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Commissionata nel 2008 dal Festival di Bregenz, dopo circa 14 anni, Reading Tosca di Toula Limnaios torna in scena presso l’Halle Tanzbühne.

BERLINO – Nonostante si tratti di una delle opere di Puccini più conosciute, la coreografa greca non cade in facili stereotipi né si lascia sedurre dalla musica del grande compositore italiano proponendo passi di danza neoclassici o una didascalica pantomima. Reading Tosca, al contrario, è un’interessante versione del dramma in chiave assolutamente contemporanea. In modo coraggioso, la Limnaios scompone il libretto e, quasi come in una trasposizione cinematografica, regala flashback e colpi di scena. Parte dalla fine della storia per poi saltare indietro senza un preciso ordine cronologico, ma riproponendo, attraverso immagini e momenti di grande intensità, le stesse emozioni della famosa opera lirica.

Quattro danzatrici per una Tosca

Per la sua trasposizione, la Limnaios affida il ruolo di Floria alle sue quattro danzatrici: Francesca Bedin, Laura Beschi, Priscilla Fiuza e Karolina Wyrwal, ognuna chiamata a rappresentare un lato della personalità della famosa cantante lirica. I soli protagonisti maschili di cui si serve per la sua coreografia sono, invece, Mario Cavaradossi, il barone Scarpia e Cesare Angelotti, interpretati da Daniel Afonso/Alessio Scandale, Hironori Sugata e Leonardo D’Aquino.

La danza è in puro stile Limnaios anche se è completamente a servizio della narrazione. Niente di gratuito o fine a se stesso, ogni movimento ha lo scopo di rievocare il pathos del dramma pucciniano. Il travestimento di Angelotti, il ventaglio smarrito, i colpi di cannone, sono solo alcune delle scene che, sebbene non tutte con la stessa forza ed impatto visivo, trasportano il pubblico a rivivere il noto racconto. Anche se l’energia dei danzatori non è sempre al massimo dall’inizio alla fine, la loro performance riesce ad andare oltre la mera esecuzione dei passi di danza e a fornire una credibile interpretazione dei personaggi.

Ralf R.Ollertz gioca con le arie pucciniane tra suoni elettronici e silenzi

Reading Tosca è un esperimento perfettamente riuscito, è un pezzo coinvolgente e originale – non una semplice versione neoclassica dell’opera – con un finale degno dei più grandi teatri lirici del mondo.
Commissioned in 2008 by Bregenz Festival, after about 14 years, Reading Tosca by Toula Limnaios is on again at the Halle Tanzbühne.

Although it is one of Puccini’s best known works, the Greek choreographer does not fall into easy stereotypes nor does she allow herself to be seduced by the music of the great Italian composer by proposing neoclassical dance steps or a didactic pantomime. Reading Tosca, instead, offers an interesting version of the drama in an absolutely contemporary key. In a courageous way, Toula Limnaios breaks down the libretto and, almost like it was a film adaptation, tell us the story with flashbacks and twists. She starts from the end of the opera and then jumps back without a precise chronological order, but providing, through images and moments of great intensity, the same emotions of the famous lyric poetry.

Four dancers for a Tosca

For her personal transposition, Limnaios entrusts the role of Floria Tosca to her four female dancers: Francesca Bedin, Laura Beschi, Priscilla Fiuza and Karolina Wyrwal, each called to represent an angle of the famous opera singer personality. The only male protagonists she uses for her choreography are Mario Cavaradossi, Baron Scarpia and Cesare Angelotti, played by Daniel Afonso / Alessio Scandale, Hironori Sugata and Leonardo D ‘Aquino.

The dance is in pure Limnaios style even if it is completely at the service of the dramaturgy. Nothing gratuitous or an end in itself, each movement aims to evoke the pathos of Puccini’s drama. Angelotti’s disguise, the lost fan, the cannon shots, are just some of the scenes that, although not all with the same strength and visual impact, transport the audience into the well-known story. Even if the energy of the dancers is not at its best from start to finish, their performance manages to go beyond the mere execution of the dance steps and provide a credible interpretation of the characters.

Ralf R. Ollertz enjoys playing with Puccini’s arias and, here and there, between electronic sounds and silences, leaves room for fragments of E lucevan le stelle.

Reading Tosca is a successful experiment, an engaging and original piece – not a simple neoclassical version of the opera – with an ending worthy of the greatest opera houses in the world.

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