NAPOLI – Presentata, chiaramente in streaming, la quattordicesima edizione del Napoli Teatro Festival, la quinta diretta da Ruggero Cappuccio. E la notizia principale è che il Festival cambia nome e in qualche modo anima: da oggi si chiama Campania Teatro Festival. Il motivo? “Dal 2022 – recita il comunicato stampa – la manifestazione estenderà sempre più la sua azione culturale da Napoli all’intera regione, rendendo organico il legame e l’unitarietà tra i beni paesaggistici e architettonici, ma anche per ribadire e meglio specificare l’impegno concreto della Regione Campania”. L’obiettivo è quello di coniugare la cultura nazionale e internazionale con la bellezza di alcuni dei luoghi più suggestivi e simbolici del territorio campano.

Alessandro Barbano: “La cultura va difesa soprattutto in questo momento”

Non cambia invece lo slogan, che resta uguale a quello dell’anno scorso: Il teatro rinasce con te. “D’altronde a distanza di un anno la vera rinascita del settore teatrale appartiene ancora alla categoria degli annunci e dei buoni propositi – ha dichiarato Alessandro Barbano, Presidente della Fondazione Campania dei Festival che organizza la manifestazione – Da un anno tutto quello che è necessario viene messo da parte. Ma se rinunciamo a cultura e arte, rinunciamo ad una parte della nostra vita che è essenziale. La cultura va difesa soprattutto in questo momento e per questo abbiamo deciso di programmare comunque l’edizione 2021 del Festival”.

Rosanna Romano: “La Regione non si ferma anche con la pandemia”

“Qui in Regione abbiamo fortemente voluto il Festival – ha anche dichiarato Rosanna Romano, responsabile Politiche culturali e Turismo della Regione Campania – il settore teatro è in sofferenza ma sostenendo questa manifestazione abbiamo voluto dare un segnale forte al mondo della cultura”.

159 eventi, 10 sezioni, 70 debutti assoluti e 3 nazionali

Il programma comincia il 12 giugno per concludersi l’11 luglio e riprendere in settembre proprio con la danza. 159 eventi per un mese di programmazione in luoghi all’aperto. 10 sezioni (Prosa Italiana, Internazionale, Osservatorio, SportOpera, Danza, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Progetti Speciali), 70 debutti assoluti e 3 nazionali. Anteprima il 19 marzo con il maestro Riccardo Muti e l’Orchestra giovanile “Luigi Cherubini” al Teatro Mercadante.

Sede principale del Festival, con l’allestimento di ben 8 palchi, sarà quest’anno il Real Bosco di Capodimonte che ospiterà per un mese una vera e propria cittadella teatrale tra Cortile della Reggia, Casino della Regina, Giardino Paesaggistico di Porta Miano, Manifattura della Porcellana, Giardino Paesaggistico Pastorale, Praterie della Capraia, il Giardino dei Principi e lo spazio del Cisternone dove si terranno gli eventi del DopoFestival. Una scelta dettata da tre motivi: la vastità degli spazi, fondamentale per i tempi che ancora viviamo, la felice esperienza della precedente edizione e il rapporto di grande collaborazione con il direttore Sylvain Bellenger che ha aperto la conferenza.

Bellenger: “Oltre a ospitare 8 palchi siamo coinvolti in un progetto speciale”

“Capodimonte, luogo tra i più rappresentativi dell’Epoca Borbonica, sarà anche centrale ne “Il sogno reale. I Borbone di Napoli” – ha detto Bellenger in apertura di conferenza – un Progetto Speciale di Ruggero Cappuccio curato da Marco Perillo, che, rispondendo alla mission della Fondazione di promuovere e valorizzare i beni del patrimonio culturale materiale e immateriale della Regione, vuole coinvolgere, attraverso un focus storico e artistico sul secolo del Regno, alcuni dei principali siti borbonici della Campania. Il progetto, oltre a sette storie inedite redatte da narratori e interpretate da sette diversi attori, che andranno in scena nel Giardino dei Principi, prevede anche la pubblicazione di una guida stampata degli stessi siti, a cura dello stesso Marco Perillo, che sarà distribuita gratuitamente al pubblico che seguirà gli spettacoli in programma al Festival. Un progetto che mi lusinga particolarmente”.

Alcuni eventi collaterali poi ci saranno nel Refettorio del Convento di San Domenico Maggiore, nell’Archivio di Stato, a Made in Cloister e, sempre a Capodimonte, nella Sala Causa. Mentre gli spettacoli di settembre andranno in scena al Teatro Bellini, al Trianon e al Politeama.

