Danza Error System

ROMA – Il movimento Danza Error System organizza la prima manifestazione in difesa dei Corpi di Ballo delle Fondazioni Lirico-sinfoniche. La manifestazione avrà luogo lunedì 28 marzo 2022, ore 11:00, in piazza Santi Apostoli a Roma.

Dopo la protesta del 18 febbraio, avvenuta davanti l’ingresso artisti del Teatro di San Carlo di Napoli, ballerini e ballerine scendono in piazza per chiedere maggiori tutele e provvedimenti immediati.

Per raggiungere questo scopo, il movimento Danza Error System ha organizzato una manifestazione a Roma, in piazza Santi Apostoli, lunedì 28 marzo 2022. La manifestazione è aperta a tutti e inizierà alle ore 11:00. Chi volesse partecipare, può presentarsi vestito di nero e munito di oggetto rappresentativo: scarpette di danza, tutù, accessori e/o costumi di danza.

Un movimento nato dal basso

Danza Error System è un movimento nato dal basso, “e in basso vogliamo restare” ha dichiarato Andrea Morelli, tra i fondatori del movimento. 

Il movimento nasce nell’ottobre del 2020 come canale social per volontà di quattro ballerini. Anna Chiara Amirante, Vito Lorusso, Andrea Morelli e Alessandro Staiano

“Noi quattro ci conosciamo da tempo”, ha raccontato Andrea Morelli, “e discutevamo spesso delle problematiche relative alla nostra professione. Si tratta di questioni ben note agli addetti ai lavori ma di cui purtroppo si parla solo all’interno dei teatri. Abbiamo pensato, quindi, che al giorno d’oggi i social sono il metodo più diretto e veloce per far sentire la propria voce. Siamo partiti, perciò, solo con un canale social e tanta voglia di far uscire la nostra voce fuori dai teatri.”

 Informare e sensibilizzare

“Abbiamo aperto Danza Error System per informare e sensibilizzare.” Ha aggiunto Vito Lorusso. “Desideravamo far sì che la nostra situazione non restasse più un tabù. Siamo mossi da tanta motivazione e tanta forza. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle tutte le problematiche del mondo della danza, le  abbiamo accettate, date per scontate, senza speranza di un miglioramento. Ma adesso vogliamo scrollarcele di dosso, per noi e per le generazioni future.”

Alessandro Staiano ha infatti rivelato: “Confrontandoci ognuno con i propri colleghi abbiamo scoperto molta disinformazione, purtroppo.” E Anna Chiara Amirante conferma: “Molti colleghi non erano a conoscenza di tante situazioni, paradossalmente. Siamo abituati a vivere davanti a uno specchio, in una sala, siamo molto dediti alla nostra professione, che è un pregio. Ma diventa anche un difetto nel momento in cui non approfondiamo discorsi importanti e che ci riguardano.”

Con un forte senso di autocritica, dunque, i quattro danzatori hanno evidenziato come la loro immensa dedizione alla danza li abbia allontanati da questioni fondamentali. Ben lontani da voler colpevolizzare i ballerini stessi, hanno notato che l’origine del problema è insita nella formazione stessa. Come ha riferito Morelli:

“È ovvio che i Corpi di Ballo non sono stati chiusi dai ballerini stessi. Però, se fossimo stati più consapevoli durante la chiusura, avremmo potuto essere più incisivi anche fuori dalla sala da ballo. Ciò dipende da come veniamo cresciuti: noi viviamo in sala, concentrandoci solo sui passi di danza. Il percorso formativo del ballerino non prevede lo studio della politica e degli aspetti burocratici del proprio lavoro. Ma, purtroppo, il problema è di carattere politico.” 

 Una rete attiva e consapevole

In poche settimane il canale social ha raggiunto un numero elevato di utenti, creando una vera e propria rete:

Amirante: “Ogni Fondazione e ogni Corpo di ballo è un micro mondo, ha il proprio modo di operare, una differente gestione interna. Quindi il ballerino di Napoli è diversissimo da quello di Milano, di Roma. A partire dallo stipendio, dal contratto, e questo non crea unità. Invece, la cosa che ci ha meravigliati di più di Danza Error System è che tutti hanno mostrato solidarietà, anche chi lavora stabilmente. Si è creata una rete.” 

Morelli: “La rete creata col social è già una svolta rispetto al passato. C’è una partecipazione attiva, una consapevolezza maggiore, condivisione. La volontà di trovare il denominatore comune che ci unisce. Di non escludere nessuno ed essere inclusivi. Forse la pandemia ci ha aiutato a comprendere che è una battaglia collettiva, al di là delle singole storie.”

