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Riparte RaID Festivals: la danza contemporanea ritorna a Solofra

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SOLOFRA (AV)– Nel territorio avellinese ritorna RaID Festivals, kermesse dedicata alla danza contemporanea e diretta da Maria Teresa Scarpa. Il festival nasce con l’idea di creare un significativo appuntamento intorno alla danza contemporanea e di ricerca, in strettissima relazione tra la città che l’ospita e la progettualità artistica, contribuendo a stimolare, attraverso un network, nuove idee offrendo esperienze diverse, con una grande attenzione alla creazione di nuove fasce di pubblico.

Dance Space Subjectivity 2.0, l’idea di far danzare lo spazio

Dance Space Subjectivity 2.0 è il titolo nasce con l’idea di far danzare lo spazio, per darne una visione complessa e diversificata dei corpi e delle energie che lo attraversano, grazie all’interazione tra i luoghi e le persone che li abitano. L’idea è quella di rendere l’esperienza di fruizione artistica e culturale un appuntamento costante nella provincia di Solofra, assistita da una relazione stabile e creativa tra abitanti e artisti ospitati.


In questo primo anno di triennalità finanziata dal MIC, RaID Festivals presenta 12 compagnie, a cavallo tra agosto e ottobre 2022, con 22 rappresentazioni tra produzioni nazionali e internazionali, progetti speciali e proposte di giovane danza d’autore. Gli spettacoli saranno programmati al Chiostro Monumentale di S. Chiara e al Palazzo Ducale ORSINI di Solofra (AV).

Padovani, Casadei, Capasso e Cianchi nelle prime due serate

Il 26 e il 27 agosto 2022 sono state le prime due giornate del festival: in scena, le compagnie Naturalis Labor di Luciano Padovani, Artemis Danza di Monica Casadei, Corporeamente di Enzo Capasso e Art Garage di Emma Cianchi.


La compagnia veneta diretta da Luciano Padovani presenta una Serata Trittico: tre spettacoli sottilmente legati tra loro. Il primo è Pezzi Fragili, un duo nostalgico e romantico che si esprime, anche musicalmente, nell’idea di un passato che rimanda a memorie, istantanea, con gesti narrativi e sguardi lenti, intensi e nitidi. I “pezzi” stanno nel tutto che forma il solo e il solo che si plasma in duo, cioè che è “fragile”, in senso più che positivo, è l’esecuzione tensiva, fluida, flessibile, dinamica e spalmabile dei due interpreti.


Il secondo pezzo è Prelude, un omaggio al coreografo russo Nijinsky sulle note di Debussy, dove la contemporaneità si esprime nella forma, nell’estetica e nella bellezza degli interpreti senza alcuna pretesa drammaturgica e, dunque, senza alcuna resa coreografica ricercata e innovativa.


Terzo ed ultimo pezzo, Night Wolves. Un lavoro coreografico ricco di tratti gruppali, con rimandi rituali e sottilmente cupi. Un’opera assolutamente in linea con i due precedenti lavori nel tentativo di ancorare il pubblico ad estetiche pulite, nell’anatomia del corpo e del suo movimento, anche a discapito di slanci di ricerca coreografici ambiziosi, rischiati e innovativi.


In conclusione, Artemis Danza di Monica Casadei presenta Christian Pellino con Metamorfosi. Il giovane danzautore campano mette in scena un’opera interessante sul piano della ricerca drammaturgica, mostrando pregi e difetti del ‘danzautorato’ italiano, tra il desiderio di creare e la difficoltà di farlo per sé stessi. La sua danza è ricca di tensioni, forme, rimandi animaleschi correlati con immagini evolutive chiare e darwiniane, allo stesso tempo sottilmente ‘sacrali’ come nella vestizione che sostiene l’adultità.

Human – I figli della dittatura, un lavoro energico

Il 27 agosto è stata la volta di Art Garage di Emma Cianchi e Corporeamente di Enzo Capasso. Entrambe realtà campane, la prima è consolidata sul territorio da anni mentre la seconda nasce nell’ultimo anno come realtà formativa per giovani studenti campani.


Art Garage propone Human – I figli della dittatura di Lukas Lizama e Barbara Hernandez, interpreti e autori. Un lavoro bello, dinamico, energico e vivo. La messa in scena di alcune, non scontate, riflessioni intorno alla dittatura e agli agiti politici contemporanei sudamericani. Riflessioni non lontane dall’Europa e dall’Italia, ben messe in scene con momenti chiari e limpidi per il pubblico. Un lavoro semplice, ma efficace.


Corporeamente propone Lo que l’agua me dio di Vincenzo Capasso, accompagnato dalla regia e dalla drammaturgia di Carlo Roselli. L’opera si presenta come un omaggio a Frida Khalo, specificamente al quadro titolato come lo spettacolo. Il lavoro risulta pieno, fin troppo, in ogni sua evoluzione: le scelte coreografiche non sembrano essersi fluidificate sempre opportunamente con il supporto registico e drammaturgico che, però, risulta chiaro nella sua radice identitaria legata al teatro. Un work in progress alla sua prima volta, un lavoro da migliorare con le potenzialità per farlo, grazie ad interpreti giovani e promettenti.

Danza non solo in palcoscenico

In continuità con quanto sperimentato nel corso del 2021, RaID Festivals ripropone attività collaterali, sempre in linea con la missione del festival: il progetto Noi siamo RaID è un invito agli artisti afare incursioni video-performative all’interno dei luoghi del centro storico di Solofra.

Danza in video è una sezione di video-danza realizzata grazie ad alcuni partner: ai già partner dell’anno 2021, il festival del cinema Linea D’Ombra di Salerno, il festival Movimentale e Cam Cam/Dance for camera, premio di video danza under 35 di Movimento Danza, si aggiungono questo anno Gold, società di produzione mediale e ricerca tecnologica con ambiti specifici sulla composizione coreografica, il Reset Lab dell’Università Parthenope di Napoli, impegnato nella produzione di ‘learning objects’ artistici e digitali, e Cinematica dell’Associazione Ventottozerosei.

Ultima ma non per importanza, la sezione Noi critici/Noi pubblico, uno spazio fisico e digitale dedicato al confronto tra artisti, pubblico e insider del mondo dell’arte e della cultura, con incontri informali a fine serata e talk strutturati nel Digital RaID, webinar paralleli e contigui alle attività del festival in corso di programmazione.

Il programma intero del festival, in tutte le sue attività, è disponibile sul sito al link https://www.raidfestivals.com/ .

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Danzatore, docente di danza e chinesiologo. Opera come performer e giovane autore in Borderline Danza di Claudio Malangone e collabora come danza-educatore con enti e associazioni. Attivo nel campo della ricerca pedagogico-didattica, porta avanti un'indagine sui vantaggi della danza come dispositivo di adattamento cognitivo e sociale.