Si è svolto a Roma in questi giorni nella splendida villa Torlonia un grande evento per gli amanti della danza contemporanea. Quattro dei nomi piu’ importanti della danza contemporanea : Ana Laguna, ana
Dominique Mercy,Susanne Linke, e Mats ek ci hanno regalato un po’ della loro danza attraverso i workshop e la conferenza incontro. Vorrei partire dalla conferenza incontro di Mats ek diretta da Leonetta Bentivoglio che ha messo in luce i tratti distintivi del suo lavoro, la sua espressività, la sua capacità di raccontare una storia, ma soprattutto la sua grande creatività che come dice lui stesso parte dalla ricerca di voler tornare alla fonte perché proprio nelle origini c’è la verità. Tra le tante domande a cui ha risposto Matz ek quella che forse più ha dato il senso a tutto l’evento è stata su quale fosse la relazione tra l’età e la danza. Secondo Matz ek con l’età il danzatore perde velocità e flessibilità ma non perderà mai il suo linguaggio e la sua dinamica perché questi sono elementi primitivi che resistono al passare del tempo. La stessa Ana Laguna durante la sua lezione di repertorio aperta con un estratto del lago dei cigni dice di danzare a piedi nudi sempre e che lei non lo fa solo perché i suoi piedi sono USATI e che i giovani devono USARE i piedi per danzare. La cosa che più colpisce di Ana Laguna è l’estrema attenzione al movimento che deve essere veritiero, che deve essere reale non semplice passo, ma sopra ogni cosa di lei colpisce il fatto che anche non sul palcoscenico anche solo in platea lei è Ana Laguna, resta quella luce propria che è solo dei grandi artisti. Molto interessante è stato il workshop di Dominique Mercy che ha spiazzato tutti con una lezione molto tecnica ma intercalando i vari esercizi con domande del tipo “ ha senso?”, diciamo che tutto aveva un senso ma un senso che poteva essere molteplice ma pur sempre nella ricerca di una tecnica. Incredibile la capicità di danzare la stessa cosa riusciendo a comunicare sentimenti diversi .Questa idea e’ il filo conduttore con la lezione di Susanne Linke che ha concluso dicendo che l’immaginazione è molto più forte del corpo, il corpo segue l’immaginazione e che più che essere danzatori bisogna puntare ad essere grandi personalità danzanti.

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