Il consenso riscosso da Danza Error System è tale che dopo solo un mese di attività il canale attira già l’attenzione della politica

“Non ci aspettavamo un simile risultato, ne siamo molto contenti”, ha infatti dichiarato Vito Lorusso.

Il dialogo con la politica

A partire da novembre 2020, quindi, Danza Error System ha instaurato un dialogo costante con la politica e le istituzioni:

“Abbiamo poi attirato l’attenzione della parte politica, un mese dopo l’apertura del canale. Instaurando così interlocuzioni, anche informali, con deputati, senatori, personalità politiche che dimostravano interesse verso la nostra causa. Questo dialogo costante è stato fondamentale per far prendere atto alle istituzioni di una situazione esistente in Italia. Il dialogo con la politica non finisce mai, ma per noi il percorso interlocutorio ha raggiunto il suo culmine con due azioni.”

Il dialogo, dunque, ha raggiunto il proprio culmine nel dicembre 2021 con due risultati tangibili. Il primo è l’aver redatto un’indagine sui Corpi di Ballo e le Fondazioni. Un documento di più di venti pagine in cui i danzatori hanno raccolto una serie di dati che aiutano chiunque a comprendere ancora meglio la difficile situazione. Nel documento sono presenti anche le proposte e gli obiettivi da raggiungere di Danza Error System.

 L’audizione presso la Camera dei Deputati

L’altra azione culmine è stata l’audizione presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati, lo scorso dicembre:

“La Commissione aveva indetto un’indagine conoscitiva sulle Fondazioni Lirico-sinfoniche e quindi hanno ascoltato i sovrintendenti, le organizzazioni sindacali, i direttori artistici. E siamo riusciti, con molta pazienza, a ottenere di essere ascoltati anche noi insieme ai direttori dei pochi corpi di ballo rimasti”, ha infatti raccontato Morelli. “È stata un’occasione per presentare la nostra indagine, abbiamo esposto tutti i dati che avevamo raccolto e già in precedenza inviati ai rappresentanti politici. Roberto Bolle ha riportato i dati dell’indagine di Danza Error System, cercando di spingere le rappresentanze politiche verso i nostri obiettivi.”

 La questione del FUS

Tanti sono i temi e le problematiche evidenziate dall’indagine presentata alla Camera. Tra questi, anche la questione del FUS:

“Una delle nostre proposte è l’equiparazione del punteggio FUS. Al momento, purtroppo, produrre un’opera lirica porta il doppio del punteggio rispetto al balletto.” Ha sottolineato Morelli. “Ancor più grave: chi produce balletto con compagnia esterna percepisce lo stesso punteggio di chi con compagnia interna.”

“Il problema è proprio alla base.” Ha aggiunto Amirante. “Ogni Fondazione acquisisce sovvenzioni e punteggi pure per il balletto. Anche in quelle Fondazioni dove il corpo di ballo è chiuso, si continua a percepire fondi per produrre balletto.”

“È nello statuto delle Fondazioni: sono obbligate a produrre anche balletto.” Ha infatti convenuto Staiano. “Ora, lì dove il Corpo di Ballo è stato chiuso, si chiamano compagnie esterne. Intanto però i soldi del FUS spetterebbero alla compagnia interna.”

“C’è da fare una riflessione a monte: cosa sono le Fondazioni Lirico-sinfoniche? Sono le eccellenze e hanno il compito di proporre opera, musica e balletto dodici mesi su dodici. Se si esternalizzano le produzioni, la Fondazione diventa una scatola vuota, non è più una Fondazione, perde il suo compito istituzionale.” Ha fatto notare Morelli. “La cosa gravissima, oltre a danneggiare i danzatori, è che viene a mancare l’identità della fondazione. I fondi ci sono, il problema è come vengono impiegati. Noi non pretendiamo troppo chiedendo il Corpo di Ballo stabile: stiamo chiedendo quello che dovrebbe esistere per istituzione nelle Fondazioni.”

Una perdita di identità che è evidente sin dal nome: Fondazioni Lirico-sinfoniche. Tra le proposte di Danza Error System c’è infatti anche la richiesta di inserire “Balletto” nella denominazione delle Fondazioni. 

“Ma non ci accontentiamo solo di questo.” Ha precisato Staiano.

 È il momento di agire

Dopo più di un anno di dialogo costante con le Istituzioni, adesso Danza Error System chiede alla politica di agire:

“A livello conoscitivo ci sentiamo molto soddisfatti, anzi ci meravigliamo di come sono andate le cose. Noi siamo sempre aperti al dialogo, al contempo però per noi la fase interlocutoria è finita: non si può sempre solo parlare. A un certo punto la politica deve fare uno scatto e dalla fase conoscitiva deve passare ad azioni concrete.”

