Gillian Hobart nasce a Londra dove si forma come ballerina classica  diplomandosi alla Royal Academy of Dance. Si trasferisce in seguito a New York dove incontra Merce Cunningham e John Cage. Ma a cambiare la sua visione della danza fu Mary Anthony, assistente di Hanya Holm, pioniera del movimento della modern dance americana, una maestra che le trasmise il ruolo sociale dell’arte coreutica. Infatti Mary Anthony, insieme ad altre danzatrici tra cui Anna Sokolow faceva parte del New Dance Group, un movimento artistico fondato in America negli anni ’30 che sosteneva un cambiamento sociale, accogliendo gente di ogni cultura e religione.

Gillian abbracciò la visione della danza e la tecnica di Mary Anthony e lavorò con lei fino ad approdare in Italia e a danzare come prima ballerina in Rai negli anni ‘50, quando la Anthony fu ingaggiata come coreografa per alcune trasmissioni televisive; poi negli anni ’70 si stabilisce in Italia, dove esordisce con esperienze lavorative di grande rilievo: collabora con Sylvano Bussotti alla Scala di Milano;  partecipa alla Biennale di Venezia, diretta da Maurice Bejart; è presente, insieme ad Amedeo Amodio, al Festival dei Due Mondi di Spoleto.

Gillian Hobart dedica la sua vita all’insegnamento e alla diffusione della modern dance, lavorando come docente presso l’Accademia Nazionale di Danza e tenendo corsi regolari presso lo IALS a Roma e presso il Centro Regionale Danza a Reggio Emilia. Il suo stile, elegante ed essenziale, si contraddistingue per la presenza di elementi fondamentali quali contrazioni, cadute e recuperi (fall and recovery),  tra equilibri e disequilibri (balance and tilt) , nella profondità e nell’elevazione (plié e relevé), con l’utilizzo delle braccia  (port de bras), in una dinamica contemporanea. Così il corpo disegna diagonali e linee geometriche nello spazio, componendo andature e sequenze, sincronizzate col respiro, in cui il ritmo predomina e conduce i movimenti. 

La danza come linguaggio diretto e spontaneo

Gillian Hobart durante la formazione, ph. Dorin Mihai

Nel 2000 Gillian diventa counsellor del metodo psicoterapeutico rogersiano e inizia ad usare le sue competenze coreutiche a favore delle differenti abilità.  La danza per lei è un linguaggio diretto e spontaneo per superare limiti e differenze, per valorizzare ogni individuo favorendo lo sviluppo di equilibrio ed armonia, è una forma di dialogo basato sull’espressione corporea; è rivelazione del mondo interiore, manifestazione di sentimenti reconditi, emersione di necessità profonde racchiuse nell’anima. Tutti possono danzare.

Nel 2005 nasce a Rimini la scuola di Formazione Metodo Hobart, che si sviluppa in modo indipendente grazie alla determinazione di Alfredo Cuomo e al generoso sostegno della sua Fondazione. In questo percorso Gillian viene affiancata dal coreografo Claudio Gasparotto e dalla sua Associazione Movimento Centrale Danza & Teatro.  

Il Metodo Hobart crea un approccio empatico e un incontro con il vissuto dell’altro, accoglie la diversità e pratica l’ascolto attivo. La musica sostiene ogni fase del lavoro e il ritmo favorisce la condivisione, una musica sapientemente scelta da Gillian per sottolineare momenti diversi.

Seduti a terra ci si guarda negli occhi. Questo è un momento magico, una prima forma di conoscenza tra i presenti. Successivamente il corpo libera le sue forme nello spazio, alla scoperta del peso, del gesto, del contatto e Gillian conduce il gruppo stimolando con immagini la creatività in ciascuno. È come un rito benefico che unifica la comunità danzante in un’energia collettiva in cui il corpo è il protagonista principale. Questo lavoro porta al rilascio di tensioni, rigidità e chiusure e unisce tutti nella danza, una danza in cui ciascuno è libero di esprimere attraverso il movimento la sua storia, il suo percorso.

