Olga Smirnova e Victor Caixeta in Raymonda. Ph. Jack Devant

NAPOLI – Gran successo per la serata organizzata al Teatro di San Carlo, con la direzione artistica di Alessio Carbone, già primo ballerino dell’Opéra di Parigi, a favore della Croce Rossa Italiana per il sostegno delle vittime della guerra in Ucraina. Un successo decretato soprattutto dai ballerini che sono riusciti in scena a tenere fuori le polemiche che avevano preceduto lo spettacolo.

Tutto comincia con l’annuncio del Console Generale d’Ucraina a Napoli, Maksym Kovalenko che invita i ballerini ucraini coinvolti nell’iniziativa a manifestare contro la Russia prima dello spettacolo. E a evitare abbracci e solidarizzazione con i ballerini russi in scena. Per placare gli animi la direzione del San Carlo modifica il titolo da “Ballet for Peace” in “Stand with Ukraine-Ballet for Peace”. Ma i toni si alzano quando il Console pubblica sulla sua pagina FB un messaggio in cui esorta a non partecipare all’evento del San Carlo “da considerarsi un tentativo dei russi di mostrarsi attraverso misure culturali che stanno liberando l’Ucraina e non distruggendo le nostre città e villaggi”. Accuse gravi

Ma nonostante alcune proteste fatte fuori il Massimo napoletano e la preoccupazione della dirigenza del San Carlo lo spettacolo è andato benissimo grazie solo ai ballerini in scena che hanno saputo andare oltre qualsiasi polemica a riprova che l’arte unisce i popoli e infonde pace.

Teatro pieno come non appariva neanche prima del Covid

La Napoli solidale della danza ha risposto con entusiasmo riempendo il teatro come non si vedeva neppure nell’era pre Covid. Presente anche il sindaco Gaetano Manfredi a fianco del sovrintendente Stéphane Lissner. E non è sfuggita la presenza di una star come Vladimir Derevianko.  L’emozione era palpabile, la vicinanza ai ballerini ucraini, scappati da una realtà inimmaginabile solo quaranta giorni fa, ha creato un’atmosfera di coesione tra palcoscenico e sala che gli artisti hanno percepito immediatamente e a cui hanno risposto con delle performance non solo impeccabili tecnicamente ma intense e partecipate emotivamente.

“Other Dances” ha aperto la serata

Ha aperto la serata il passo a due di Jerome Robbins, Other Dances, creato nel 1976 per Natalia Makarova e Mikhail Baryshnikov, le due stelle che avevano lasciato l’Unione Sovietica dieci anni dopo Rudolf Nureyev. È un lungo duetto composto da entrata, adagio e due variazioni per ciascun interprete, composto su mazurke e valzer di Chopin. Vibranti, sorridenti e ironici Maria Yakovleva, ballerina diplomata all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo e guest artist internazionale, e Denys Cherevychko, nato a Donetsk e primo ballerino della compagnia del Wiener Staatsoper, hanno danzato l’impegnativo brano dallo stile neoclassico americano di Robbins che fonde dinamica moderna con passaggi ispirati alle danze popolari dell’Est.

Al piano, lo straordinario musicista Igor Zapravdin, maestro accompagnatore per la danza del Wiener Staatsoper ma anche celebre per i suoi splendidi arrangiamenti per le lezioni di danza che ha accompagnato al piano anche il passo a due da La Halte de la Cavalerie, balletto di Marius Petipa creato nel 1896 su musiche di Ivan Armsheimer che, benché sia definito balletto di carattere, contiene i tipici virtuosismi classici dello stile del coreografo francese. Lo hanno danzato Iana Salenko, interprete versatile e straordinaria, già apprezzata Odette in una suite dal Lago dei cigni presentato al San Carlo durante la direzione di Giuseppe Picone, e al suo fianco Dinu Tamazlacaru che ha anche magnificamente interpretato il celebre ed esplosivo solo, Les Bourgeois, sul brano di Jacques Brel, creato da Ben Von Cauwemberg. Zapravdin ha poi salutato il pubblico con una suite di arie tratte dai balletti più famosi, arrangiata in una sintesi personale e fantasmagorica che ha veramente conquistato tutti.