La sezione internazionale della danza

Ma veniamo alla programmazione della danza alla quale assisteremo in settembre. La sezione Internazionale prenderà il via l’8 (con replica il 9) al Teatro Bellini di Napoli con “Fuck me”, ultima creazione di una trilogia con la quale la performer e regista argentina Marina Otero intende costruire un’opera senza fine sulla vita. Lo spettacolo esplora la nozione del tempo che passa e quella dei dettagli che si possono conservare attraverso il corpo, elemento di purificazione per trasformare il proprio ego in un atto di abbandono e dono verso l’altro. I “segni” dell’esistenza, i cambiamenti che gli anni producono in ognuno di noi, diventano teatro-documentario, finzione, danza, performance, improvvisazione, rappresentazione. Nel tentativo di svelare la superficie nascosta delle cose. Gli interpreti sono Augusto Chiappe, Cristian Vega, Fred Raposo, Juan Francisco Lopez Bubica, Miguel Valdivieso e Marina Otero. Musiche originali di Julian Rodriguez Rona.

A seguire, due spettacoli co-prodotti dalla Fondazione Campania dei Festival. Il 16 e il 17 settembre va in scena al Teatro Politeama di Napoli “Transverse orientation”, il nuovo visionario e poetico lavoro del coreografo greco Dimitris Papaioannou. Il titolo è un chiaro riferimento alla teoria scientifica che prova a spiegare l’attrazione delle falene per le fonti di luce. Più di 500 performer e danzatori, provenienti da ogni parte del mondo, hanno partecipato alle audizioni nella primavera di due anni fa. Dopo la trilogia di successo che l’ha preceduta, questa creazione si annuncia come un nuovo vortice di simbolismi e significati che coinvolgono lo spettatore ed esaltano i sensi. Una falena si giudica dalla bellezza della sua candela, come scriveva molti secoli fa il grande poeta mistico persiano Gialal-al Din Rumi. Uno spettacolo di Papaioannou dalle emozioni e dalla luce che ogni volta ci regala. Musiche di Antonio Vivaldi.

Con Damiano Ottavio Bigi, Suka Horn, Jan Mollmer, Breanna ‘O Mara, Tina Papanikolaou, Lukasz Przytarski, Christos Strinopoulos, Michalis Theophanous.

La sezione italiana della danza

Nella sezione Danza italiana si vedranno Paradiso – dal paradiso di Dante di Virgilio Sieni, Bisbigliata creatura dell’Associazione Sosta Palmizi, Rifare Bach con la coreografia e regia di Roberto Zappalà, L’odore della pelle della ARB Dance Company con le coreografie di Francesca Gammella, Delayer di Valeria Apicella, IdiotSyncrasy del duo Igor & Moreno, il progetto MeD Focus Danza curato da MeD Sistema Danza e Musica-Agis Campania.

Attesissimo l’appuntamento con Paradiso – dal paradiso di Dante di Virgilio Sieni; una performance che non riporta le parole della Divina Commedia di Dante, ma si pone sulla soglia di una sospensione, cerca di raccogliere il gesto primordiale, liberatorio e vertiginoso dell’amore. Lo spettacolo è la costruzione di un giardino. Tutto avviene cercando nel respiro delle piante la misura per costruire un giardino dove poter depositare la memoria della danza. Quello che rimane alla fine è un giardino come traccia della coreografia e fioritura dei gesti passati. In questo senso le piante, “la cosa alta”, restituiscono il vero senso della danza, la lingua più bassa. (25 e 26 settembre, Teatro Politeama – Prima Nazionale).

L’Associazione Sosta Palmizi propone Bisbigliata creatura, e lo sguardo ad un luogo in cui l’umanità che si rivela è quella che muove i suoi primi passi, che lentamente impara a mettersi sulle sue gambe, che ancora non conosce, che ancora non sa esattamente come si fa, ma di ogni cosa che accoglie al suo sguardo ha stupore e meraviglia. Bisbigliata creatura sceglie il disarmo come prospettiva d’elezione. In questo incontro tra Mariella Celia e Cinzia Sità, due artiste, due donne, amiche e colleghe differenti per età, per fisicità, vi è la necessità e l’urgenza di ritrovare una percezione materiale del corpo sensibile e a tutto un sistema di relazioni che il corpo instaura con l’ambiente esterno, attivando un prolungamento del nostro essere e della nostra soggettività verso una dimensione permeabile. (14 settembre, Teatro Trianon).

Rifare Bach con la coreografia e regia di Roberto Zappalà cura in profondità l’estetica e il linguaggio del corpo e lo fa con la musica cristallina e preziosa di Johann Sebastian Bach; il coreografo incarna l’ideale di un’arte pura e “onesta”. Far vivere in danza l’ammirazione che Zappalà nutre da sempre per il grande musicista tedesco è stato il fattore trainante che gli ha permesso di comporre tra soli, duetti, trii e ensemble, alcune delle pagine coreografiche a lui più care nella sua trentennale attività. La musica dalla risoluzione perfetta e neutra di Bach ha difatti esercitato un forte richiamo sul coreografo, rappresentando al contempo il contrasto e la sintesi musicale ideale per la sua danza, sensuale e istintiva. (29 settembre, Teatro Politeama – Prima nazionale).

