Victor Callens

BRINDISI – Si apre al pubblico pugliese la ricerca sul corpo in movimento dei pluripremiati artisti Emio Greco e Pieter C. Scholten. Domani, sabato 27 maggio (ore 19.30)al Cinema-Teatro Impero di Brindisi (ingresso libero), un’occasione unica per assistere al work in progress del nuovo progetto “Serra di danza”, con la performance Noi, il respiroche chiude la seconda fase di lavoro, realizzata nelle scorse due settimane a Brindisi.

Un progetto di Emio Greco e Pieter C. Scholten nato nel 2022

Emio Greco, coreografo internazionale originario di Brindisi, e Pieter C. Scholten, drammaturgo olandese, cofondatori di ICK Amsterdam, sono gli ideatori e i direttori di “Serra di danza”, ambizioso progetto internazionale nato nel 2022 con l’obiettivo di selezionare i più interessanti danzatori pre-professionisti del territorio per la costituzione della compagnia junior “Vivaio” con sede in Puglia. Il progetto nasce in seno alla collaborazione con la compagnia ResExtensa, nell’ambito di “Porta d’Oriente”, nuovo Centro di produzione nazionale per la danza, riconosciuto e sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione Puglia.

Compagnia “Vivaio”: dal work in progress alla scena

Dopo una prima fase di ricerca laboratoriale condotta da Emio Greco e Pieter C. Scholten nel mese di novembre 2022 che ha portato alla messa in scena della performance “Noi, i ciechi” al Castello Volante di Corigliano d’Otranto, Noi, il respiro sarà un’affascinante opportunità per osservare la “materia viva” di work in progress che vede in scena tre danzatori selezionati per costituire la compagnia junior “Vivaio”: Matteo Almici, Lorenza Mangione e Lucia Mosaico. I giovani performer in queste settimane sono stati impegnati nella residenza artistica guidata dal danzatore Victor Callens, assistente di lungo corso di Greco e Scholten.

“Vivaio” è già attiva per l’inserimento lavorativo dei suoi danzatori nell’ambito di progetti internazionali di alto profilo: i tre danzatori in scena a Brindisi, infatti, saranno a settembre al Festival internazionale MilanOltre, mentre uno dei giovani danzatori selezionati nella residenza di Corigliano d’Otranto, Giacomo De Luca, in questi mesi è ad Amsterdam, dove si prepara per la prima internazionale dello spettacolo “We, the eyes” di ICK, che si terrà a Ravenna Festival.

ICK Amsterdam_Greco Sholten

Greco: “Dare ascolto al corpo intuitivo per tornare all’essenza animale”

Noi, il respiro è un lavoro sul sollievo, sul ritardo, sul percepire e lasciar andar il trambusto nell’aria: mette le cose in attesa e dà spazio al “temporaneamente”, al non sapere.

In questa fase di restituzione pubblica Greco e Scholten intendono condividere la propria storia personale, un “movimento” innestato nella storia dell’umanità, in un tempo in bilico tra il presente e ciò che è sempre sulla soglia dell’essere. La sincronicità è il motore del lavoro di Emio Greco: un atto di creazione e visione mediante gli attriti in un’atmosfera di solidarietà. È questo il principio universale, che viene mutuato ai danzatori: si richiede loro di essere sé stessi tra gli altri, rafforzando i reciproci punti di forza in tutta la loro diversità.

«Il corpo intuitivo – dichiara Emio Greco si lascia guidare e sedurre dal subconscio. Attraverso la nostra intuizione possiamo anche essere l’animale e la bestia che siamo e/o l’animale e la bestia che siamo mai stati o abbiamo sempre voluto essere. La scimmia pelosa, l’idiota, lo sciocco che balla».

Emio Greco e Pieter C. Scholten (Ph. Ruben Timann)

Danza di pensiero e immaginazione nel metodo “DS|DM”

I danzatori, nei quindici giorni di lavoro tenuti da Victor Callens, danzatore, insegnante, assistente artistico di Greco e Scholten da oltre un decennio, hanno potuto approfondire il metodo ideato da Greco e Scholten “Double Skin|Double Mind (DS|DM)”, una modalità di lavoro mirata a preparare il corpo alla danza, che collega pensiero e immaginazione. Il metodo di Greco e Scholten rafforza e amplifica la presenza energetica del danzatore e attraverso l’uso del respiro riattiva e connette ogni punto del corpo facendo emanare all’esterno un movimento che nasce da dentro. Lo scopo è quello di liberarsi dalle forme accademiche e di rendere il corpo disponibile a qualsiasi impulso, ritmo e natura di movimento.

Questo metodo richiede un dialogo continuo con le proprie scelte, come durante i momenti dedicati all’improvvisazione, quando il danzatore si trova ad interagire con altri elementi teatrali e sonori e diversi materiali coreografici. L’esperienza crea una condizione di apertura, non qualcosa fissato da regole codificate. È piuttosto il contrario: il metodo viene utilizzato per poi entrare in un campo aperto di scoperta e trasformazione.

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Giornalista pubblicista, cantautore e compositore, laureato in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Napoli Federico II, ha proseguito la sua formazione in Discipline della Musica e dello Spettacolo concentrando le sue ricerche sul Cinema e studi visuali.