TORINO – Carlo Massari parte da un ascolto approfondito e uno studio dettagliato di Le Sacre du printemps di Igor Stravinsky. Facendosi guidare dalla musica, ne coglie fin dalle prime note il dolore e la tragicità inevitabili. Ciò che viene fuori è Right, andato in scena alla Lavanderia a Vapore di Collegno nell’ambito di Interplay 2022.

Il pubblico viene accolto da sei danzatrici in un quadro che ricorda La Danse di Matisse per poi essere catapultato in una realtà che oscilla tra Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood e La ragazza interrotta di Susanna Kaysen. Siamo proiettati in un futuro distopico, in una sorta di ospedale psichiatrico-allevamento intensivo in cui le donne vengono ridotte a bestie la cui sopravvivenza è finalizzata unicamente alla procreazione. Nella versione originale di Le Sacre du printemps compaiono spesso i cosiddetti saggi, anziani, chiaramente figure maschili, scelti per trasmettere il sapere. Così oltre alle performer arrivano in scena sei donne nel ruolo di madri, educatrici, allevatrici. Le carnefici che probabilmente un tempo sono state a loro volta vittime. In questo scenario la femmina perde qualsiasi diritto (right appunto) di scelta e anche solo di consapevolezza.

Il lavoro collettivo e la sorellanza

Gli artisti dicono essere frutto di un lavoro collettivo e questo risulta evidente dalla platea. Le danzatrici si sono messe e continuano a mettersi, ad ogni spettacolo, in discussione. Ciascuna con la propria individualità e identità entra in collegamento con l’altra. Tutto è condiviso: il movimento così come la sofferenza. Ma le protagoniste non sono mai solo vittime, combattono dall’inizio alla fine. E lo fanno tutte insieme, sostenendosi, appoggiandosi l’una all’altra e tenendosi per mano. Reagiscono fino a causare un punto di rottura prendendo coscienza di sè e dicendo no. Tuttavia questo no non farà altro che perpetuare il ciclo: adesso sono loro a indossare i camici delle proprie “madri”.

Dopo Beast without Beauty e Les Misérables, Right rappresenta l’ultima tappa della trilogia sulla brutalità umana. Un futuro immaginario che non ci appare poi così impossibile che indaga la violenza sulle donne e più in generale la crudeltà di cui è capace l’uomo, ma forse anche la solidarietà, l’amore e la resistenza.

La danza politica di cui il pubblico sente il bisogno

Secondo Massari “bisogna usare la danza, osare con la danza” e si può dire che con questo lavoro il coreografo lo faccia al meglio. Utilizza immagini grottesche, a volte crude, in cui viene sviscerata il dolore. Ma il pubblico di Interplay non si sconvolge, o meglio è felice di farsi sconvolgere. Spesso si parla di un ritorno all’intrattenimento e allo svago in un momento in cui le persone sono sempre più frustate e stanche. Gli spettatori della Lavanderia a Vapore ci hanno fatto ricredere, rivelandosi ben disposti verso la provocazione. Dopo la nota finale di Stravinsky le sei ragazze rivolgono uno sguardo provocatorio, lungo e fisso, verso la platea. Non si può evitare di sentirsi colpevoli, chiamati in causa. Right costringe a porsi delle domande, alla riflessione. Insomma si tratta di quel teatro politico di cui il pubblico sente veramente il bisogno.

Creazione originale Carlo Massari
Performer Aura Calarco, Sofia Galvan, Ginevra Gioli, Stefania Menestrina, Giulia Orlando, Giuseppina Randi, Rebeca Zucchegni
Con la partecipazione di 5 donne over 65 in definizione
Disegno luci Francesco Massari
Rielaborazione da “Le sacre du Printemps” di I.F.Stravinsky
Produzione C&C Company e COB Compagnia Opus Ballet
Progetto vincitore del Premio CollaborAction#5 CollaborAction XL | azione Network Anticorpi XL supporto per la danza d’autore

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