L’odore della pelle della ARB Dance Company con le coreografie di Francesca Gammella prende vita da una riflessione profonda, sul sentire l’altro attraverso il senso dell’olfatto. Il sentire l’odore permette di riconoscere l’altro, nella sia pienezza o diversità. L’odore di una pelle “diversa” determina un’etnia, una appartenenza sociale, talvolta messa alla mercè di una società poco tollerante, che isola chi è diverso e lo emargina. È così che prende vita una performance di danza contemporanea in cui protagonista è la pelle il cui odore rievoca sensazioni talvolta ostili. (12 settembre Teatro Trianon – Prima nazionale).

La programmazione della sezione Danza del Campania Teatro Festival prosegue con il Delayer di Valeria Apicella, “un dispositivo che crea un ritardo nella trasmissione di un segnale in un circuito”. La performance indaga lo spazio immaginifico tra un corpo in presenza e la sua proiezione, ponendo l’attenzione sul delay/ritardo che si apre tra questi due mondi, e ne potenzia la poetica, istante dopo istante. La figura corporea diventa guida e chiave per l’esperienza in divenire. Il gesto, nel suo divenire eco, si fa altro, cosi come una pietra lanciata in un lago diventa emblema dell’espansione all’infinito della causa. (5 e 6 settembre Teatro Trianon – Prima nazionale).

Idiot-Syncrasy del duo Igor & Moreno è uno spettacolo divertente, emozionale ed energico che vuole rivendicare il potere della danza in quanto forza motrice del cambiamento. In tournée dal 2013 e accompagnato da un lungo seguito di workshop omonimi, è un atto politico sull’attivismo e sulla perseveranza, un’esplorazione dell’identità maschile e del significato delle relazioni. Alternando ripetizioni a inaspettate variazioni, i due performer, già riconosciuti con numerosi premi a livello internazionale, invitano il pubblico a fermare lo sguardo e a riflettere sullo scarto che si genera tra l’abilità dell’individuo di saltare per oltrepassare il limite e la staticità che opprime il quotidiano. Sulle note delle canzoni tradizionali sarde del diciottesimo secolo, con rimandi alle sonorità dei Paesi baschi, come satelliti che orbitano nello spazio e non collidono mai, i performer esasperano la tensione in scena fino a stemperare il climax in un emozionante ed estatico abbraccio che romperà il ghiaccio per trasmettere finalmente il senso di una nuova unione.  (Teatro Trianon 18 e 19 settembre).

Il progetto MeD Focus Danza curato da Sistema MeD Musica e Danza-Agis Campania

Le compagnie di danza campane vantano un grande fermento e il Campania Teatro Festival dedica uno spazio rilevante a queste importanti realtà con il progetto MeD Focus Danza annoverando quattro spettacoli che offrono punti di vista e riflessioni attuali e dirompenti. Saranno in scena in prima nazionale al Teatro Trianon dal 7 al 10 settembre: Polvere minutissime particelle incoerenti, Collective Trip 7.0, Querida Gala, Your body is a battleground, Elettra.

Polvere minutissime particelle incoerenti è la performance che aprirà il 7 settembre con la coreografia di Gabriella Stazio, danza di Sonia Di Gennaro. “L’incoerenza – racconta Gabriella Stazio – la mancata coesione delle particelle di un corpo, di una sostanza, può avere i suoi lati positivi. Come il potersi insinuare ovunque, di volare almeno per un po’ e poi di depositarsi, penetrare nuovamente in altri luoghi o nello stesso posto, di essere quasi invisibile, almeno all’inizio. Pensi di averla mandata via (l’incoerenza), ma non è così. Ritorna. Un corpo coerente non può comportarsi allo stesso modo, perché le particelle si aggregano, si consolidano, diventano materia e sei fregato… Ognuno di noi avrà avuto un minutissimo momento di polvere di incoerenza nella vita. Ognuno di noi dovrebbe conservare (nella polvere) un pensiero incoerente, come un ancora di salvezza. Questo è il mio”.

