TiA - Haus der Berliner Festspiele

TORINO Torinodanza arriva alla sua seconda tappa. Il Festival mantiene il suo impegno a presentare le tendenze emergeti del mondo danzato contemporaneo ed emblematica rappresentante è Oona Doherty, giovane artista di Belfast insignita del Leone d’Argento nel 2021 alla Biennale Danza di Venezia. In questa edizione porta, il 22 e il 23 settembre alle Fonderie Limone di Moncalieri, Navy Blue, una riflessione sulle disuguaglianze sociali, le identità di genere, le ingiustizie del capitalismo, con uno stile che oscilla tra il sublime e il punk.

Una narrazione distinta in due momenti

Si tratta del primo lavoro di Doherty per il grande palcoscenico, forse il più ambizioso affrontato fino a questo momento. Ci troviamo in una fabbrica avvolti nel blu della notte dove i protagonisti sono dodici danzatori che vestono una tuta operaia, o carceraria. Ballano sulle note del Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Rachmaninov, intrappolati in una sorta di algoritmo distruttivo, tra la fascinazione per l’armonia e il desiderio di romperne le regole.

Ma la colonna sonora di Jamie XX dà il via alla rottura, alla lotta e alla resistenza: l’ordine e i dogmi gerarchici del balletto classico si spezzano e si comincia a cercare un gesto altro che possa rappresentare anche una forma di cambiamento sociale. I protagonisti conquistano la libertà.

La ribellione dal capitalismo e la conquista della libertà

Così da un lato, l’oppressione: la macchina che danza, danza, danza, in un loop senza senso. È il capitalismo che deve assicurare una produzione senza fine. Continua ad andare avanti a qualsiasi costo, il lavoro, un brutto posto dove cala una profonda notte blu navy.

Ma ecco che arriva Jamie XX e il momento della sottomissione nell’amore. Una speranza fuori dalle ferite della violenza e della macchina capitalista. Torniamo indietro al nero galattico dello spazio profondo, la prima luce, il primo suono, le prime persone sulla terra. È un reset? Il futuro? L’oggi? Dissolvendoci nell’oscurità torniamo a essere atomi e energia.

La coreografa trasporta e traduce la crisi dell’ideale classico nell’attuale: il balletto classico si impregna di paura e terrore esistenziale finché non si scorge una rinascita, un tentativo di libertà, la possibilità di un nuovo futuro.

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