A scene from Concerto, by The Royal Ballet @ Royal Opera House. (Opening 22-10-19) ©Tristram Kenton 10/19 (3 Raveley Street, LONDON NW5 2HX TEL 0207 267 5550 Mob 07973 617 355)email: tristram@tristramkenton.com

NAPOLI – La compagnia di ballo del Teatro di San Carlo si ripresenta al pubblico nel 2022, dopo il discreto successo del Lago dei Cigni dello scorso dicembre, con un programma interessante ed innovativo per il pubblico napoletano. Dal 5 al 10 marzo vanno in scena I Maestri del XX Secolo, per otto repliche, due spettacoli di due grandi coreografi del balletto novecentesco: Theme and Variations di George Balanchine e Concerto di Kenneth MacMillan. Si tratta di due capolavori di due capiscuola del balletto, il primo attivo prevalentemente al New York City Ballet, compagnia da lui fondata insieme a Lincoln Kirstein, e il secondo mentore dell’evoluzione del balletto anglosassone, avendo svolto la maggior parte della propria attività al Royal Ballet di Londra.

Concerto di Kenneth MacMillan

In realtà Concerto di MacMillan è una coreografia del 1966 che fu creata quando l’artista scozzese divenne direttore della Deutsche Oper di Berlino. La coreografia è composta sul Concerto n.2 per pianoforte e Orchestra scritto nel 1957 da Dmitrij Šostakovič per il proprio figlio, allora diciannovenne, Maxim, divenuto poi direttore d’orchestra. Brano fresco e brillante fu visualizzato immediatamente da Mac Millan come realizzazione per un folto gruppo di ballerini che spesso si muovono in blocchi e all’unisono, come nel primo e ultimo allegro, cambiando spesso direzioni. L’esecuzione richiede quindi precisione perché un’imperfezione salta subito all’occhio.

Per Mac Millan fu l’occasione par far crescere qualitativamente il tasso tecnico della compagnia e far brillare i solisti. La scelta della direttrice di ballo del Teatro di San Carlo, Clotilde Vayer, di proporre un brano del genere, che richiede linee pure e brillanti di una perfetta tecnica classica, ha probabilmente la stessa intenzione di valorizzare una compagnia giovane che già sotto la precedente direzione di Giuseppe Picone, aveva annunciato un notevole cambio generazionale.

Si tratta di un balletto concertante che fu composto sulla musica e sulla principale interprete della compagnia, Lynn Seymour, la prima ballerina del Royal Ballet che Mac Millan volle con sé a Berlino. Musa ispiratrice di varie creazioni di Mac Millan, la ballerina suggerì il passo a due sull’andante con i suoi movimenti di riscaldamento e allungamento muscolare eseguiti prima di ogni lezione. La coreografia ebbe fin dal debutto un grande successo ed è un’occasione da non perdere vederla riprodotta dalla compagnia del Massimo napoletano. La ripresa è curata da Julie Lincoln, i costum isono di Jürgen Rose e le luci di John B Read. Pianista solista è Sepp Grotenhuis. Solisti in scena nei tre movimenti in cui è suddiviso il Concerto saranno: nel primo movimento Claudia D’Antonio e Salvatore Manzo, (Claudia D’Antonio si alternerà con Giorgia Pasini nelle recite dell’8 marzo, del 9 marzo alle 17 e del 10 marzo alle 21); 

Nel secondo movimento Luisa Ieluzzi e Stanislao Capissi che si alterneranno con Martina Affaticato e Ertugrel Gjioni (8 marzo ore 21; 10 marzo ore 17).

Infine il terzo movimento vedrà protagoniste Chiara Amazio, Annalina Nuzzo (8 marzo ore 17; 9 marzo ore 17; 10 marzo ore 21) e Irene De Rosa (8 marzo ore 21; 9 marzo ore 21;)

Theme and Variations di George Balanchine

Il secondo brano della serata è Theme and Variations, brano composto nel 1947 da Balanchine per il Ballet Theatre, oggi American Ballet, sul quarto movimento della Suite per Orchestra n. 3 in sol maggiore op. 55 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, per Alicia Alonso e Igor Youskevitch come protagonisti. È un brano storico del balletto del Novecento, la creazione con cui George Balanchine, non immediatamente accolto con entusiasmo negli Stati Uniti, acquistò una fama e credibilità artistica indiscussa e che lo lanciò alla guida del Ballet Society, divenuto poi New York City Ballet.   Maître de ballet e répétiteur è Sandra Jennings, i costumi sono di Giusi Giustino. Solisti in palcoscenico Annachiara Amirante, Claudia D’Antonio (nelle recite dell’8 marzo alle 21, 9 marzo alle 17 e 10 marzo alle 21) e Alessandro Staiano.

Come lo stesso coreografo ebbe modo di affermare, si trattava di evocare il grandioso periodo del balletto russo corrispondente all’epoca in cui Marius Petipa e Pëtr Il’ič Čajkovskij composero i loro capolavori. Il balletto, inserito in un salone da ballo con candelabri e fondale semplicissimo, inizia con un gruppo di dodici ballerine ed una coppia principale che eseguono movimenti semplici che poi si sviluppano, come il tema della partitura musicale, in complesse e virtuosistiche variazioni.  La polonaise finale è un crescendo magnifico di coppie danzanti e di sonorità pompose ed entusiasmanti che richiamano le apoteosi dei grandi balletti ottocenteschi.  

Il Teatro di San Carlo presenta un programma finalmente rivolto al balletto del Novecento nelle sua declinazione puramente neoclassica e concertante in cui la danza non racconta una storia, non ha una trama incentrata sulle favole e sul folklore letterario, ma è protagonista assoluta nella sua profonda relazione con la partitura musicale e nella sua capacità di incarnarsi nei corpi dei danzatori che, con costumi semplici ed essenziali, potranno fare “vedere la musica e fare ascoltare la danza”, come ebbe a dire George Balanchine della sua vocazione di coreografo.

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