Collective Trip 7.0 – in scena l’8 settembre – è il momento conclusivo di un “atto di pensiero” che coinvolge in questo studio i due coreografi Nicoletta Cabassi e Claudio Malangone. Tema portante è la settima sinfonia di Beethoven. Il punto di partenza è l’idea di un tragitto e quelle trasformazioni che un ambiente e un corpo subiscono durante un percorso. Collective Trip 7.0 è composto da due performance. La prima è HOP.E in La Maggiore di Nicoletta Cabassi, 1° e 4° movimento. L’ascolto della “Settima Sinfonia” di Beethoven infonde un diffuso entusiasmo vitale ma possiede anche tra le note un vago sapore malinconico e avvicinarsi a Beethoven incute sempre un doveroso timore. La domanda principale e perno tematico per la creazione è stato “come ci si sente prima della felicità?”. Seconda performance è Die Happy di Claudio Malangone, 2° e 3° movimento. In un continuo contrasto tra luce e ombra, tensione e riposo, in una sorta di coazione a ripetere, segni evanescenti e leggeri diventano segnali della continua ricerca di un equilibrio tra pulsione e ragione per affrontare il senso dell’esistenza a partire dalla sua transitorietà, passando per l’accettazione di un corpo che dona sofferenza, ma anche di un corpo che è libero di scegliere le proprie passioni.

Querida Gala è ispirato a Elena Diàkonova, conosciuta con il nome di Gala e moglie – oltre che musa ispiratrice – di Salvador Dalì. Gala, la cui femminilità è stata affrontata in vari modi, è da sempre stata oggetto e soggetto d’arte. Questo spettacolo invece la mette al centro dell’attenzione delle sue scelte senza voler aprire un dibattito sull’eguaglianza ma mostrandone la possibilità di realizzazione personale, seppure non in qualità di protagonista. Concept, coreografie e regia sono di Antonello Apicella, musiche originali di Max Maffia, con gli interventi pittorici di Michele Paolillo. Lo spettacolo è un progetto di Associazione Campania Danza diretta da Antonella Iannone. In scena il 9 settembre

L’ultima serata di MeD Focus Danza il 10 settembre vedrà in scena due performance al Teatro Trianon. La prima è la creazione, ispirata all’artista Barbara Kruger, e in particolare all’opera Your body is a battleground, dalla quale prende appunto il titolo, si concentra sul ruolo della donna nella società odierna.

Chi decide cosa deve fare o non fare una donna? Chi decide cosa deve essere o non essere? Nella creazione c’è una sfida fra due personalità: una che cerca di essere quello che la società le chiede di essere e si aspetta sia; un’altra, ribelle, che con ironia cerca di essere quello che vuole essere e si accetta per la sua peculiarità: la Diversità! Coreografie di Adriano Bolognino, danzatrice Rosaria Di Maro, musiche di Moderat\Jon Hopkins.

La seconda performance porta in scena il mito di Elettra che anch’essa si trova a vivere tutti i giorni una situazione paradossale convivendo con Clitennestra ed Egisto, gli assassini di Agamennone, suo padre. Implosa, schernita, costretta all’ipocrisia, Elettra è il simbolo di una donna che non sa quello che deve fare se non lamentarsi. Può effettuare una scelta però: piangere all’infinito aspettando che Oreste vendichi la morte del padre o può agire. In questa pièce Elettra sceglie di agire, di essere sfacciata, realista, selvaggia e passionale rivendicando la scena, riappropriandosi del suo spazio, del movimento, del sudore, della vita! Regia e coreografia di Nyko Piscopo, interpreti Eleonora Greco, Valentina Schisa, Elisabetta Violante.

Ruggero Cappuccio: “Il ricavato degli spettacoli di Musica andrà all’ospedale Cotugno”

“In Spagna in questo momento i teatri sono aperti – ha detto in conclusione il direttore artistico Ruggero Cappuccio – E questo deve farci riflettere. In Italia sono chiusi, ma noi in Campania riusciamo a fare un Festival e questo mi sembra prodigioso. Lo facciamo perchè la regione ci sostiene e perchè abbiamo voglia di farlo. Ci tengo a dire che i biglietti continueranno a costare da 8 a 5 euro e saranno gratuiti per le fasce sociali più deboli. I ticket potranno essere acquistati nei prossimi mesi online sul sito e il giorno dell’evento al botteghino allestito per l’occasione. Il ricavato degli spettacoli della sezione Musica sarà devoluto in beneficenza all’Ospedale Cotugno di Napoli”.

www.napoliteatrofestival.it

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Giornalista professionista dal 1987, è direttore responsabile di Campadidanza Dance Magazine, fondato nel 2015 con Gabriella Stazio. Dopo aver lavorato per quasi venti anni nelle redazione di quotidiani, ha scelto la libera professione. E’ stata responsabile Ufficio Stampa e pubbliche relazione del Teatro di San Carlo, del Napoli Teatro Festival Italia, dell'Accademia Nazionale di Danza, responsabile Promozione, e marketing del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale. Ha curato numerosi eventi a carattere nazionale e internazionale. Con Alfredo d'Agnese, nel 2015 ha fondato R.A.R.E Comunicazioni società press & communication.