Giru
Francesca La Cava e il Gruppo E-motion in "Giru Giru"

AVELLINO – Serata all’insegna della cultura quella organizzata sabato 07 ottobre da Ra.I.D. Festivals. Hanno calcato il palco di Palazzo Ducale Orsini gli artisti del Gruppo E-motion guidati da Francesca La Cava che si sono esibiti in Giru Giru. Un primo interessante studio sul tema della migrazione, e non solo, realizzato in collaborazione con Anouscka Brodacz.

Ma prima, negli spazi della Fondazione De Chiara De Maio, due appuntementi con il progetto speciale Come as you are. La toccante presentazione del libro autobiografico M’illumino di Viola di Matilde Pisaturo e l’etera performance Ina Ina firmata Adriana Cristiano.
Presente alla serata anche Nicola Moretti, sindaco del Comune di Solofra partner di Ra.I.D. Festivals.

Il potere curativo della scrittura

Questo fine settimana l’incontro con l’arte – nella cornice del progetto speciale Come as you are – è stato con la letteratura. Nella sala dedicata all’arte moderna della Fondazione De Chiara De Maio, si è svolta infatti la presentazione del libro autobiografico M’illumino di Viola. Scritto dalla giornalista Matilde Pisaturo, è il racconto a lieto fine della nascita di Viola avvenuta prematuramente durante il difficile periodo dell’emergenza Covid.

“La scrittura è stata per me una cura“, ha confessato a proposito l’autrice, che ha dialogato con l’amica e collega Sabrina Sica. “Questo libro ha segnato la rinascita mia e di mia figlia. A tutte le mamme a metà, come lo sono stata io durante quel buio periodo, voglio dire di non mollare e che condividere il dolore aiuta a rigenerarsi”

Piange commossa l’autrice mentre rievoca i ricordi dei primi complicati giorni di vita di Viola, che durante la presentazione gioca seduta in braccio alla madre. Riccioli biondi, occhi vispi. “Come as you are è appunto l’invito, rivolto al pubblico e agli artisti, a presentarsi così come si è”, ha commentato il direttore artistico Maria Teresa Scarpa. “L’incontro di oggi vuole sottolineare come l’arte sia una forma di comunicazione e quanto la scrittura sia connessa a tutte le arti”.

Il ricavato della vendita del libro M’illumino di Viola è devoluto in beneficenza al reparto TIN – Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.

Ina Ina

Subito dopo la presentazione, tra i dipinti di Luca Giordano e alcuni busti di Madonna Addolorata, ha preso forma la performance Ina Ina. Una coreografia di Adriana Cristiano eseguita da Martina Viglione e Sabrina De Luca, con il vibrante accompagnamento del canto lirico di Annalisa D’Agosto.

Nello spazio intimo della Fondazione De, le due brave danzatrici – co-autrici della performance – si abbracciano, si sorreggono a vicenda. Con gesti delicati e morbidi evidenziano i movimenti del capo, delle mani. Gli abiti quotidiani dai colori tenui e le acconciature conferiscono alla Viglione e alla De Luca un neutro aspetto androgino.

Tutto, dal candore dei costumi all’aria lirica Casta diva, rimanda al concetto di purezza che ben si sposa con le opere esposte in Fondazione. Un concetto che è alla base della creazione artistica, rivela Adriana Cristiano che ha concepito la performance per il debutto in primavera alla Chiesa di Santa Luciella a Napoli. Il titolo, inoltre, è un gioco di parole basato sui nomi delle due danzatrici – Martina e Sabrina – e in greco antico vuol dire proprio “puro”.

La performance è stata replicata anche nella corte di Palazzo Ducale Orsini ed ha introdotto il pubblico alla visione di Giru Giru, coreografia di Francesca La Cava per Gruppo E-motion.

La cultura genera metamorfosi

Sul palco di Palazzo Ducale Orsini, una sedia in controluce. Appare La Cava in un scintillante completo di paillettes argentate; con uno schiocco di mani invita i danzatori – due donne e due uomini – a seguirla sul palco. Con loro anche Anouscka Brodacz, che prende posto sulla sedia e inizia sbrogliare una matassa. Rimasti soli, i quattro ballerini vestiti di nero agiscono sul palco come folli in manicomio; sembrano radio che cercano la frequenza giusta su cui sintonizzarsi.

Una seconda apparizione di La Cava, quasi un miraggio, induce una trasformazione nel gruppo che inizia ad agire in maniera compatta. Libero dai camici neri, che rivelano costumi dai colori caldi e vivaci, il gruppo si muove in branco. Sono uccelli, animali, migrano, fanno comunità. Un ulteriore comparsa di La Cava porta il branco allo stadio finale, costumi color carne e bizzarri accessori: un bianco velo da sposa, scarpe rosse, piume nere, una parrucca di lustrini.

Il quadro finale è affidato a Brodacz, moderna “Parca” che scandisce il tempo della performance. Sensuale nella sua sottoveste di pizzo, Brodacz omaggia il pubblico con una rosa, segnando un interessante ribaltamento del rapporto attante-astante.

In Giru Giru c’è qualcosa di magico, che ricorda Il mago di Oz e non sono solo le calze a righe di Brodacz o le scarpe rosse di un danzatore. Giru Giru – che in sardo vuol dire “giro”, rivela la coreografa nata a Cagliari – è un viaggio tra le variopinte tradizioni italiane. In questo senso, la coreografia è trasformazione, metamorfosi messa in atto dalla cultura. Ma è anche il desiderio di riscoprire il senso di comunità, prendendo spunto dal mondo animale; di muoversi uniti verso una stessa direzione.

Durante l’intervista finale – in cui gli spettatori hanno posto domande alla coreografa ed espresso la loro impressione – è emersa la doppia anima di Giru Giru. Ironica da un lato e inquietante dall’altro. “A volte il cambiamento genera sgomento”, ha commentato a proposito una signora dal pubblico.

Presenti sabato 07 ottobre, anche il sindaco di Solofra Nicola Moretti e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine. “Ringrazio Ra.I.D. Festivals e i suoi meravigliosi artisti: mi avete ricaricato”, ha dichiarato il sindaco. “Sono otto anni che il nostro Comune ospita con gioia il Ra.I.D. Festivals e siamo lieti di annunciare che continueremo a farlo. L’arte e la danza sono fonte di orgoglio per Solofra”.

“E Ra.I.D. ringrazia il sindaco e il Comune per accoglierci nei spazi di Solofra e per stimolarci ad alzare sempre più l’asticella”, ha replicato il direttore artistico Scarpa. “Nell’ottica di coinvolgere il territorio, il 22 ottobre avremo qui con noi anche il sindaco del Comune di San Giovanni a Piro, dove è presente un museo dedicato al maestro Ortega. Creeremo quindi una virtuosa connessione artistica tra Solofra e il Cilento che ci auguriamo darà il via ad altri importanti scambi culturali”.


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