Impeccabile l’esibizione degli ucraini Ganna Muromtseva e Timofy Bykovets

I brani prettamente classici della serata sono stati l’Adagio dal III atto da La Bella Addormentata, danzato con impeccabile precisione da Ganna Muromtseva e Timofy Bykovets, entrambi primi ballerini dell’Opera Ukraine di Kyiv; l’Adagio da Il Corsaro, interpretato da Anastasia Gurskaya e Stanislav Olshanskyi entrambi da poco nominati principlas sempre nella compagnia di balletto ucraina. Una rarità del repertorio classico è stato, infine, l’Adagio dalla scena della “visione” in Raymonda, interpretato da Olga Smirnova, la prima ballerina del Bol’šoj, e Victor Caixeta, giovane stella brasiliana, che insieme hanno lasciato polemicamente la Russia a fine marzo, accolti al San Carlo al loro debutto in Italia con grande ovazione. Palpitante emozione anche per l’assolo interpretato da Kateryna Shalkina, ballerina free lance di origini ucraine, e composto come pièce d’occasion dal marito e partner Oscar Chacon. Si tratta di un brano creato sulle melodie popolari ucraine di Myroslav Skoryk per esprimere il dolore nei confronti della guerra di tutte le donne ucraine. La coppia ha anche interpretato un altro brano su musica di Chopin estratto dal balletto L’amour en notes bleus, sempre di Chacon.

Lunghi applausi per Anastasia Matvienko e Denis Matvienko scappati dalla Russia

Un’altra presenza dal forte impatto è stata quella di Anastasia Matvienko e Denis Matvienko, entrambi protagonisti di affermate carriere a San Pietroburgo al Teatro Mariinsky e al Balletto Mikhailovsky, hanno lasciato la Russia in polemica all’aggressione militare avviata da Putin. Lei ha interpretato La Morte del cigno di Camille Saint Saëns, creata da Michail Fokin per l’immortale Anna Pavlova nel 1907. Insieme hanno danzato il piacevole Radio and Juliet sul brano dei Radio Head, nello stile moderno di Edward Clug. Merita una menzione speciale, tra i brani di balletto contemporaneo, insieme a Hechoes of life, bel passo a due di Thiago Bordin, di recente creazione su musica di Maurice Ravel, magnificamente danzato da Silvia Azzoni dalla Scala di Milano in coppia con il guest artist Oleksandr Riabko, e a Once I had a love su musica di Blondie e Philip Glass, creato e danzato da Sebastian Kloborg in coppia con Maria Kochetkova, star russa dalla carriera internazionale. Hanno mostrato quanto la danza accademica e l’uso delle punte, non impediscano creazioni da dinamiche e corporeità contemporanee che vanno oltre la definizione di balletto neoclassico per il loro superamento dei codici spaziali e formali.

Intensa interpretazione per Luisa Ieluzzi e Stanislao Capissi

Di puro stile neoclassico, invece, il passo a due da Concerto di Kenneth MacMillan interpretato dai solisti del San Carlo Luisa Ieluzzi e Stanislao Capissi e, soprattutto, l’Adagio da Theme and Variations di George Balanchine con Alessandro Staiano che ha accompagnato una splendente Anna Chiara Amirante, più espressiva e a suo agio di quanto visto nella precedente esibizione al San Carlo. Caravaggio, tratto dal balletto composto da Mauro Bigonzetti per il Teatro alla Scala, ha visto protagonisti i primi ballerini della compagnia meneghina, Nicoletta Manni e Timofej Adrijashenko, che hanno partecipato alla serata di solidarietà con una interpretazione davvero densa di emozione. Altro momento ricco di vibrazioni e sensualità è stato il passo a due da Manon di MacMillan danzato dalla coppia composta da Katja Khaniukova, ballerina ucraina da anni principal dell’English National Ballet, e da Francesco Gabriele Frola, giovane promessa italiana della danza, anche lui nelle fila della compagnia inglese.     Ci auguriamo che un appuntamento del genere diventi fisso nella programmazione del San Carlo, a fianco dei recitals canori e concertistici, anche in momenti più sereni. Il Teatro e il pubblico della danza napoletana se lo meritano.

Bisogna infine segnalare che l’iniziativa ha avuto lo sponsor di DellaLò Milano, azienda nota nel campo dell’abbigliamento tecnico per la danza.

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