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Juanjo Garcia Fernandez icona del flamenco moderno è stato protagonista ad Arzano (in provincia di Napoli) di una serata-omaggio organizzata dallo stesso Fernandez e da Lily De Cordoba (celebre insegnante di flamenco) per Antonio Gades, a dieci anni dalla sua scomparsa.
L’evento è stato patrocinato dalla Fondazione Antonio Gades, presieduta dalla vedova dell’artista Eugenia Eiriz ed ha visto in scena una cinquantina di giovani danzatori scelti in tre scuole di danza campane dirette, rispettivamente da Alba Buonandi. Annalisa Cernese e Sergio Ariota. Tre le suite presentate: “Carmen”, Nozze di sangue” e “Amore stregone”, tutte accompagnate da videoproiezioni.
“Sono felice di aver lavorato con Lily a questo progetto in onore di Gades in cui abbiamo coinvolto tanti giovani – ci ha detto Juanio Garcia Fernandez a margine dell’evento – Le nuove generazioni hanno bisogno di avvicinarsi ai grand artisti, di imparare a conoscerli e sono sicuro che con questa iniziativa siamo riusciti a trasmettere la nostra passione per il flamenco e la grande arte di Gades”
Lei ha cominciato a ballare il flamenco prestissimo…
A 11 anni ho chiesto a mia madre di iscrivermi a una scuola di flamenco e a 16 ho cominciato a girare il mondo. Sono andato a Dubai e poi di li in America, Giappone, Madrid, Barcellona. Credo di poter dire che la mia vita sia il flamenco.
Come molti ballerini la scelta di ballare l’ha privata di tante cose “normali”: amici, famiglia…
Si è vero. Fino a qualche anno fa di questa cosa non mi rendevo conto, ora si. Ma non me ne pento.
Se dovesse dire che cosa è per lei il flamenco…
Sentimento. Emozione. E’ un modo di vivere nel quale io mi rispecchio perfettamente.
Il cultura in Italia, ma anche in Europa vive un momento complicato…
E la danza ne risente in maniera particolare. Basti dire che il Balletto Nazionale di Francia gli anni scorsi faceva anche sei mesi di tournèe, ora forse ne fa un mese. Questo immobilismo impedisce il diffondersi delle passioni. Per questo sono importanti serate come quelle che abbiamo organizzato ad Arzano. Attraverso queste iniziative, infatti, riusaciamo a trasmettere la nostra passione a tanti giovani e questo speriamo possa aiutare a migliorare il futuro.
I suoi prossimi impegni?
Sto lavorando a un progetto di musica classica spagnola che si intitola “La Taverna de Aranjuez” e che parte in primavera con una tournèè.
Un sogno ancora da realizzare?
Sono molto contento di quello che sono riuscito a realizzare fino ad ora. Per me è importante mettere in scena le mie coreografie e avere una compagnia”.
Raffaella Tramontano

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