Lovetrain2020
"Lovetrain2020" di Emanuel Gat

NAPOLI – Brulica di spettatori il foyer del Teatro Bellini, sabato 20 gennaio, accorsi all’interno per ripararsi dal freddo. Tutti in attesa di assistere alla terza replica di Lovetrain2020 di Emanuel Gat, in scena fino a domenica 21 gennaio.

Sin dall’apertura del sipario il ritmo si impone come elemento centrale di tutto lo spettacolo, a partire dalla suddivisione ritmica dello spazio scenico attraverso una serie di quinte poste anche sul fondo. E poi il ritmo epico della musica dei Tears for Fears che si mescola, si sovrappone o va in contrasto, col ritmo gioioso della danza. 12 gli artisti in scena, 7 donne e 5 uomini, danzano seguendo una cadenza del tutto naturale, organica, mai forzata. Sospensione, accelerazione, rallentamento si susseguono in tutto il gruppo, anche quando questo mette in scena situazioni differenti in simultanea. Ogni movimento è studiato, ogni pausa, ogni posa; c’è perfetto equilibrio nella composizione coreografica e nella distribuzione degli elementi in scena.

E c’è cadenza ritmica anche nella struttura stessa dello spettacolo: dopo ogni momento di insieme – caratterizzato dal groove travolgente di canzoni come Everybody Wants to Rule The World – segue sempre un assolo e/o passo a due in totale assenza di musica. Questa alternanza, però, diventa presto ben prevedibile e rischia di rendere i silenzi poco efficaci. Mai scontati, invece, gli effetti di luce – opera dello stesso coreografo Gat – che colgono sempre di sorpresa lo spettatore e vanno perfettamente a tempo con gli accenti musicali. Uno dei punti di forza di Lovetrain2020 è infatti il crescendo musicale che culmina con successi indiscussi come Mad world e Shut. Lo stesso titolo dello spettacolo, appunto, è una citazione di Sowing Th Seeds Of Love.

Altro elemento che ha appassionato il pubblico sono i costumi di Thomas Alfred Bradley. Un turbinio di colori e stoffe di consistenze differenti – alcune sembrano lenzuola o trapunte drappeggiate con maestria – opere d’arte degne di sfilare in passerella. Forme astratte, ispirazioni ad epoche storiche – il Seicento – o a costumi tradizionali – africani, indiani. A ogni uscita i danzatori sembrano cambiare costume: indossano, in realtà, un accessorio in meno, rivelando via via fisici asciutti e nervosi.

Ma la vera forza di Lovetrain2020 è l’entusiasmo dei suoi danzatori: gli artisti in scena si divertono, giocano tra loro e coinvolgono così gli spettatori. A distanza di quasi quattro anni dal debutto, danzatrici e danzatori continuano a trasmettere tutta la loro gioia di danzare, di ritrovare il pubblico dal vivo.
Galvanizzati a fine serata gli spettatori, anche i più piccoli. Numerosa infatti la presenza di giovanissimi alla replica di sabato 20 gennaio, un segnale positivo che fa ben sperare per il futuro dello spettacolo dal vivo.

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