Parità di genere

SALERNO – Si è conclusa la seconda edizione digitale di Ra.I.D. Festivals – Talk About. Giovedì 27 maggio, infatti, si è svolto online l’ultimo coinvolgente appuntamento.

Danza e parità di genere

Terzo e ultimo appuntamento per Ra.I.D. Festivals – Talk About, il festival diretto da Maria Teresa Scarpa e di cui Campadidanza è partner. Il tema dell’ultima serata è stato: il ruolo dell’arte e della danza nelle lotte per la parità di genere. Le ospiti hanno affrontato gli aspetti storici, le tendenze e le urgenze attuali di questo importante tema.

Una serata tutta al femminile per parlare di disparità e di come la danza cerchi di appianarle. Ospiti della serata sono state infatti: Annalisa Piccirillo, assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”; Caterina Giangrasso Angrisani, redattrice presso Campadidanza e project manager freelance; Valentina Sechi, danzatrice e coreografa.

Corpo femminile, corpo pensante

Annalisa Piccirillo è, anche, docente di Letteratura inglese presso L’Università della Basilicata. Si occupa di performance studies in una prospettiva postcoloniale e di genere. Ha introdotto il tema della serata evidenziando come il corpo della donna scriva muovendosi sulla scena. Ogni corpo danzante è infatti un corpo pensante e linguaggio della danza ha messo in scena spesso le lotte per la parità di genere.

La professoressa Piccirillo ha quindi ricordato la straordinaria figura di Isadora Duncan, danzatrice americana molto attiva in Europa all’inizio del secolo scorso. La Duncan ha infatti rivoluzionato il mondo della danza, scardinando il canone del balletto classico. La sua danza ha liberato i corpi femminili dai costumi e dalle convenzioni che li opprimevano.

La docente ha sottolineato poi come le lotte per la parità si leghino ad altre: quella per la difesa e la salvaguardia dell’ambiente – si parla sempre più infatti di eco-femminismo – ma anche quella contro il razzismo. È il caso di Dada Masilo, danzatrice e coreografa sudamericana, famosa per le sue riscritture di balletti del repertorio classico.

L’importanza della condivisione

È stato poi il turno di Caterina Giangrasso Angrisani project manager, tra gli altri, per ArtGarage di Emma Cianchi e Compagnia AlphaZTL di Vito Alfarano. Ha ribadito la difficoltà di essere un lavoratore dello spettacolo, sottolineando che tale difficoltà è maggiore per le donne. Citando Oriana Fallaci: «Essere donna è una sfida interessante».

La project manager, grazie alla propria esperienza e nel passare dall’essere dipendente a lavorare come freelance, ha avuto modo di constatare una serie di problematiche. Prima fra tutte l’assenza di bandi a misura di donna, a partire dal linguaggio adoperato in essi. È importante, infatti, la declinazione dei generi anche nei bandi: è un modo per includere tutte le varietà che costituiscono il genere umano. Riconoscere la discriminazione è un esercizio che tutti noi dovremmo praticare con costanza.

Nel mondo c’è posto per tutti, e tutti hanno lo stesso diritto degli altri ad accedere alle posizioni di potere. In realtà, ha precisato Caterina Giangrasso Angrisani, andrebbe sovvertito anche questo concetto: non pensare al potere come un qualcosa da esercitare ma da condividere. Bisogna quindi affrontare al più presto queste prospettive, poiché il lavoro da fare per raggiungere la parità è ancora tanto.

Il corpo parla

Valentina Sechi, danzatrice e coreografa, corpo danzante della serata, ha raccontato il progetto a cui sta lavorando inerente proprio disparità di genere. Tale ricerca, iniziata nel 2019 e attualmente ancora in corso, si intitola Intersezioni – dibattito di genere ed è prodotta da Versiliadanza, compagnia a cui l’artista è associata.

La danzatrice, in questo progetto, condivide la scena col musicista Alberto Gatti che con la sua musica elettronica partecipa attivamente alla performance. Si realizza così sul palco un dialogo, un dibattito che alimenta il processo creativo di questo emozionante spettacolo che debutterà il 25 novembre al Teatro Cantiere Florida di Firenze.

Il progetto, nato con l’intento di raccontare la parità di genere, mostra invece quanto la società in cui viviamo discrimini fortemente la donna. Dall’interpretazione di Valentina Sechi emerge molta rabbia, un sentimento che l’autrice rivela non avesse intenzione di inserire nella coreografia e che però è sorto spontaneo. Proprio a testimoniare che un corpo danzante parla, comunica molto più di quanto si pensi.

L’artista è una persona

Ha concluso la serata, e dunque anche la seconda edizione digitale di Ra.I.D., Maria Teresa Scarpa. La direttrice del Festival ha evidenziato come spesso, purtroppo, gli organizzatori tendano a scegliere di inserire una coreografia nella loro rassegna non perché apprezzano il lavoro in sé ma per questioni di genere, prediligendo quindi coreografi uomini.

Ma, sottolinea Maria Teresa Scarpa, l’artista non è né uomo né donna: è una persona, un soggetto che porta in scena le proprie esigenze artistiche in base alla propria sensibilità. Il genere non è predominante, è una caratteristica come può esserlo l’aver studiato matematica o filosofia.

La direttrice di Ra.I.D Festivals – Talk About ha infine salutato le ospiti e il pubblico a casa lanciando un augurio per il futuro: «Ci vorrebbe più solidarietà femminile, le donne dovrebbero aiutarsi l’un l’altra».

Le registrazioni streaming delle tre serate sono disponibili sulle pagine social ufficiali di Ra.I.D. Festivals – Talk About. In qualsiasi momento, è possibile rivedere gli incontri su Facebook, Instagram e Youtube

Iscriviti alla Newsletter