Marina Giovannini, Jacopo Jenna e Giulia Mureddu sono i tre coreografi coinvolti in Family, progetto di Virgilio Sieni che verrà presentato martedì 28 (ore 20) e mercoledì 29 giugno (ore 21) al centro Cango di Firenze. Le tre azioni inedite, create per altrettanti nuclei famigliari, sono definite da Sieni “partiture domestiche che gettano uno sguardo sull’indicibilità del corpo nell’approssimarsi all’identico, al simile, all’origine”. “Così la danza – prosegue il coreografo – si protende verso una nuova antropologia esplorando le relazioni e indagando i dettagli di uno spazio della condivisione oggi al centro di un sempre più articolato processo di ridefinizione“.

Si intitola Esercizi di Composizione il lavoro di Marina Giovannini, che verrà interpretato da Gianni Dorigo e Lucia Miligi. “Guardando Gianni e Lucia muoversi in uno spazio ristretto mi è parso di vedere le abitudini dei corpi di due persone che convivono da quasi quarant’anni negli stessi ambienti” ha spiegato la coreografa. “Ho immaginato i loro gesti in salotto, gli spostamenti e le traiettorie che si ripetono in corridoio, gli automatismi motorii tradotti in piccoli accordi silenziosi che si ripetono nel tempo. Dando loro degli esercizi da praticare per la composizione coreografica, ho avuto l’ impressione di insinuarmi proprio in mezzo a quegli automatismi, quasi di intralciare delle dinamiche di relazione spaziale, geometrica e prospettica. Così ho visto aprirsi degli squarci di inattesa consapevolezza, di improvvisa novità e sorpresa nello scoprire altre modalità di relazione, e forse qualcosa che alimenterà una nuova confusione”. Effetto Kulešov è invece la creazione di Jacopo Jenna con Anna Pericoli, Sara Pericoli, Alessandro Ottavi e Andrea Ottavi. L’effetto Kulešov è un fenomeno cognitivo del montaggio cinematografico dimostrato dal cineasta russo Lev Vladimirovič Kulešov negli anni venti. Kulešov fece un esperimento che dimostrò che la sensazione che un’inquadratura trasmette allo spettatore è influenzata in maniera determinante dalle inquadrature precedenti e successive. La visione di una scena diventa un fenomeno di “stimolo/risposta”, dove lo spettatore partecipa attivamente al processo di creazione dei significati. Infine, Dialogo in penombra di Giulia Mureddu, che affida la sua coreografia a Simone Broscia e Stefania Faggioli. “Vedo la famiglia – dice l’artista – come un luogo che crediamo di poter abitare ad occhi chiusi, pur nella fragilità degli equilibri e nell’arbitrarietà dei meccanismi. La coppia di interpreti espone nel lavoro un intimo linguaggio fatto di similarità, trasmissioni, incastri e architetture instabili”.

Iscriviti alla Newsletter