempeste e rapimenti, uccisioni e cospirazioni, una grotta, un pascià e il sogno in un bellissimo giardino, le avventure del pirata Conrad per salvare la sua amata Medora riempiono la storia d’amore con un irresistibile spirito d’avventura. Insieme affrontano innumerevoli traversie culminanti in un naufragio della nave. Le Corsaire, balletto in tre atti, debuttò in scena per la prima volta il 23 gennaio del 1856all’Opéra di Parigi interpretato dall’ acclamatissima danzatrice italiana Carolina Rosati, allora prima ballerina incontrastata dell’Opéra, e dal famoso mimo italiano Domenico Segarelli poiché originariamente la parte del Corsaro non era ballata. Il balletto, basato sul poema The Corsair di Lord Byron del 1814, fu musicato da Adolphe Adam, con le coreografie di Joseph Mazilier. Negli anni a seguire però, Le Corsaire subì in Russia consistenti revisioni drammaturgiche, coreografiche e musicali che portarono inevitabilmente alla nascita di numerose versioni.  Le Corsaire fu concepito principalmente per mettere in risalto le doti di Carolina Rosati, celebrata per la sua bellezza e per la sua precisione tecnica sulle punte e nelle batterie doti alle quali si associava anche una buona mimica. Ad Adolph Adam, allora migliore compositore di opere e di balletti in Francia, si pensi al suo successo con Giselle, furono riconosciuti i diritti e un’ingente somma di denaro. Il debutto de Le Corsaire ebbe un notevole successo sia per la partitura che per l’interpretazione della Rosati nei panni dell’eroina Medora, che appassionò e catturò tutto il pubblico parigino. Un altro aspetto che rese acclamatissima la prima francese furono gli effetti teatrali della scenografia mai visti sul palcoscenico dell’Opéra fino ad allora ideati dal macchinista Victor Sacré. Da allora effetti ancora più imprevedibili furono sperimentati sulle scene russe. Per la scena del naufragio del terzo atto ad esempio fu sorprendente la macchinazione di Andrei Roller, maestro di effetti teatrali che al Bolshoi stupì tutto il pubblico in sala tra cui anche l’imperatrice Eugénie usando effetti elettro-galvanici per riprodurre i fulmini della tempesta. De Le Corsaire di Mazilier ebbe notevole successo anche l’orchestrazione intensa e colma di drammaticità di Adam il quale venne a mancare, purtroppo, qualche mese più tardi dopo il debutto. Il quattro maggio del 1856, giorno dopo la sua morte, l’Opéra dette una rappresentazione de Le Corsaire in sua commemorazione devolvendo alla moglie tutti gli incassi. Le Corsaire parigino fu così un tale successo che, dopo la prima, il balletto andò in scena altre 43 volte nello stesso anno, sempre con l’insuperabile interpretazione della Rosati nelle vesti di Medora. Le Corsaire era ormai legato al suo nome tanto che quando, tre anni più tardi, la danzatrice italiana lascerà l’Opéra, sarà tolto dalle programmazioni. Anche per il coreografo il balletto rappresentò un memorabile addio alle scene. Joseph Mazilier si ritirò, infatti, poco più tardi coreografando solamente La fille du Bandit l’anno successivo.

Fabiola Pasqualitto

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Giornalista e critica di danza, danzatrice, coreografa, docente di materie pratiche e teoriche della danza, docente di Lettere e Discipline Audiovisive. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo e specializzata in Saperi e Tecniche dello Spettacolo all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Dal 1990 è direttore artistico e insegnante del Centro Studi Danza Ceccano e curatrice del ”Premio Ceccano Danza". E’ inoltre direttrice e coreografa della CREATIVE Contemporary Dance Company.