Il corpo è il palazzo dell’anima. Sentirlo, percepirlo, abitarlo, scoprirne i suoi segreti, è un modo per tirare fuori leggerezza e gioia. È così che si ritrova il sorriso. Il Metodo Hobart è una maieutica, un modo per conoscersi attraverso la danza, linguaggio puro di uno stato di grazia. I partecipanti manifestano, durante il percorso, un volto più sereno, disteso e gioioso, dando la prova visibile della validità del Metodo.

Il movimento danzato rafforza il sentimento vitale e Gillian guida il lavoro con molta onestà e rispetto per l’unicità. A volte il percorso laboratoriale si conclude con uno studio-performance, come messa in forma del viaggio didattico, un ulteriore scambio di emozioni e sentimenti.

Performance “Incontri” al Teatro il Lavatoio di Santarcangelo, ph Dorin Mihai

La formazione

La formazione al Metodo Hobart è biennale. I partecipanti sono per lo più danzatori, fisioterapisti, medici, educatori provenienti da professioni diverse. Durante il percorso si approfondiscono elementi fondamentali della danza in relazione con la musica ed in sinergia con altre arti. Spazio, tempo, peso e flusso sono i fattori di movimento teorizzati da Rudolf Laban. Conoscendo questi elementi si ha la possibilità di utilizzare al meglio il proprio corpo.  Il respiro è il codice comunicativo comune, dice Gillian, è il primo elemento insieme al ritmo. E il corpo, è ricco di ritmi interni. Allora si può dire che il ritmo è l’anima del Metodo.

La maggior parte delle persone percepisce il proprio corpo come un estraneo. Essere dentro il proprio corpo per sviluppare fiducia in se stessi, questo è il primo  insegnamento che bisogna trasmettere, e la danza è il mezzo più efficace per stabilire un rapporto privilegiato con esso. Quando si hanno disabilità o difficoltà di qualunque tipo, ripartire dal corpo è come tornare a vivere, riattivando energie profonde. La struttura del Metodo è una base, un supporto che aprirà la strada al lavoro creativo basato sull’improvvisazione.

Ogni corpo ha una sua storia e il movimento danzato è il mezzo per abbattere barriere limitanti, per manifestare una nuova identità. Conoscere se stessi attraverso il corpo in movimento è il modo più diretto per rilasciare energie bloccate e rivelare emozioni inespresse.  È un processo di apprendimento importante quello che parte dal corpo. Prendere coscienza di come ci si muove è fondamentale per esprimere al meglio se stessi anche nella relazione con gli altri. 

La relazione e il rispetto sono elementi fondamentali del Metodo  insieme all’empatia attiva, l’incontro, l’accettazione del disagio per entrare nel mondo della diversità, incoraggiando la massima espressione, senza mirare alla normalizzazione snaturante.

Preparare una sessione di lavoro è come costruire una coreografia, dice Gillian, con il suo rigore e la fierezza che traspare dal volto di una donna consapevole del suo grande dono all’arte della danza. Il suo impegno in ambito sociale, con il Metodo, le ha permesso in questi anni di guidare tante persone a ritrovare se stesse.   

Claudio Gasparotto, responsabile artistico di Movimento Centrale Danza & Teatro, è l’erede di Gillian e insieme ad altri trainer, formatisi alla Scuola Hobart, porta avanti il Metodo nei laboratori e nelle classi del biennio di formazione.

Claudio Gasparotto e Gillian Hobart ph Cristina Ferretti,

Il Metodo Hobart è una risorsa importante per riattivare il corpo e valorizzare le potenzialità delle persone diversamente abili, una nuova strada nell’arte della danza per l’autoconoscenza e per sentirsi a proprio agio anche nella difficoltà, migliorando la presenza vitale e il proprio essere nel mondo.

Formazione al Metodo Hobart:

www.movimentocentrale.org

info@movimentocentrale.org

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Danzatrice, coreografa, docente, membro di AIRdanza. Ideatrice della Tribal, danza e tamburi e del Nataraja Yoga, una forma di yoga in danza, che insegna presso Movimento Danza e presso lo IALS. Conduce laboratori per danzatori e attori. Laureatasi in Discipline dello Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma, collabora come docente con Enti di Formazione per le materie: Storia della Danza, Storia del Teatro e Antropologia della Danza. Curatrice di Festival e Rassegne di danza. Lavora come coreografa per il teatro e per la televisione.