VELLETRI – Da pochi giorni si è chiusa l’edizione 2022 di Paesaggi del corpo festival firmato da Patrizia Cavola che si tiene a Velletri.

Un’iniziativa nata con l’obiettivo di promuovere la conoscenza della danza contemporanea in tutte le sue declinazioni e di creare un momento di incontro tra l’arte e il territorio, la città, le comunità e i cittadini che li abitano. L’obiettivo è sicuramente stato centrato.

Il progetto si è articolato attraverso vari interventi e differenti modalità di presentazione e incontro con il pubblico, spettacoli, performance site specific e di danza urbana, residenze artistiche, laboratori con esiti pubblici, incontri, progetti speciali a carattere multidisciplinare rivolti ai giovani e agli studenti, volti a creare momenti di relazione tra la danza e altre arti, come l’arte visiva, la scrittura, la musica, le nuove tecnologie, con l’intento di dialogare con un pubblico ampio e trasversale di varie generazioni. Un festival, quindi, molto sfaccettato.

Realizzato dall’associazione culturale La Scatola dell’Arte con il contributo di Regione Lazio, in collaborazione con FONDARC Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri e con il patrocinio del Comune di Velletri, Paesaggi del corpo vanta la direzione artistica di Patrizia Cavola, in collaborazione con il compagno d’arte e di vita Ivan Truol. Un duo ben collaudato che con questo Festival quest’anno ha svolto un gran lavoro artistico ma anche di valorizzazione del territorio. In particolare nel 2022 hanno lavorato a portare il pubblico venuto da fuori alla scoperta del Teatro Artemisio Gian Maria Volonté e della Casa delle Culture e della Musica, struttura polifunzionale di particolare bellezza.

Un progetto giovane che ha già ricevuto il riconoscimento del MiC

Abbiamo voluto sentire Patrizia Cavola a pochi giorni dalla fine di questa edizione del festival. Come sta andando, è possibile già fare un bilancio di questa edizione piena di eventi e spettacoli?
Stiamo vivendo intensamente il festival quindi non sono ancora nel momento del bilancio,
sono comunque molto felice di come stiamo lavorando, ho il prezioso supporto di una
squadra affiatata ed efficiente, si sono creati dei bellissimi momenti di incontro con le
compagnie ospiti, stiamo fidelizzando un nostro pubblico che si dimostra interessato,
curioso e molto aperto alle differenti proposte che offriamo. Abbiamo appena avuto la
notizia che il nostro progetto ha ottenuto il riconoscimento e il sostegno del Ministero della
Cultura per il prossimo triennio e questo risultato ci rende orgogliosi del lavoro svolto finora
e grati nei confronti di tutti coloro che hanno creduto in noi e nella nostra progettualità.

Paesaggi del corpo ha tra gli obiettivi primari quello di far colloquiare l’arte con il
territorio. Per l’anno prossimo ha intenzione di investire su nuovi siti?

Il dialogo tra l’arte performativa della danza e il territorio e i suoi beni culturali è uno degli
elementi identitari di Paesaggi del Corpo, il festival vuole abitare il territorio e al tempo
stesso rappresentare per i cittadini e le comunità un nuovo modo di abitare i luoghi
conosciuti o di scoprirne di nuovi. La prossima edizione la immagino nei luoghi
preferenziali del festival la Casa delle Culture e della Musica, il Teatro Artemisio Gian
Maria Volontè, il centro storico con l’aggiunta di altri siti interessanti della città di Velletri
come l’Area Archeologica delle SS.Stimmate, cosi come stiamo valutando di rendere
concreto il desiderio di ampliare il territorio di riferimento ad esempio guardando ai castelli
romani.

Un Festival che ha saputo intercettare il “vero pubblico”

Velletri come ha reagito all’iniziativa. La danza ha un pubblico di nicchia e sappiamo
bene che non è facile portare la gente a vederla
.
Quella del 2022 è la terza edizione del festival, che è nato negli anni difficili della
pandemia. Eppure siamo riusciti ad entrare in contatto con la città. La danza forse non è
una disciplina da grandi numeri, ma non la definirei di nicchia, dando per scontato che sia
destinata solo ad un pubblico di addetti ai lavori.
L’esperienza interessante di lavorare in un territorio come il nostro è che si viene in
contatto con quello che mi piace definire il vero pubblico, ovvero le persone che si
avvicinano e scoprono questa arte magari per la prima volta e sono guidate da un bisogno
di cultura e di bellezza. L’esperienza di Paesaggi del Corpo mi conferma che l’arte
performativa della danza ha molto da dire alle persone che quando la incontrano, ricevono
emozioni, stimoli di pensiero, nutrimento.


Che cosa è piaciuto di più del festival secondo lei e perché?

Non mi sento di fare una classifica. Il nostro programma è vario e vuole offrire una gamma
diversificata dei linguaggi del contemporaneo. Ogni spettatore con la sua sensibilità e il
proprio sguardo può riconoscersi di più in un lavoro anziché in un altro. Ho visto che c’è
grande voglia di essere coinvolti sia da un punto di vista emotivo che in percorsi
partecipativi.


Il Covid con il suo aumento di casi ha pesato su questa edizione?

Quest’anno stavamo svolgendo il festival in un’atmosfera di normalità, ma l’aumento della diffusione del Covid si è fatto sentire negli ultimi due appuntamenti e così, purtroppo, una compagnia ha dovuto annullare uno spettacolo e un’altra modificare il cast in programma.

I numeri dell’edizione 2022

Ora non resta che organizzare la prossima edizione… Già avete le date?
Le date precise non ci sono ancora, ma posso dire che nel 2023 si terrà da metà maggio a metà luglio. Come sarà? Chiaramente cercheremo di fare sempre meglio. Quest’anno abbiamo avuto in programma 29 spettacoli presentati da 17 compagnie italiane provenienti da 13 diverse regioni e da 4 compagnie straniere provenienti dalla
Germania, Francia, Belgio e Spagna. Per accogliere tutti questi artisti sono state coinvolte
11 strutture tra b&b, alberghi e airbnb. Dei bei numeri che speriamo, chiaramente, di battere.

www.paesaggidelcorpo.it

Iscriviti alla Newsletter

Giornalista professionista dal 1987, è direttore responsabile di Campadidanza Dance Magazine, fondato nel 2015 con Gabriella Stazio. Dopo aver lavorato per quasi venti anni nelle redazione di quotidiani, ha scelto la libera professione. E’ stata responsabile Ufficio Stampa e pubbliche relazione del Teatro di San Carlo, del Napoli Teatro Festival Italia, dell'Accademia Nazionale di Danza, responsabile Promozione, e marketing del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale. Ha curato numerosi eventi a carattere nazionale e internazionale. Con Alfredo d'Agnese, nel 2015 ha fondato R.A.R.E Comunicazioni società press & communication.