Tra un anno, infatti, l’attuale legislatura terminerà il proprio mandato. Danza Error System quindi teme che, se non ci saranno azioni immediate, tutto il dialogo costruito finora andrà perduto.

Il Tavolo Permanente della Danza: una delusione

Purtroppo, da dicembre ancora nulla è cambiato:

“Siamo certi che il lavoro svolto dalla Camera sia egregio, purtroppo però non basta un’audizione per cambiare un sistema che va avanti da quarant’anni. Dopo dicembre, è stato istituito il Tavolo Permanente della Danza. È una grande delusione poiché a questo tavolo non è presente una parte rappresentativa dei lavoratori. Sono presenti solo parti dirigenziali, che si trovano in una posizione diversa rispetto al danzatore. Questo Tavolo ci sembra dunque un gesto fine a se stesso, non ci sembra un’azione concreta. Adesso non è il tempo di parlare: alla Camera dei Deputati è già stato detto tutto, lo abbiamo detto noi e ha parlato persino Roberto Bolle.”

La politica quindi è ancora una volta ferma, ingessata dietro posizioni che fingono di portare cambiamenti, ma che nella realtà sono volte solo a prendere (o perdere?) tempo. In questi giorni, infatti, è in discussione un disegno di legge sullo spettacolo dal vivo alla Commissione Cultura del Senato. Questo disegno di legge dovrebbe dare una delega al Governo per emanare, entro dodici mesi dalla sua approvazione, dei decreti attuativi di riordino di tutto il settore dello spettacolo. Il disegno di legge, però, è fermo in Commissione Bilancio. Inoltre, anche qualora questo disegno venisse approvato, non risolverebbe nulla nell’immediato. Una situazione che ricorda fin troppo quella del 2017: la Legge n.175 il Codice dello Spettacolo, i cui decreti non sono mai stati emanati, facendo decadere la legge.

“Vogliamo imparare dalla storia, che è preziosa. Dal nostro punto di vista, oggi non c’è nessuna azione concreta che cambi le cose. Quindi, visto che per noi l’interlocuzione è terminata in modo soddisfacente, dobbiamo usare tutti gli altri mezzi a disposizione per spingere e sollecitare.”

 Danzatori in piazza

Per questo motivo Danza Error System ha deciso di scendere in piazza e manifestare, chiamando a raccolta tutti i danzatori e i sostenitori della causa: 

“Abbiamo deciso di organizzare la manifestazione adesso perché tra un anno il Governo termina il mandato.” Ha ribadito Staiano. “Quindi se non agiamo subito tutto ciò che è stato fatto fin ora andrà perduto. Se non si attuano miglioramenti immediati, azioni concrete, il dialogo costruito non sarà servito a nulla e dovremmo ricominciare tutto daccapo. Il lavoro di informazione svolto durante questo anno e mezzo è stato fondamentale per coinvolgere quanti più danzatori possibile per la manifestazione. È importante farsi vedere in piazza, è un messaggio molto forte da inviare, un’occasione che non dobbiamo perdere.”

Solidarietà verso l’Ucraina

Danza Error System desidera far presente che la data della manifestazione era già stata stabilita prima dei tragici eventi che stanno scuotendo l’Europa. I danzatori dedicheranno un momento dell’evento per esprimere solidarietà verso i colleghi e tutti coloro che stanno soffrendo a causa della guerra.

“La data della manifestazione era già stata stabilita prima dello scoppio della guerra in Ucraina.” Sottolinea Staiano, e Morelli aggiunge: “Il messaggio che vogliamo lanciare è che l’arte istruisce i cuori. Se ci fosse più arte, se fosse data più importanza alla cultura, il mondo sarebbe un posto migliore.” 

L’appello al Ministro Franceschini

Con questa manifestazione, dunque, i danzatori desiderano sollecitare l’attenzione del Ministro della Cultura Dario Franceschini. Il Ministro, infatti, non ha ancora concesso un colloquio a Danza Error System. I danzatori, quindi, lanciano un appello a Franceschini, dichiarando di essere aperti e disponibili al dialogo ventiquattr’ore su ventiquattro.

“Noi desideriamo incontrarlo prima che termini il mandato in modo tale che entro marzo dell’anno prossimo ci sia una legge sui Corpi di Ballo. Basterebbe inserire, entro i provvedimenti attuativi prossimi all’approvazione, un qualcosa, un minimo per migliorare i corpi di ballo. È un attimo, non c’è bisogno di grandi manovre. Serve solo la volontà, e il nostro obiettivo è che questa si concretizzi.”

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