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Laureato in Danza e Coreografia presso l’Università delle arti di Amsterdam (SNDO) possiede tra le sue tante conoscenze anche una formazione in Naturopatia e Theta Healing.
Il suo interesse e’ la fusione di diversi linguaggi teatrali con “corpi drammatici” e la ricerca di corpi virtuosi NON convenzionali. Dramma, desiderio e umorismo sono parole chiavi per le sue produzioni.Lavora regolarmente come coreografo indipendente, danzatore e insegnante. Negli ultimi anni i suoi lavori sono stati presentati in molti paesi Europei. Durante il suo terzo e quarto anno universitario è stato selezionato per due anni consecutivi nella vetrina dei nuovi giovani coreografi europei per l’ITs Festival (International Theaterschool Festival).
Nonostante la sua giovane età ha già ricevuto premi e riconoscimenti di alto prestigio come Diorapthe Dansprijs 2012, Danza&Danza 2012, CollaborAction 2012 e Nederlandse Dansdagen prijs-Maastricht 2013. Al momento Giulio è impegnato con il tour internazionale di “O O O O O O O O” e di “Parkin’Son” e con la creazione della nuova produzione 2014 “R-ESISTERE”.

Hai ricevuto non molto tempo fa uno dei premi più prestigiosi che si possano ricevere in Olanda. Che effetto ti ha fatto e che impatto ha avuto sulla tua carriera?
“Questo riconoscimento è per me veramente speciale in quanto la nomina al premio arriva direttamente da voti e notifiche di pubblico e colleghi. Sapere che il proprio lavoro abbia un supporto da parte del pubblico e non solo della critica è una forte spinta a proseguire e sviluppare la mia ricerca e poetica”

Cosa ti ha spinto ad iniziare un’educazione sulla coreografia in Olanda invece di altri posti in Europa?
“La prima persona a raccomandarmi la scuola SNDO ad Amsterdam è stata Susanne Linke. Ho seguito il suo consiglio e ho visitato la scuola, innamorandomene immediatamente. Ho fatto diverse ricerche sul panorama europeo ma l’SNDO è l’unica scuola che offriva la possibilità e il supporto al tipo di ricerca che cercavo. Quindi avendo scelto la scuola ho anche scelto la nazione dove formarmi. Solo durante gli anni di studio ho deciso di rimanere a vivere nei Paesi Bassi.”

Puoi raccontarci in breve cosa hai imparato nei tuoi anni di studio?
“Difficile riassumere 4 anni intensi di workshop, insegnanti ed esperienze. L’SNDO ha un leggero sapore di follia nella sua sperimentazione. Quindi posso dire che mi ha insegnato a: scoprire il mio lato creativo e folle, a cercare ed affinare una relazione con il pubblico, ad accedere all’atto creativo in molti modi e spesso non classici del mondo coreutico. Inoltre la scuola pone una forte attenzione alla creazione di concept per la danza e alla ricerca di movimento.Ho imparato che le regole possono essere infrante ma che senza una forte necessità è bene seguirle, ho imparato ad utilizzare una telecamera e una sala di registrazione musicale a preparare il sushi e a saper sostenere le critiche.”

Quale e’ stato il momento che ha segnato la tua svolta nel mondo della danza da aspirante coreografo a coreografo professionista?
“VUOTO D’ARIA è la mia prima vera coreografia. Un lavoro di movimento astratto su una partitura sonora creata dalla respirazione degli interpreti. E’ stato anche il primo lavoro selezionato da festival internazionali che mi ha mostrato come quello che faccio in studio con i danzatori poteva avere risonanza con l’esterno, con il mondo intero. Di qui il collegamento tra passione e professione si è ben fissato in me.”
Mi puoi dire il nome della coreografia che più ti sta a cuore e il perché?
“La coreografia che mi sta a cuore è sempre la prossima, quella che sta per essere creata, che deve trovare la strada in me e sul palco. E’ un amore per la creazione più che un amore per il collezionismo quello che ho per il teatro. Tra i miei lavori esistenti ricordo sempre con piacere BLOODY BODY BLAH. Un solo autobiografico e strampalato che per me ha segnato in maniera molto forte un’evoluzione della mia coreografia.”

Su cosa stai lavorando al momento?
R-ESISTERE. Un progetto per un “concerto-danza”. Basato sul tema della resistenza fisica, emotiva e politica. Con questo progetto vorrei provare a capire se la protesta e lo spirito di critica possano in qualche modo essere lette in maniera costruttiva come parte della nostra esistenza. Questo lavoro avrà la prima assoluta durante il festival Nederlandse Dansdagen a Maastricht e la prima Italiana a Firenze ospitata da Versiliadanza.”

Se dovessi dare un consiglio ad altri aspiranti coreografi italiani che cosa gli diresti?
Posso solo condividere le stesse cose che continuo a ripetere a me stesso: Di essere generosi con il pubblico e di pensare che la danza ed il teatro sono mezzi e non sono dei fini. Di rimanere nel difficile, come mi ha insegnato una mia mentore tempo fa. Di seguire il proprio cuore e l’intuito rimanendo in ascolto con l’esterno. Di provare ad articolare nuove possibilità invece che criticare quello che esiste. Di amare il teatro ed il pubblico.”

Quali sono le tue più grandi aspirazioni? il tuo sogno nel cassetto?
“Vorrei poter un giorno avere la possibilità di poter fare ricerca con un gruppo di danzatori in maniera continuativa su un lungo periodo di tempo. Sono molto curioso di capire come la mia metodologia di lavoro possa creare un linguaggio di movimento più articolato. Per questo sogno di poter lavorare per qualche anno con un gruppo fisso di persone.”

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