Extremalism - Teatro Mercadante - Napoli Teatro Festival
Extremalism – Teatro Mercadante – Napoli Teatro Festival

Un curriculum di tutto rispetto. Nel 1995 l’incontro con il regista olandese Pieter C. Scholten che dà l’avvio ad una comune indagine sul corpo. Da allora in poi un sodalizio artistico che dura da vent’anni. Emio Greco, coreografo pugliese alla conquista del mondo, è uno che va fino in fondo nella ricerca filosofica delle molteplici espressioni del corpo. In bilico tra passato, presente e futuro, i due artisti celebrano vent’anni di lavoro con Extremalism, in scena al Teatro Mercadante per l’ottava edizione del Napoli Teatro Festival. Direttori della compagnia di danza ICKAmsterdam, piattaforma della danza contemporanea in Olanda, e del Ballet National de Marseille, hanno portato in scena trenta danzatori (alcuni veramente altissimi), ventiquattro di Marsiglia e sei di Amsterdam.

Lo spazio scenico, completamente rivestito di lunghissimi fili dorati, da cui i danzatori entravano e uscivano liberamente, era sovrastato da un enorme cerchio di ferro roteante, illuminato da piccole luci- creato dall’artista Henk Stallinga- simbolo del globo terrestre. Extremalism, termine coniato da Emio Greco e Peter C. Scholten che hanno curato sia la coreografia che le luci, sottolinea il loro linguaggio, caratterizzato da una tensione continua tra estremi, unita al rigore essenziale del movimento.

E non è poco. “Estremo, perché nel loro studio su corpo, movimento, scene, luci, suono, si spingono agli estremi. Minimalismo perché si concentrano sull’essenza e sulla semplicità.” Certamente suggestivo, lo spettacolo risulta essere un po’ troppo lungo seppur molto costruito, rodato, e soprattutto ben curato nell’esecuzione. Risente di una forte atmosfera béjartiana, nell’utilizzo continuo e costante dell’intera massa di una compagnia compatta e prorompente nella presenza scenica. Forza, energia, dinamica ma anche sacralità, lentezza, fluidità, sono tutti elementi che compongono l’intera sequenza coreografica, costruita sulla composizione musicale di Valgeir Sigurdsson, con un’incursione delle Quattro Stagioni di Vivaldi e il canto di Jodie Landau.

Il corpo è una ricchezza, con tutte le sue infinite possibilità di movimento, il punto che interessa i due artisti è guardare oltre la superficialità di un gesto fine a se stesso per ritrovare l’impulso che lo ha prodotto, riprendere il contatto con il ‘perché’ di un movimento invece che con il ‘come’ di una tecnica.

Balletto corale, dall’impatto visivo che non lascia indifferenti, ha una ricerca precisa anche nei costumi, man mano che passa il tempo i danzatori sono sempre meno vestiti, corredati in alcune sequenze iniziali da maschere ed acconciature decisamente singolari. La coreografia, a volte ripetitiva nei movimenti, punta sul groviglio dei corpi che si uniscono, si allontanano, si attraggono e si respingono, creando disegni nello spazio, geometrie o asimmetrie, in un alternarsi continuo di movimenti a canone o all’unisono. “Con la forza del corpo  Extremalism si riscatta dalla crisi: sono un corpo, quindi sono in rivolta.” Parole forti, che comunque fanno riflettere.

“La danza non è una successione di passi- spiegano ancora Emio Greco e Peter C. Scholten- ma un movimento e un respiro sincronici nello spazio e nel tempo.” Concetto ampio e profondo che per loro potrebbe diventare un movimento sociale perché insieme ci muoviamo e respiriamo sul nostro pianeta.

Elisabetta Testa

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